La politica e i media - Parte 1

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  Graziana Gigliuto
  31 maggio 2021
  4 minuti, 57 secondi

Recentemente si è tornati a parlare di casi di censura e di distorsione delle informazioni all’interno dei canali televisivi caratterizzati da un’interferenza statale più o meno dichiarata.

Per comprendere meglio questo tipo di fatti analizzeremo alcuni casi particolari di gestione di reti televisive appartenenti a quattro diversi Stati: Italia, Russia, Regno Unito e Cina. Nonostante le evidenti differenze geografiche e politiche, ogni Stato sopracitato possiede caratteristiche peculiari nella gestione dei media. La storia di queste reti televisive sarà utile per approfondire la questione dell’influenza statale sui canali d’informazione.

Caso Italiano

Il primo caso che prenderemo in considerazione è quello della TV di Stato italiana: la Radiotelevisione Italiana (Rai). Questa società per azioni venne fondata a Torino nel 1924 con il nome di Unione radiofonica italiana, tuttavia solo nel 1954 divenne anche operatore televisivo riconoscibile tramite l’acronimo Rai, che oggi noi tutti conosciamo.

I principali canali televisivi gestiti dalla Rai sono i seguenti: Rai Uno, nata nel 1954, Rai Due, nata invece nel 1961 e in seguito Rai Tre, lanciata nel 1979.

Durante i primi anni dagli esordi televisivi, la gestione della Rai era fortemente influenzata dal partito politico Democrazia Cristiana e le restrizioni riguardo ai termini utilizzabili da parte dei giornalisti, alla cancellazione di sketch di satira politica, e per finire all’allontanamento dalle scene di alcuni personaggi dello spettacolo italiano erano molteplici e all’ordine del giorno. Ai fini di effettuare una censura repentina degli intermezzi scenici non conformi alla propria politica, i cattolicissimi dirigenti Rai introdussero il sistema elettronico Ampex, che permetteva di trasmettere in differita le trasmissioni ed effettuare eventuali tagli in tempo. Successivamente, il corpo di dirigenza Rai venne più volte riformato ma, pur cambiando il numero degli incaricati, la sua stretta connessione con le forze politiche parlamentari del momento non venne mai meno.

La struttura attuale della Rai è la seguente: i soci (ma in ultima istanza il governo), a seguito di diverse contrattazioni, nominano l'amministratore delegato, figura introdotta dalla riforma del 2015 con lo scopo di conferire all’organizzazione caratteristiche simili a quelle aziendali, dove le decisioni vengono prese da una figura esterna e non da un direttore generale Rai.

L'AD ha il compito di nominare i dirigenti delle tre reti principali. Le suddette nomine rispecchiano una regola non ufficiale che viene ampiamente rispettata, secondo la quale Rai Uno è d’ispirazione governativa, Rai Due è ideologicamente di centro-destra e Rai Tre, al contrario, di centro-sinistra.

Chi si trova a fianco dell’amministratore delegato nella gestione dell’azienda è il Consiglio d'amministrazione, formato da un totale di sette persone: due nominate dalla Camera, due nominate dal Senato, due nominate dal governo e infine una nominata dai dipendenti Rai. Per il monitoraggio del lavoro della Rai è presente una Commissione di vigilanza, composta da sessanta persone fra deputati e senatori, la cui carica di presidenza, per una questione di bilanciamento, viene assegnata a un membro dell’opposizione politica. È comunemente risaputo che la provenienza politica dei membri del Consiglio d'amministrazione (titolo rinnovato ogni tre anni) rispecchia le percentuali delle forze politiche in Parlamento, diventando così il principale strumento di controllo dei media da parte dei partiti. Molti politici appartenenti a differenti fazioni si sono spesso pronunciati sul bisogno di recidere lo stringente legame fra politica e TV di Stato, ma le loro parole non sono rimaste altro che slogan elettorali senza nessun riscontro nella realtà.

