Quale strategia per contenere la Russia di Putin?

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  Redazione
  06 February 2023
  9 minutes, 53 seconds

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, membro del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Analisti e strateghi si chiedono se esista una strategia, a livello di teatro o globale, da disporre nei confronti della Russia, che sia capace di contrastare e possibilmente annullare le brame politico-territoriali di Putin e del suo gruppo di potere.

Una cosa è già certa: servirà abbondante pazienza, tempo in quantità e attenta riflessione sul da farsi. Tanto è che, oltre tre mesi dopo che la Russia ha iniziato le operazioni belliche contro l' Ucraina, appare del tutto ovvio che non ci sarà una soluzione rapida né alcun effetto catartico relativo a questo incubo bellico.

La situazione attuale registra solo il fallimento strategico dell’iniziale offensiva russa proveniente da nord per la conquista in breve tempo di Kiev. Mentre la Russia ripiega e poi avanza militarmente con l’ormai consueta brutalità, cercando di conquistare totalmente sia la regione del Donbass di rilevante interesse economico che gran parte dell'Ucraina meridionale, comprendente la strategica penisola della Crimea.

Il presidente russo, Vladimir Putin, attraverso il suo apparato propagandistico, spaccia l’esito di ogni avvenimento di cronaca bellica nei termini di una fulgida vittoria. Non mostrando alcun segno di abbandonare le sue fantasie di soggiogare militarmente lo stato ucraino.

Ma quel che è peggio, non ha mostrato ripensamenti sul suo (dichiarato) obiettivo strategico di modificare radicalmente la mappa geopolitica dell'Europa orientale tramite l’esclusiva prassi della sopraffazione. Nonostante le ingenti perdite in vite umane delle forze militari russe, il Cremlino continua pervicacemente la sua linea d'azione, scansando ogni soluzione passante per le vie diplomatiche.

Altre soluzioni

C’è chi propone di raggiungere provvisoriamente una condizione di stallo militare, che sotto il profilo tecnico non sarebbe male neanche per un leader prepotente come Putin.

Infatti, questa soluzione, per quanto temporanea, gli consentirebbe di continuare i suoi discorsi propagandistici di segno negativo sulla NATO, spacciata come potenza ostile alla sicurezza della Russia e nel contempo di negoziare con Kiev, ma da una (ritenuta) posizione di forza.

Putin, un po’ come tutti i dittatori, appare convinto che l'Occidente sia fragile quanto un invertebrato e pertanto non in grado di sostenere politicamente, ovvero da un punto di vista dell’ordine interno, un conflitto militare prolungato e indiretto con Mosca.

Egli pensa in ultima analisi che la solidarietà dell’Occidente con Kiev prima o poi si sgretolerà.

Come tutti i leader autocratici, ha in disprezzo la democrazia sottovalutandone le capacità di reazione e risveglio motivazionale. E’ accaduto lo stesso precedentemente alla II guerra mondiale e sappiamo com’è finita per tutti loro e la spietatezza dei loro regimi.

E’ possibile costituire una coalizione mondiale a sostegno dell'Ucraina?

In una situazione così caotica nella quale si rincorrono voci e intenzioni tra le più disparate, la costituzione di un'alleanza internazionale guidata dagli USA a sostegno dell'Ucraina è stata una proposta positiva. A tale proposito, l'incontro c’è stato e si è svolto presso la base aerea di Ramstein, in Germania, il 26 aprile scorso.

Lo scopo era quello di esaminare l'offensiva russa in corso nell'Ucraina orientale e discutere su come garantire assistenza continua. Poi sono state affrontate le problematiche relative al reale fabbisogno militare e logistico di questo paese.

A questo importante incontro del quale poco si è parlato, hanno partecipato 40 paesi, tra i quali Israele, Australia, Kenya, Tunisia, Corea del Sud e Giappone. Hanno inoltre partecipato tutti gli stati componenti dell'Unione Europea e della NATO .

Secondo le dichiarazioni dopo il vertice, rilasciate dal Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, questo nuovo “gruppo di contatto” globale continuerà a incontrarsi quasi mensilmente.

In quale direzione geopolitica si va?

La creazione di una struttura internazionale permanente non potrebbe essere più opportuna. Mentre gli alleati della NATO individualmente continuano a inviare equipaggiamenti letali e non letali di ogni tipo attraverso i confini dell'Ucraina, e poiché nessuno di loro si candidava o accettava di coordinare il flusso di aiuti militari, era essenziale che Washington prendesse l'iniziativa. E l’ha fatto, riuscendoci con successo.

