La Giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro: l’importanza della prevenzione

  Focus - Allegati
  28 aprile 2024
  16 minuti, 59 secondi

Autori:

- Sofia Manaresi - Senior Researcher Mondo Internazionale G.E.O. Cultura & Società
- Matteo Restivo - Senior Researcher Mondo Internazionale G.E.O. Cultura & Società
- Francisco Duran - Head Researcher Mondo Internazionale G.E.O. Cultura & Società

Abstract:

L'Organizzazione Internazionale del Lavoro ha istituito la "Giornata Mondiale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro" il 28 aprile di ogni anno nel 2003, come momento di riflessione sui rischi nei luoghi di lavoro e sulle misure preventive. Questo articolo esamina norme internazionali come la Convenzione sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro e le iniziative educative in Italia, come il "D.Lgs. 81/08", sottolineando il ruolo cruciale di istruzione e formazione. Le sfide nell'implementare tali misure sono evidenziate anche nel contesto europeo, nonostante l'adozione di direttive come la Direttiva Quadro sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro (89/391/CEE). In Italia, l'evoluzione legislativa è graduale ma disconnessa, con lacune nell'attuazione pratica e nella qualifica professionale nel settore della sicurezza sul lavoro, nonostante la ratifica di diverse convenzioni internazionali.

I. Introduzione:

Nel 2003 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha istituito la celebrazione della “Giornata per la sicurezza sul lavoro” il 28 aprile di ogni anno. Tale giorno, deve essere considerato come un momento di riflessione e confronto sui temi legati alla cultura della prevenzione e della sensibilizzazione dei datori di lavoro e dei lavoratori sui rischi presenti nei luoghi di lavoro e sulle misure da adottare per prevenirli.

Le statistiche sugli infortuni e le morti bianche sul lavoro sono aumentate negli ultimi anni e questo drammatico dato ci impone più che mai alcune riflessioni importanti sul tema e ci spinge a denunciare alcuni aspetti che dovrebbero essere ben noti all’opinione pubblica e ai rappresentanti politici e sindacali.

Per tale ragione, a valle della definizione e dell’analisi dei tratti distintivi dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e degli strumenti che può mettere in pratica per attuare la propria normativa internazionale – come la Convenzione sulla sicurezza e la salute sul lavoro, la Raccomandazione sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro o la Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro – ci si interroga sulle forme migliori al supporto della prevenzione dei rischi: l’istruzione e la formazione, come motori della promozione della sicurezza sul lavoro in tutto il mondo.

In conclusione, si provvederà a fornire un quadro sintetico del sistema legislativo in Italia attraverso l’esame dei principali atti che regolano la materia e di alcune carenze che questo sistema ancora presenta.

II. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro e i suoi strumenti

La creazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) risale al 1919, nell'ambito del Trattato di Versailles che pose fine alla Prima Guerra Mondiale, con l'intento di riflettere la convinzione che la pace universale e duratura possa essere realizzata solo se fondata sulla giustizia sociale.

La Costituzione dell'ILO fu redatta nei primi mesi del 1919 dalla Commissione del Lavoro, presieduta da Samuel Gompers, capo della Federazione Americana del Lavoro (AFL) negli Stati Uniti. Era composta dai rappresentanti di nove paesi: Belgio, Cuba, Cecoslovacchia, Francia, Italia, Giappone, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti. Il processo portò alla creazione di un'organizzazione tripartita, unica nel suo genere, che riunisce rappresentanti dei governi, datori di lavoro e lavoratori nei suoi organi esecutivi.

Alla base del lavoro dell'ILO è l'importanza della cooperazione tra governi e organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori nel promuovere il progresso sociale ed economico. La struttura stessa dell'ILO, in cui lavoratori e datori di lavoro hanno una voce pari a quella dei governi nelle sue deliberazioni, mostra il dialogo sociale in azione, assicurando che le opinioni dei partner sociali siano strettamente riflesse nelle norme del lavoro, nelle politiche e nei programmi dell'ILO. Esso promuove questo tripartitismo all'interno dei suoi costituenti - datori di lavoro, lavoratori e Stati membri - promuovendo il dialogo sociale tra sindacati e datori di lavoro nella formulazione, e quando appropriato, nell'attuazione della politica nazionale su questioni sociali, economiche e di molti altri settori. Il 1946 segnò il momento in cui l'ILO divenne un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite di recente formazione.

