Nuovi ingressi in UE: sarà la volta dei Balcani?

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  Redazione
  21 May 2021
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La Macedonia del Nord è uno dei Paesi balcanici che ha fatto richiesta per diventare Stato membro dell’Unione Europea. La domanda di adesione fu presentata il 9 novembre 2005 e l’UE le ha concesso lo status di ‘Paese candidato’ nel dicembre 2005. Nel 2009 la Commissione europea iniziò a caldeggiare l’apertura dei negoziati.

Nel 2015 e 2016 la Repubblica ha ricevuto un elenco di “priorità di riforma urgenti” la cui attuazione avrebbe determinato il proseguimento della procedura d’ingresso nell’UE. Nel 2018 i suoi progressi sono stati valutati positivamente permettendo l’avvio dei negoziati.

Il 15 ottobre 2019 il Consiglio ha discusso del processo di associazione in merito alla Repubblica di Macedonia del Nord a cui si è aggiunto un altro Stato dell’area balcanica: l’Albania. I due Paesi sono stati inseriti all’interno dello stesso dossier.

Il 24 marzo 2020, dopo il parere favorevole dei Ministri degli Affari europei, i negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord sono stati ufficialmente aperti. Gli Stati membri hanno approvato le conclusioni il 26 marzo 2020. Molti Stati balcanici europei premono affinché i loro vicini balcanici entrino progressivamente nella Comunità europea.

La Slovenia, unitamente a Croazia e Italia, ha esplicitamente manifestato l’urgenza di un dialogo politico sull’allargamento dei confini europei ai Balcani Occidentali. Nel vertice che si è tenuto il 17 maggio 2021 tra i tre Paesi, uno dei punti all’ordine del giorno era proprio l’accelerazione del processo di adesione macedone. Questa riunione fa parte di un progetto nato nel 2010. In quell’anno, infatti, la Slovenia e la Croazia hanno dato vita ad una iniziativa denominata "Brdo-Brioni".

Durante il vertice "Brdo-Brioni", che si è svolto presso la città slovena Bordo pri Kranju, è stata approvata una dichiarazione congiunta a cui ha preso parte anche il presidente serbo Aleksandar Vucic.

Egli ha affermato che, “dopo i colloqui, uno degli aspetti più importanti e necessari è la presenza di consenso sul proseguimento del percorso europeo di tutta la regione balcanica”. Inoltre, continua Vucic, “abbiamo sostenuto le intenzioni, i desideri e le richieste di altri nei Balcani occidentali per una data per i negoziati e la liberalizzazione dei visti” con ciò alludendo sia effettivamente all’auspicabile ingresso dei due Stati balcanici sopramenzionati ma anche alle aspettative da parte del Kosovo di vedersi liberalizzare i visti con l’UE.

La Spagna manifesta le stesse preoccupazioni della Slovenia e afferma che un ampliamento balcanico potrebbe garantire una stabilità e sicurezza maggiore sia ai Paesi di quell’area che alla stessa Unione europea. La ministra degli Esteri spagnola, Maria Aranzazu Gonzalez Laya ha più volte dichiarato quanto la Spagna sia a favore del loro ingresso, aggiungendo che il suo Paese si impegna attivamente affinché ci sia un’accelerazione nell’avvio dei negoziati di adesione tra i Paesi membri.

Uno Stato è fortemente contrario all’ingresso della Macedonia: la Bulgaria.

La posizione della Bulgaria è diametralmente opposta a quella degli altri membri a causa delle tensioni identitarie con la Macedonia, a tal punto che ha posto il veto sul suo ingresso nell'UE. Con questo gesto non solo ha impedito al suo rivale di raggiungere il sogno europeo ma ha bloccato l'iter anche per l'Albania, poiché i due Paesi sono nello stesso dossier. Il commissario europeo all'Allargamento, Oliver Varhelyi, non esclude la possibilità di far procedere l'Albania da sola.

a cura di Giulia Patrizi 

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