Possesso di armi da fuoco negli Stati Uniti

Sono le armi o le persone a causare le stragi?

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  Chiara Giovannoni
  29 April 2023
  4 minutes, 10 seconds

Può succedere che un ragazzo suoni il campanello della casa sbagliata e si ritrovi con una pallottola in testa. Può succedere di essere colpito da un proiettile durante le normali commissioni quotidiane. Può succedere anche che qualcuno uscendo dal vialetto di casa venga ucciso da un colpo partito per sbaglio. Nonostante per chi vive al di fuori degli Stati Uniti sia difficile da comprendere come questo sia possibile, per il popolo americano è solo un’amara realtà.

La cultura delle armi è da sempre una faccenda tutta americana, ben radicata nella storia e nella mentalità dei cittadini. Da un loro iniziale utilizzo per attività come la pesca e la caccia, le armi sono diventate con la fine della Guerra d’Indipendenza sinonimo di sicurezza e democrazia. E la democrazia, quella capace di opporsi al mondo europeo, si configurava in precise garanzie, espresse nella Costituzione e nei successivi emendamenti, tra cui quello sul possesso di armi da fuoco. Il secondo emendamento, infatti, garantisce questo diritto: “A well-regulated Militia, being necessary to the security of a free State, the right of the people to keep and bear Arms, shall not be infringed.” Negli anni però le interpretazioni date a quest’ultimo sono state molteplici e di diversa visione. Da una parte si trova chi sostiene che l’emendamento debba essere adattato ai tempi, dall’altra chi vede ogni minimo tentativo di modifica come un attacco alla libertà e al diritto sancito dalla costituzione.

Gli Stati Uniti si classificano al primo posto nel mondo con il più alto tasso di possesso di armi con circa 120 armi per ogni 100 americani secondo il Switzerland-based Small Arms Surve. Solo dall’inizio del 2023 si contano 12.714 morti con più di 100 sparatorie di massa. Sei delle peggiori stragi nella storia del paese (Las Vegas, Newtown, Orlando, Sutherland Springs, El Paso, Parkland) sono avvenute tra il 2012 e il 2019. Già in una stima del 2018, il Time contava circa 350.000 morti all’anno con 265 milioni di armi per 325 milioni di abitanti statunitensi.

Dal 2002 al 2012 la maggioranza degli americani intervistati si riconoscevano favorevoli alle leggi sulle armi. Il lento declino di questa popolarità è iniziato con la sparatoria del 2012 nella scuola elementare Sandy Hook a Newtown, in Connecticut. Quest’ultima, causando la morte di 20 bambini e 6 adulti, ha rappresentato uno dei momenti di svolta nell’immaginario americano. Secondo una recente indagine di Gallup, l’insoddisfazione degli americani nei confronti delle armi è cresciuta fino a raggiungere il 63%, sette punti percentuali in più rispetto allo scorso anno.

Nonostante la cultura delle armi nasca dall’idea che non siano le stesse la principale causa delle stragi, bensì le persone che le impugnano, il diritto a detenere un’arma non può essere negato a nessuno, neppure a persone considerate pericolose o a chi soffre di patologie mentali. Infatti, la violenza perpetrata per mezzo di armi da fuoco non include solo crimini violenti e omicidi, ma anche suicidi e morti involontarie. Soprattutto in caso di suicidio, queste rappresentano il 60% del mezzo prestabilito. Un aspetto importante di questi fenomeni è la rapidità. Le pistole negli Stati Uniti possono essere reperite così facilmente da interporre dal pensiero all’azione meno di un’ora. Negozi specializzati, così come supermercati come Walmart, ne hanno il pieno diritto di vendita. Tra le più vendute ci sono le armi semiautomatiche, popolari grazie alla facilità di utilizzo. Questo costituisce uno degli elementi a favore del loro controllo in quanto, riducendone la disponibilità e la facilità di reperimento, ci sarebbe più possibilità di “cooling off”, ossia un periodo utile a riconsiderare le proprie intenzioni. 

L’attivismo contro questo tipo di violenza è divenuto, nel corso dei decenni, un elemento centrale della politica democratica del paese. Tra le proposte principali portate alla Casa Bianca c’è stata quella di alzare l’età minima per il possesso di armi semi-automatiche a 21 anni. Lo stesso presidente Biden in un tweet del giugno 2022 ha dichiarato:” This isn’t about taking away anyone’s rights. It’s about protecting children. It’s about protecting families. It’s about protecting whole communities.”

Le conseguenze di un’arma usata in modo improprio non sono solo quelle mostrate dai media. Ciò che esse comportano si radica nelle vite di chi subisce, di chi perde, di chi vede la vita spezzarsi a causa di quello che dovrebbe essere un diritto loro donato dalla costituzione. È giusto chiedersi quindi se il possedere un’arma in nome della democrazia non vada in realtà a ledere un altro grande diritto, quello alla libertà di sentirsi sicuri.

Fonti utilizzate per il presente articolo

https://constitution.congress.gov/constitution/amendment-2/

https://www.bbc.com/news/world-us-canada-41488081

https://edition.cnn.com/2023/03/06/politics/america-mass-shootings-2023-gun-violence/index.html

https://news.gallup.com/poll/470588/dissatisfaction-gun-laws-hits-new-high.aspx

https://www.aafp.org/about/policies/all/gun-violence.html

https://time.com/guns-in-america/

https://www.gunviolencearchive.org/reports/mass-shooting

https://www.theguardian.com/us-news/2023/apr/17/black-kansas-city-teen-shot-wrong-address

Costa F., Questa è l’America. Storie per capire il presente degli Stati Uniti e il nostro futuro. Mondadori, 2020.

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L'Autore

Chiara Giovannoni

Chiara Giovannoni, classe 2000, è laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Bologna. Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Strategie Culturali per la Cooperazione e lo sviluppo presso l’Università Roma3.

Interessata alle relazioni internazionali, in particolare alla dimensione dei diritti umani e alla cooperazione.

E’ volontaria presso un’organizzazione no profit che si occupa dei diritti dei minori in varie aree del mondo.

In Mondo Internazionale ricopre la carica di autrice per l’area tematica Diritti Umani.

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Diritti Umani

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