II.I. La Convenzione sulla sicurezza e la salute sul lavoro

La Convenzione sulla sicurezza e la salute sul lavoro del 1981 (n. 155), costituisce un documento di rilevanza internazionale che mira a promuovere standard uniformi e pratiche coerenti per la protezione dei lavoratori in tutte le attività economiche. Gli elementi chiave di questo trattato possono essere individuati attraverso una disamina dei suoi articoli principali.

Il primo elemento rilevante è delineato nell'articolo 4, che sottolinea l'importanza per ciascun membro di formulare e implementare una politica nazionale coerente sulla sicurezza e la salute sul lavoro, in consultazione con le organizzazioni più rappresentative di datori di lavoro e lavoratori. Tale politica mira a prevenire incidenti e lesioni alla salute sul lavoro, riducendo al minimo, per quanto ragionevolmente possibile, le cause di pericoli presenti nell'ambiente lavorativo. Un secondo elemento chiave è rappresentato dall'articolo 10, che sottolinea l'importanza di fornire orientamenti a datori di lavoro e lavoratori per aiutarli a conformarsi agli obblighi legali in materia di sicurezza e salute sul lavoro. L'articolo 16 costituisce un altro aspetto cruciale del trattato, stabilendo l'obbligo per i datori di lavoro di garantire, per quanto ragionevolmente possibile, che i luoghi di lavoro, le macchine, le attrezzature e i processi sotto il loro controllo siano sicuri e privi di rischi per la salute dei lavoratori. Un ulteriore punto di rilievo è rappresentato dall'articolo 19, che sottolinea l'importanza di istituire meccanismi di cooperazione tra datori di lavoro e lavoratori, compresa la fornitura di informazioni adeguate, la formazione in materia di sicurezza e salute sul lavoro e la consultazione regolare tra le parti interessate. Infine, l'articolo 21 sottolinea il principio secondo cui le misure di sicurezza e salute sul lavoro non dovrebbero comportare alcuna spesa per i lavoratori, evidenziando così l'importanza di garantire che tali misure siano fornite a spese dei datori di lavoro.

II.II. La Raccomandazione sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro

La Raccomandazione sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro del 1981, emessa dalla Conferenza generale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), offre una guida dettagliata per la promozione e la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori in tutti i settori dell'attività economica. La raccomandazione si basa sui principi sanciti dalla Convenzione sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro del 1981, fornendo linee guida specifiche per l'attuazione di politiche nazionali, l'azione a livello delle imprese e il coordinamento internazionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Il testo inizia definendo l'ambito e le terminologie chiave, stabilendo che le disposizioni della raccomandazione dovrebbero essere applicate a tutte le branche dell'attività economica e a tutte le categorie di lavoratori. Vengono inoltre delineate le definizioni di concetti chiave come "luogo di lavoro" e "salute", che include sia l'assenza di malattia che i fattori fisici e mentali correlati alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Successivamente, la raccomandazione si suddivide in sezioni che delineano gli ambiti tecnici di azione, l'azione a livello nazionale e l'azione a livello dell'impresa. Queste sezioni forniscono dettagliate indicazioni sulle misure da adottare per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori, compresa la progettazione dei luoghi di lavoro, l'illuminazione, la ventilazione, la formazione dei lavoratori, le procedure di emergenza e molto altro ancora. Importanti sono anche le disposizioni riguardanti la collaborazione tra autorità pubbliche, datori di lavoro, lavoratori e loro rappresentanti, al fine di promuovere la cooperazione e il coordinamento nella gestione della sicurezza e della salute sul lavoro. Viene posta particolare enfasi sulla protezione dei lavoratori che segnalano violazioni delle normative o carenze nelle misure di sicurezza adottate dai datori di lavoro. Infine, la raccomandazione stabilisce il collegamento con le convenzioni e le raccomandazioni internazionali del lavoro esistenti, incoraggiando gli Stati membri a fare riferimento a tali strumenti normativi nell'elaborazione e nell'applicazione delle politiche nazionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

II.III. La Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro.