A marzo, il Comando europeo degli Stati Uniti ha creato una nuova unità chiamata Centro di Controllo Europeo per l'Ucraina (ECCU) per coordinare e sincronizzare le consegne di munizioni e apparecchiature militari da Washington e dai suoi associati.

Altri 15 paesi partner, inclusi membri della NATO e alleati non NATO, hanno fornito personale a questo Centro.

Elevare la questione da un livello tattico a un livello politico di alto livello è un passo ritenuto di importanza cruciale per aiutare gli ucraini a ottimizzare il complesso delle forniture militari ricevute e poter così migliorare sia la pianificazione operativa che l’addestramento militare specifico.

Riportare indietro la Russia

L'aggressione della Russia ha creato una nuova realtà in ordine alla sicurezza europea, i cui i principi fondamentali relativi alla convivenza civile, ma anche a quelli di strategia militare, vengono sfidati tramite l'utilizzo della forza militare pura.

Secondo le dichiarazioni del premier russo e dei suoi ministri, l'estrema ambizione del Cremlino è quella di ricreare una sfera di influenza costituita da Stati satelliti, simile a quella configurata dall’Unione Sovietica nel contesto del Patto di Varsavia, negando nel contempo a questi ultimi il diritto di scegliere liberamente il proprio percorso democratico.

L’intenzione del gruppo dirigente del Cremlino è tuttora determinata nel voler realizzare tale strategia.

Di fronte a tale progetto, il prossimo passo dell’intero Occidente dovrà essere l'elaborazione e l’attuazione di una strategia più ampia e profonda nelle azioni e in sintonia con i partner internazionali contro il regime di Mosca.

Occorre un’ampia e profonda prospettiva

Andare oltre il semplice coordinamento sulle forniture di armi e sui bisogni logistici dell'Ucraina sarà importante e ineludibile per almeno tre motivi.

In primis, occorre delineare gli elementi di base utili ad una soluzione politica - condivisa sino ai dettagli - al conflitto, che siano accettati sia dagli alleati occidentali che da eventuali partner globali. E infine che i leader ucraini siano in grado di sostenerne l’onere della loro gestione.

In secundis, utilizzare tale strategia come veicolo di comunicazione chiave tra gli Stati membri della NATO, al fine di mantenere il sostegno generale, pubblico e delle istituzioni di ognuno, alla battaglia esistenziale finalizzata alla sopravvivenza dell'Ucraina intesa e accettata come stato sovrano contro qualsivoglia aggressore.

Attualmente tale impalcatura progettuale e di supporto mostra non pochi segni di fragilità.

In ultimo, è necessario consentire e organizzare la sincronizzazione di tutti gli strumenti disponibili che i partner della coalizione internazionale ritengono proficui per ridurre il margine di manovra della Russia in Europa.

E importante utilizzare un lessico appropriato

La scelta delle parole giuste è fondamentale. Devono essere quelle . spesso indecifrabili della politica o della diplomazia, ma quelle rese facilmente comprensibili dall'opinione pubblica.

Frasi o affermazioni nelle quali si afferma che bisogna “sconfiggere la Russia” oppure “l’Ucraina deve vincere” vanno intelligentemente evitate fino a quando i termini come “sconfitta” e “vittoria” siano esattamente definiti nei loro precisi significati sia politici a che militari. In caso contrario si potrà generare solo confusione e fallimenti.

Esigenza di chiarezza

Fin dall’inizio delle ostilità l’obiettivo strategico dell’alleanza occidentale è stato la conservazione della piena e intangibile sovranità dello Stato dell’Ucraina e della sua integrità territoriale.

Solo gli ucraini, attraverso i loro leader politici democraticamente eletti, dovranno poter decidere liberamente sulla loro futura forma di governo, sul loro status relativo alla sicurezza e sulla virtuosità delle loro relazioni con l’estero.

I rifugiati ucraini, e in particolare le centinaia di migliaia di ucraini che sono stati deportati nei “campi di filtrazione” russi, devono poter tornare a casa.

Solo le Nazioni Unite e la Corte penale internazionale potranno giudicare i crimini di guerra commessi dai militari russi.

Quale sarà la strategia finale?

