Abbronzatura: ciò che ti serve sapere per la salute della tua pelle

Caratteristiche β-carotene e sintesi vitamina D

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  Redazione
  12 agosto 2020
  4 minuti, 7 secondi

A cura di Serena Sanetti

Agosto: tempo di vacanze e, come ogni anno, in molti sopraggiunge il desiderio di abbronzarsi. C’è chi passa ore sotto al sole, chi vorrebbe raggiungere il massimo risultato rimanendoci il minor tempo possibile e chi si affida a quel detto che suggerisce di mangiare carote per un’abbronzatura da urlo ...

Perché proprio le carote? Sono associate ad una buona abbronzatura perché contengono un’importante molecola che aiuta a proteggere la pelle: il β-carotene, un carotenoide. Alimenti ricchi di β-carotene sono frutta (come melone, albicocche, pesche), verdura (carote, zucche, peperoni, lattuga, spinaci, broccoli), cereali e oli. È il precursore della vitamina A, perciò influisce positivamente sulla vista, sulla pelle e sulle ossa. In sinergia con altri composti, nell'ottica di un’alimentazione sana e variegata, è molto utile per la salute del sistema cardio-vascolare e neurologico e come alleato del sistema immunitario. Ha un’importante funzione antiossidante, agisce quindi contro i radicali liberi, infiammazione e invecchiamento cellulare e danni da radiazioni. Questo lo rende utile contro le scottature. Infatti, la più conosciuta delle funzioni del β-carotene è quella di migliorare la salute della pelle, contribuendo a ridurne la sensibilità durante l’esposizione ai raggi solari. Per questo motivo, il β-carotene può essere anche aggiunto alle creme solari.

Uno studio del 2012 ha esaminato come si possa influire sulla protezione della pelle contro i danni del sole attraverso una dieta contenente β-carotene e altri carotenoidi, come licopene e fitofluene. Alcune molecole con strutture adatte assorbono la luce UV e, con i loro effetti fotoprotettivi, prevengono danni alle cellule, in particolare: al DNA, tissutali ed eritemi solari da parte dei raggi UV. Sono necessarie diverse settimane perché compaiano questi effetti a causa del tempo di turnover fisiologico della pelle. Sebbene la fotoprotezione garantita da questi composti sia notevolmente inferiore a quella ottenuta da creme solari, un approvvigionamento ottimale di micronutrienti antiossidanti aumenta la difesa dermica contro l'irradiazione UV. Le dosi consigliate di β-carotene per i soggetti sani variano fra i 2 mg (che troviamo ad esempio in circa 100 g di albicocche) e i 6 mg (circa 100 g di carote) al giorno. Attenzione quindi a non esagerare con gli integratori di β-carotene: un eccesso può provocare l’alterazione del colore della pelle, disturbo che scompare con la diminuzione di carotene assunto. Particolare attenzione all'eccesso di β-carotene va tenuta dai fumatori: un surplus può infatti provocare un rischio maggiore di cancro al polmone rispetto all'assunzione di dosi ottimali. Non devono eccedere nell'assunzione di β-carotene nemmeno le donne in gravidanza o che stanno allattando.

Prendere il sole, però, non è soltanto un piacevole passatempo. Serve a sintetizzare la vitamina D, la quale svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del metabolismo di calcio e fosforo e nella salute delle ossa. Può essere assimilata attraverso la dieta (alimenti ricchi sono olio di fegato di merluzzo, sgombro, salmone, uova, latte e derivati), con fabbisogno giornaliero stimato a 10 µg (ad esempio 4 g di olio di fegato di merluzzo), ma può essere appunto sintetizzata anche dal nostro organismo attraverso l’esposizione della pelle al sole. È difficile quantificare il tempo necessario, poiché dipende dalla latitudine, dalla quantità di melanina di ogni individuo e da altri fattori determinanti, tuttavia un tempo ragionevole e indicativo è un quarto d’ora ogni giorno. Il corpo umano è in grado di accumulare delle riserve in caso di necessità. Non è necessario esporre tutto il corpo, ma basta lasciare al sole le braccia, il viso, le gambe o la schiena.

È legittimo chiedersi se la crema solare interferisca con la sintesi di vitamina D. Secondo gli studi disponibili, applicare la protezione solare non ne influenza la sintesi da parte del nostro organismo: una ricerca pubblicata sul British Journal of Dermatology nel 2019 ha preso in esame un gruppo di persone che in una settimana sono state sottoposte a esposizione solare a Tenerife con crema SPF 15 (Sun Protection Factor). La produzione di vitamina D è risultata nella norma. Infatti, sebbene la crema solare schermi i raggi UV per proteggere dagli eritemi solari, per la sintesi della vitamina ne bastano dosi basse. La crema solare è di vitale importanza per la protezione della nostra pelle. Bisogna applicarla almeno 20 minuti prima dell’esposizione e poi ogni due ore per far sì che sia efficace contro l’invecchiamento precoce della pelle, scottature, eritemi e tumori cutanei.

In conclusione, è consigliato prendere un po’ di sole per garantire la sintesi di vitamina D, e possiamo arricchire la dieta con β-carotene per aiutare la nostra pelle a mantenersi in salute. Ricordiamo però che non è sufficiente e la crema solare non preclude assolutamente la possibilità di una bella tintarella e dei suoi effetti positivi.

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