La Convenzione 187 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) del 2006, intitolata "Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro", è un importante strumento internazionale che mira a migliorare la salute e la sicurezza dei lavoratori in tutto il mondo. Essa si basa sui principi sanciti nella Costituzione dell'ILO e riconosce l'importanza di proteggere i lavoratori contro lesioni, malattie e decessi sul posto di lavoro.

La convenzione definisce una serie di termini chiave, tra cui "politica nazionale", "sistema nazionale di salute e sicurezza sul lavoro" e "cultura nazionale di prevenzione in materia di sicurezza e di salute", fornendo così una base comune per l'azione dei paesi membri.

Tra gli obiettivi principali della Convenzione vi è la promozione di politiche nazionali, sistemi e programmi volti a migliorare continuamente la sicurezza e la salute sul lavoro. Questi sforzi devono essere condotti in consultazione con le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative.

La Convenzione sottolinea l'importanza della valutazione periodica delle misure adottate per la ratifica delle convenzioni pertinenti dell'ILO relative alla sicurezza e alla salute sul lavoro. Inoltre, promuove attivamente una cultura di prevenzione che includa informazione, consultazione e formazione a tutti i livelli.

Essa stabilisce anche requisiti per i sistemi nazionali di salute e sicurezza sul lavoro, che devono includere legislazione, autorità competenti, meccanismi di ispezione, cooperazione tra direzione e lavoratori, servizi di informazione e consulenza, formazione, servizi sanitari, ricerca e raccolta di dati sulle lesioni e le malattie professionali.

Inoltre, la Convenzione prevede l'elaborazione, l'attuazione, il monitoraggio e la revisione periodica di programmi nazionali di sicurezza e di salute sul lavoro, che devono essere sviluppati in consultazione con le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative e devono contribuire alla protezione dei lavoratori riducendo i rischi sul luogo di lavoro.

IV. Ruolo dell'istruzione e della formazione nella sicurezza sul lavoro:

L’istruzione e la formazione rivestono un ruolo fondamentale nella promozione della sicurezza sul lavoro in tutto il mondo. I programmi di istruzione e formazione sono progettati per fornire ai lavoratori le competenze necessarie per riconoscere i rischi sul luogo di lavoro, adottare pratiche sicure e rispondere efficacemente in situazioni di emergenza.

In Italia, sono stati implementati diversi programmi educativi e formativi per migliorare la sicurezza sul lavoro. Uno dei più noti è il “D.Lgs. 81/08”, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza. Questa legge ha introdotto obblighi specifici per i datori di lavoro, compresi quelli relativi alla formazione dei dipendenti sulla sicurezza sul lavoro. I datori di lavoro devono fornire formazione ai lavoratori sui rischi specifici legati alle loro mansioni, nonché sull’uso corretto di attrezzature e dispositivi di protezione individuale. “La sicurezza sul lavoro è la condizione di far svolgere a tutti coloro che lavorano, la propria attività lavorativa in sicurezza, senza esporli a rischio di incidenti o malattie professionali” (Decreto 81/08). L’efficacia di questi programmi in Italia può essere valutata attraverso una serie di indicatori, tra cui il tasso di incidenti sul lavoro, la conformità alle normative di sicurezza e la percezione dei lavoratori sulla qualità della formazione ricevuta. Nel corso degli anni, l'Italia ha registrato una riduzione significativa degli incidenti sul lavoro, il che suggerisce che i programmi educativi e formativi hanno avuto un impatto positivo sulla sicurezza sul lavoro (L. Ruffino, 2024).

A livello scolastico, con l’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro è stato necessario prevedere una formazione generale in materia di “Salute e Sicurezza sui luoghi di Lavoro” ai sensi del D. Lgs n. 81/08 s.m.i. Il MIUR in collaborazione con l’INAIL ha realizzato uno specifico percorso formativo da seguire in modalità eLearning, dal titolo “Studiare il lavoro”- La tutela della salute e della sicurezza per gli studenti lavoratori in Alternanza Scuola Lavoro. Formazione al Futuro (Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca).

