Il tempo che ti “meriti”

Il tempo è una condizione universale, a cui tutti siamo sottoposti, ma non democratica. Il tempo di ciascuno ha un valore e un prezzo diverso. Un'analisi sull'attesa come mezzo politico ed economico, capace di generare privilegio e disuguaglianza

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  Francesca Bellini
  24 ottobre 2022
  4 minuti

Se fra qualche giorno dovessi partire per andare da Milano a Roma con un treno ad alta velocità impiegherei poco più di tre ore, spendendo una media di ottantacinque euro a biglietto. Se invece decidessi di optare per una soluzione più economica, prendendo quindi un intercity, pagherei circa la metà del prezzo del treno ad alta velocità, però impiegherei otto ore. Se invece intraprendessi un viaggio da Milano a New York potrei pagare seicento euro di biglietto per un volo diretto di nove ore, ma se volessi risparmiare, potrei pagarne quattrocento per un volo, con scalo, che impiega però diciassette ore.

Se vado in aeroporto devo tenere in considerazione che dovrò aspettare il tempo per imbarcare il mio bagaglio e poi il tempo in fila per salire sull’aereo. Lo stesso vale per l’ingresso ad un parco divertimento, oppure per entrare ad un concerto. Tutto a meno che io non disponga di un biglietto “salta fila” che mi permetta di risparmiare il tempo della coda, superando tutti gli altri. Naturalmente queste agevolazioni “salva tempo” implicano un sovrapprezzo rispetto al costo originario che non tutti si possono permettere. 

Il tempo è una condizione universale, ma non democratica. Ognuno, infatti, è regolamentato dalle lancette dell’orologio o dal passare delle giornate, ma il tempo di diverse persone ha un valore differente. Se sei un dirigente di azienda, e hai i mezzi per dimostrarlo, in aeroporto passerai prima: il tempo ha un costo ed è una risorsa, alcuni ne hanno troppo, altri ne hanno troppo poco.

Secondo l’antropologa Nadia El-Shaarawi (2015), è sempre più diffuso lo studio della marginalità e dell’ineguaglianza considerando la dimensione spaziale: se risiedi in periferia oppure se vivi in centro, se hai una casa oppure se sei un senza tetto. Ma in questa analisi ci si dimentica spesso la condizione temporale, quanto quindi l’incertezza non sia solo generata dal “luogo”, ma anche dal tempo. Se sono malato e vado in pronto soccorso non so quanto dovrò aspettare, se invece ho i mezzi economici per pagare un medico privato so che la mia visita avrà una data ben precisa. Secondo un report del Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, pubblicato nel 2018, il tempo di attesa per una visita oculista con sistema sanitario pubblico è di ottantotto giorni, se invece mi rivolgo come privato solvente dovrò aspettarne solo sei. Lo stesso è stato per il Covid, quando a causa della pandemia la Lombardia ha deciso di sospendere nei pronti soccorsi e nei dipartimenti di emergenza tutti gli interventi programmati. E quando la Regione ha deliberato il riavvio delle attività ordinarie degli ospedali, le liste di attesa sono andate solo peggiorando, e in molti casi rivolgersi ai privati è stato l’unico modo per riuscire a farsi curare (Agnoletto, 2020). Quando poi i tamponi scarseggiavano, rivolgersi a strutture private era il modo più veloce, e anche più costoso, per uscire dalla prigionia domestica.

Melanie Griffiths (2014), antropologa inglese, ha teorizzato quanto l’attesa possa essere di per sé una causa di sofferenza e quanto il tempo sia uno strumento di potere. I migranti extra europei di tempo ne hanno troppo. In un limbo spaziale e temporale aspettano di poter partire, di riuscire ad attraversare il confine. E quando arrivano aspettano in fila per un posto letto, in fila per poter mangiare alla mensa comune, in fila per poter essere visitati, in fila per ottenere l’asilo, di nuovo in fila per andare in questura, per ottenere i documenti, per essere riconosciuti dalla legge. Non si tratta di un’attesa naturale, ma regolamentata dalla politica e dall’economia. Perché il tempo, come lo spazio, sono sempre inseriti in un sistema più grande (Gross, 1982). E se devi aspettare è perché il tuo tempo, e la tua vita, vengono valutati con un valore inferiore.

Bibliografia:

Agnoletto, Vittorio, 2020. “Senza Respiro”, Altreconomia

Consorzio per la ricerca economica applicata in Sanità, 2018. “Osservatorio sui tempi di attesa e sui costi delle prestazioni sanitarie nei Sistemi Sanitari Regionali. Report”, [https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato2112108.pdf]

El-Shaarawi, Nadia, 2015. Living an Uncertain Future: Temporality, Uncertainty and Well-Being among Iraqi Refugees in Egypt. Social Analysis 59

Griffiths, Melanie. 2014. “Out of Time: The Temporal Uncertainties of Refused Asylum Seekers and Immigration Detainees.” Journal of Ethnic and Migration Studies 40, no. 12: 1991–2009

Gross, D. 1982. “Time-Space Relations in Giddens’ Social Theory.” Theory, Culture & Society 1 (2): 83–88

Immagine: https://unsplash.com/photos/a4...

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Francesca Bellini

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