Sarà quella di rendere l’Ucraina un paese libero e indipendente da chiunque, Mosca compresa. Senza che la sua economia venga resa allo stato larvale dalla perdita del Donbass dove risiedono le sue risorse industriali.

Infine che possa mantenere il completo accesso ai porti e alle rive del mar Nero.

Altre cruciali questioni, tutte ancora in gran parte da definire, riguarderanno il futuro dei rapporti politici e di sicurezza tra Ucraina e Federazione Russa e la scottante controversia sui territori della Crimea e Donbass, abusivamente occupati dai russi nel 2014.

Mantenere la sovranità dell'Ucraina entro i confini del 2014 sarà l'obiettivo minimo per l'Ucraina ei suoi partner.

Alla luce delle estese ambizioni di Mosca in territorio europeo, già manifestate con la sopraffazione nei confronti della Moldova, Crimea e Georgia, Strasburgo dovrebbe stabilire decise politiche internazionali capaci di ridurre e/o fungere da deterrente per l’aggressività russa verso gli stati limitrofi, della NATO e non.

Unire i punti della complessità

Per raggiungere questi obiettivi gioverà capirne tutta la complessità rappresentata dai fattori e misure che entrano in gioco, quali : attività di emergenza sociale, capacità di difesa nella "cyberwar", assistenza totale agli immancabili quanto numerosissimi profughi, organizzazione delle comunicazioni a livello tattico e strategico, stabilire specifici tribunali per processare i crimini bellici e, non in ultimo, potenziare e poter gestire un apparato diplomatico che sia profondo conoscitore di quegli Stati che attualmente simpatizzano - anche economicamente – con il Cremlino, come India e Repubblica Cinese.

La Nato è all’opera

La NATO è l'unica organizzazione in grado di dimostrare in modo credibile un livello più elevato di deterrenza militare e di difesa attraverso l'intero spettro delle potenziali minacce russe contro i propri alleati.

Al vertice straordinario di marzo scorso, i leader della NATO hanno già deciso di riadattare la deterrenza e la difesa a lungo termine dell'Alleanza.

In risposta all'aggressione brutale di Mosca contro l'Ucraina, la NATO al momento attuale ha già mobilitato la sua “NATO Response Force(NRF) e ha deciso di istituire quattro nuovi battaglioni multinazionali nella regione del Mar Nero.

Finora, la maggior parte di questi schieramenti sono istituiti come temporanei, anche se gli alleati destinatari si esprimono con forza affinché rimangano più a lungo o, ancora meglio, che la NATO sia presente con interi reparti armati che stazionino permanentemente.

Tali dislocazioni della forza NATO costringerebbe l'Alleanza a infrangere formalmente l’accordo stretto con Mosca nel 1997 che vieta lo stazionamento di ingenti forze di combattimento o armi nucleari e di non edificare infrastrutture militari sul territorio dei suoi nuovi stati membri dell'Europa orientale.

Alla luce della ostinata politica bellica putiniana a danno della popolazione ucraina, la NATO dovrà rivedere le sue esercitazioni per prepararsi e addestrarsi per fronteggiare al meglio tali nuove minacce.

E gli altri Stati ?

I problemi aumentano quando si considerano stati “associati” della NATO come la Moldova, Georgia e Bosnia ed Erzegovina, che aspirano a far parte dell’Alleanza.

In questi casi i programmi di addestramento e di rinnovo dell’equipaggiamento finanziati dalla NATO non saranno sufficienti.

Ciò è ancora più valido e sostenibile per quanto riguarda la Moldova, apertamente minacciata e destabilizzata da Mosca.

Se le forze russe dovessero utilizzare la piccola regione separatista filo-russa della Transnistria come trampolino di lancio militare per attaccare Odessa anche da ovest, la sicurezza moldava sarebbe seriamente minacciata.

Per evitare questo scenario, l'Alleanza dovrebbe pensare di offrire una sorta di garanzie di sicurezza per la Moldova.

Conclusione

Un'intelligente divisione del lavoro da ultimare tra la NATO e l'UE potrebbe includere quest'ultima in una sorta di piano Marshall per la ripartenza dell'Ucraina, sia economica che militare.

Progettare la dimensione militare di una strategia globale contro la Russia è cruciale. Ma altrettanto cruciale sarà delineare le componenti a latere di tale strategia.

Il messaggio a Putin deve essere diretto, forte e chiaro nel dimostrare la determinazione dell’Europa libera di sventare i suoi piani, finora così sinistri.

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Russia guerra