Stage non retribuiti: coniugare abilità e retribuzione

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  16 novembre 2022
  2 minuti, 7 secondi

MIPP – Occupabilità giovanile

A cura di Valeriana Savino – Senior Policy Analyst

“Stage non retribuiti: coniugare abilità e retribuzione”

L’abolizione degli stage non retribuiti

Negli ultimi anni molti giovani stanno ribadendo l’importanza di stabilire un compenso minimo per tutti gli stage. La popolazione giovanile chiede che i tirocini vengano considerati alla pari del lavoro.

L’Unione Europea si è schierata dalla parte dei giovani. Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che condanna la pratica dei tirocini non retribuiti quale forma di sfruttamento del lavoro dei giovani e una violazione dei loro diritti.” Tuttavia, il Parlamento europeo non si è spinto fino al punto di chiedere che questa pratica venga del tutto vietata per legge in tutti i 27 Paesi membri. I deputati hanno bocciato due emendamenti (praticamente identici), il primo presentato dal gruppo socialista e il secondo da quello dei Verdi, che chiedevano di “vietare in modo effettivo e applicabile i tirocini e gli apprendistati non remunerati”. Quindi l’Unione Europea si dice a favore dell’abolizione dei tirocini retribuiti, allo stesso tempo non riesce a mettere d’accordo le parti per vietarli nei Paesi membri.

Tirocini: punto di forza per l’inserimento nel mondo del lavoro

Molti studenti e giovani laureati sostengono che i tirocini gratuiti possano beneficiare i giovani e aiutarli a inserirsi nel mondo del lavoro. I giovani, lavorando in un settore di proprio interesse, sviluppano abilità richieste dalle aziende che poi andranno ad assumerli in futuro. Quindi, il tirocinante riceve qualcosa in cambio dall’azienda anche se il tirocinio non è retribuito. In più, per le aziende assumere uno stagista senza esperienza rappresenta inizialmente un costo e solo nel tempo verrebbe eventualmente ripagato. L’85% degli studenti intervistati per un sondaggio, condotto dalla Nace Foundation, ha dichiarato che i tirocini non pagati che avevano svolto erano stati molto utili per i loro obiettivi di carriera.

In Italia gli stage curriculari, quelli inseriti all’interno di un ciclo di studi, non prevedono un rimborso spese minimo o alcun tipo di retribuzione obbligatoria. Questo tipo di tirocinio non è da considerare come un normale contratto di lavoro. Si instaura un rapporto tra il tirocinante e il soggetto che lo ospita, mediato dall’ente intermediario cioè l’Università. Gli stage extracurriculari, invece, consistono in un periodo di formazione e orientamento nei luoghi di lavoro. Si parte da un’indennità minima di 300 euro lordi a livello nazionale, che si alza in alcune regioni, ma non sempre vengono pagati.

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