L'Unione Europea (UE) ha sviluppato normative e direttive per promuovere la sicurezza sul lavoro in tutti gli Stati membri e ha istituito diverse agenzie e istituzioni per monitorare e promuovere le migliori pratiche in materia di sicurezza occupazionale. Una delle principali agenzie dell'UE nel campo della sicurezza sul lavoro è l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA). EU-OSHA svolge un ruolo cruciale nel raccogliere e diffondere informazioni sulle migliori pratiche in materia di sicurezza sul lavoro, nonché nel coordinare campagne di sensibilizzazione e promozione della sicurezza (INAIL, 2016). A livello normativo, l'UE ha adottato diverse direttive per stabilire standard minimi di sicurezza e salute sul lavoro in tutti gli Stati membri. Ad esempio, la Direttiva quadro sulla sicurezza e la salute sul lavoro (89/391/CEE) stabilisce i principi generali della prevenzione dei rischi sul lavoro e richiede che gli Stati membri adottino misure per promuovere la sicurezza e la salute dei lavoratori. Inoltre, l'UE ha istituito il Fondo sociale europeo (FSE), che fornisce finanziamenti per progetti volti a migliorare la formazione e le competenze dei lavoratori, compresa la formazione sulla sicurezza sul lavoro. Attraverso il FSE, gli Stati membri possono sviluppare programmi educativi e formativi mirati a migliorare la consapevolezza dei rischi sul lavoro e ad aumentare le competenze dei lavoratori nel prevenire gli incidenti sul lavoro (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali). Inoltre, l'Unione Europea promuove l'inclusione della sicurezza sul lavoro nell'istruzione scolastica attraverso programmi come il Programma per l'istruzione e la formazione 2021-2027 (Erasmus+), che sostiene progetti educativi innovativi e collaborazioni tra scuole, istituzioni educative e aziende per sviluppare competenze relative alla sicurezza e alla salute sul lavoro.

In conclusione, l'istruzione e la formazione svolgono un ruolo essenziale nella promozione della sicurezza sul lavoro in Italia e in tutto il mondo. Attraverso programmi educativi e formativi mirati, è possibile migliorare la consapevolezza dei lavoratori sui rischi sul luogo di lavoro e ridurre gli incidenti, contribuendo così a creare ambienti di lavoro più sicuri e salutari per tutti.

V. Il caso Italiano

La storia della legislazione sulla sicurezza sul lavoro in Italia evidenzia un'evoluzione graduale, ma spesso disconnessa, nel corso dei decenni. Sebbene la prima legge organica sulla prevenzione degli infortuni sia stata promulgata nel 1955, è stato solo nel quinquennio 1991-1996 che si è assistito a una vera innovazione sistematica, con l'adozione delle Direttive Comunitarie del "nuovo approccio" e la creazione di un sistema ispettivo basato principalmente sulle Aziende Sanitarie Locali.

Il decreto legislativo 626/94 ha segnato un importante passo avanti, istituendo requisiti tecnici più stringenti e un sistema di controllo più efficace, ma ha anche evidenziato la mancanza di competenze nel settore. La formazione specifica in materia di sicurezza sul lavoro è emersa solo negli anni '90, con l'istituzione dei corsi universitari dedicati, ma il numero di professionisti formati è rimasto insufficiente e la qualità della formazione spesso carente.

Anche la formazione per i Responsabili ed Addetti ai servizi di prevenzione e protezione aziendali è stata oggetto di intervento solo dopo una procedura di infrazione dell'Unione Europea nel 2003. Tuttavia, i requisiti formativi minimi stabiliti nel 2006 non sono stati considerati sufficienti per acquisire le competenze necessarie.

Mentre le leggi si sono evolute nel corso degli anni, l'attuazione pratica è stata spesso inefficace. Molti operatori della sicurezza si affidano a metodi discutibili e poco scientifici per valutare i rischi e gestire la sicurezza sul lavoro. La mancanza di conoscenze in discipline fondamentali come la statistica, la psicologia comportamentale e l'ergonomia compromette la capacità di progettare e gestire efficacemente la sicurezza.