Recentemente, in seguito a nuovi episodi di censura denunciati da un popolare cantante italiano tramite i propri canali social, si è riacceso il dibattito sulla necessità di un’effettiva riforma della Rai in chiave privatistica e di un servizio d'informazione libera e apartitica, lasciando le porte aperte alla speranza di formare un nuovo corpo di dirigenza in grado di attuare tutto ciò.

Caso Russo

Il secondo caso che prenderemo in analisi è quello del canale satellitare russo, diffuso a livello mondiale poiché tradotto in varie lingue: Russia Today.

Russia Today fa parte di un gruppo di canali finanziati direttamente dal governo russo tramite l’agenzia statale RIA Novosti, sostituita nel 2013 dalla nuova agenzia per l’informazione internazionale Rossiya Segodnya.

L’agenzia RIA Novosti venne fondata nel 1941 dal Consiglio dei Commissari del Popolo Sovietico, organo esecutivo e amministrativo dell’Unione Sovietica fino al 1946. Sotto lo stretto controllo dell’Ufficio dell’Informazione Sovietico, la RIA Novosti si occupava principalmente di diffondere reportage di guerra; in seguito si specializzò nella diffusione di informazioni riguardanti l’operato del governo russo, l’amministrazione delle zone economiche russe, i rappresentanti delle imprese commerciali (sia nazionali che straniere), e infine le missioni diplomatiche.

Il canale televisivo Russia Today, lanciato nel 2005, è universalmente riconosciuto come il canale d’informazione che si pone l'obiettivo di riportare le questioni di rilevanza internazionale dal punto di vista russo, sia in patria che all’estero. Ogni anno dal 2007 RT riceve all’incirca 300 milioni di dollari per il proprio mantenimento – parte del budget proviene direttamente dal governo russo, mentre la restante da banche commerciali (dietro sollecitazione governativa). Inoltre, le sue trasmissioni sono molto popolari anche sul web, a giudicare dal numero di visualizzazioni ottenute su varie piattaforme come Youtube.

A discapito del grosso seguito, Russia Today è soggetto a grosse critiche da parte della comunità internazionale, a causa della distorsione delle informazioni divulgate a scopi propagandistici.

Le principali controversie riguardano le interferenze delle informazioni russe durante le campagne per le elezioni presidenziali statunitensi e francesi, e durante le decisioni riguardanti il referendum inglese Brexit. In molti considerano l’istituzione della nuova Rossiya Segodnya da parte del Presidente russo Vladimir Putin tramite decreto presidenziale come una mossa di stringente controllo sui canali d’informazione, volti a diffondere messaggi sempre più tradizionali e nazionalisti a supporto dell’immagine di una Russia forte, non solo all’interno del territorio russo ma anche all’estero.

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L'Autore

Graziana Gigliuto

IT

Graziana Gigliuto è nata e cresciuta in Sicilia. Ha conseguito la laurea magistrale in Relazioni Internazionali Comparate, curriculum Global Studies presso l'università Ca' Foscari di Venezia. Ha conseguito la laurea triennale in Lingue,Culture e Società dell'Asia e dell'Africa Mediterranea, curriculum Cina presso il medesimo ateneo.

Durante i suoi studi non solo ha sviluppato un forte interesse per l'apprendimento di lingue straniere, consolidato durante i soggiorni di studio all'estero, ma anche una spiccata curiosità verso tutto ciò che riguarda la cultura, le dinamiche sociali e la politica estera, in primo luogo dell'Asia, per poi estendersi ad altre aree geografiche.

All'interno della stimolante realtà di Mondo Internazionale ricopre il ruolo di Caporedattore per l'area tematica Società.

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Graziana Gigliuto was born and she grew up in Sicily. She graduated in Master degree in Comparative International Relations, curriculum Global Studies at Ca’ Foscari University in Venice. She obtained a Bachelor Degree in Language,Culture,Society of Asia and Mediterranean Africa, curriculum China at the same university.

During her studies, besides developing a strong interest for the process of learning foreign languages, consolidated during her periods of studies abroad, she also developed a particular curiosity regarding culture, social dynamics and foreign policy, initially of Asia, and later of others parts of the globe.

She is working as the Editor in Chief for the Society thematic area in the stimulating reality of Mondo Internazionale.

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Politica