La situazione attuale dimostra una grave carenza di competenze e una scarsa preparazione nel settore della sicurezza sul lavoro. È necessario rivisitare il sistema di qualificazione professionale e migliorare la formazione per garantire una vera protezione dei lavoratori.

Attualmente, l'Italia ha ratificato diverse convenzioni internazionali riguardanti la sicurezza sul lavoro. Queste includono la Convenzione 152 dell'ILO del 1979 concernente la sicurezza ed igiene nelle operazioni portuali, la Convenzione 155 del 1981 che tratta della salute e sicurezza sul lavoro, e la Convenzione 167 dell'ILO del 1988 che riguarda l'igiene e la sicurezza nelle costruzioni. Inoltre, l'Italia ha ratificato la Convenzione 187 del 2006, intitolata "Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro", insieme al Protocollo 155 del 2022 relativo alla convenzione sulla salute e sicurezza sul lavoro del 1981.

Secondo l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), nel 2017 le denunce di infortunio sul lavoro presentate in Italia sono state poco più di 641 mila. Di queste, gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati poco meno di 417 mila, con circa il 19% che si sono verificati "fuori dall'azienda", come durante il trasporto o nel tragitto casa-lavoro. Questo dato è rilevante per valutare con precisione le politiche di prevenzione. Gli infortuni accertati "sul lavoro" sono stati 617, di cui il 58% avvenuti "fuori dall'azienda". Nei primi cinque mesi del 2018, i casi mortali denunciati sono stati 389, 14 in più rispetto allo stesso periodo del 2017. In termini relativi, l’Italia si posiziona leggermente sotto la media europea per numero di infortuni e di malattie professionali, sebbene sia solo seconda alla Francia per numero di infortuni letali.

VI. Conclusioni

In conclusione, questa analisi si offre come uno strumento di interpretazione dei più recenti sviluppi intorno al tema della sicurezza e della salute sul posto di lavoro. Dall’analisi del quadro normativo internazionale alle questioni legate alle migliori forme di educazione alla prevenzione dei rischi, emerge uno spazio di movimento delle leggi ben definito e alcune carenze che non permettono ancora la riduzione degli incidenti e delle morti sul lavoro.

Infatti, se l’istruzione e la formazione rivestono un ruolo fondamentale nella promozione della sicurezza sul lavoro in tutto il mondo – in termini anche di progettazione che vuole fornire ai lavoratori le competenze necessarie per riconoscere i rischi ed evitare i pericoli adottando pratiche sicure ed efficaci – la consapevolezza delle buone pratiche vacilla e non permea trasversalmente tutte le categorie di lavoratori.

In Italia, gli ultimi dati disponibili per morti e infortuni sul lavoro, nonché circa la contrazione di malattie sul luogo di lavoro, riflettono una situazione che migliora a stento e che rischia di scatenare una forte baraonda sociale:

  • Nel 2023, secondo l’INAIL, sono stati segnalati quasi tre casi di morte sul lavoro al giorno; se il dato è in calo del 4,5% rispetto al 2022, i numeri di decessi e incidenti mortali plurimi non conforta le persone e i datori di lavoro;
  • Nel 2023, sono state presentate mezzo milione di denunce di casi di infortunio sul lavoro, in calo del 16,1% rispetto ai numeri del 2022;
  • Nello stesso anno, infine, sono aumentate del 22,6% le denunce di malattie che hanno a che fare con patologie legate al sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo. Aumentano, inoltre, le malattie del sistema nervoso, le patologie a carico dell’orecchio e dell’apofisi, nonché quelle tumorali – che aumentano addirittura del 23,8%.

La giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro, che ricade proprio il 28 aprile di ogni anno, in concomitanza con la pubblicazione di questo articolo, non è ancora motivo di festeggiamento dei traguardi raggiunti, ma rappresenta un momento fondamentale per denunciare e ammonire una gestione ancora non ottimale della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro.



FONTI:

Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, La Direttiva quadro sulla SSL. (Ultimo aggiornamento: 13/12/2021). (1-A)

D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106. Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro. Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 - Suppl. Ordinario n. 108. (1-A)

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