Le basi per comprendere il cancro alla prostata

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  Redazione
  04 aprile 2024
  12 minuti, 43 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, Specialista in Otorinolaringoiatria e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Cos'è la prostata?

La prostata è una ghiandola del sistema riproduttivo maschile. Produce la maggior parte del liquido seminale .

Dove si trova?

Anatomicamente la prostata si trova direttamente sotto la vescica e davanti all’intestino retto.

Poiché la prima porzione dell’uretra passa attraverso la prostata, il passaggio dell’urina o del liquido seminale attraverso l’uretra può essere ostacolato o bloccato se la ghiandola è ingrandita.

Cos'è il cancro alla prostata?

Il cancro alla prostata è un tumore maligno della prostata, generalmente un carcinoma.

Secondo le rilevazioni scientifiche eseguite prevalentemente in Occidente, la malattia è meno comune in età precedente ai 50 anni.

Gli uomini afroamericani hanno maggiori probabilità di contrarre il cancro alla prostata e hanno un tasso di mortalità più elevato.

Oltre al cancro della pelle, il cancro alla prostata è la neoplasia più comune negli uomini nordamericani.

In altre parti del mondo – in particolare Asia, Africa e America Latina – il cancro alla prostata è sensibilmente più raro.

Solitamente il cancro alla prostata è caratterizzato da una crescita molto lenta, che spesso non causa sintomi concretamente percepibili finché non evolve in uno stadio avanzato.

La maggior parte degli uomini affetti da cancro alla prostata defunge per altre cause e molti non vengono mai a sapere di avere questa malattia. Ma una volta che la neoplasia inizia a crescere o si diffonde al di fuori della prostata, diventa pericoloso per la prognosi finale.

Il cancro alla prostata nelle sue fasi iniziali (quando è localizzato entro i confini anatomici della ghiandola prostatica ) può essere trattato, con ottime possibilità di sopravvivenza.

Fortunatamente, risulta che circa l’85% degli uomini affetti da cancro alla prostata viene diagnosticato in una fase iniziale della malattia.

Qualora la neoplasia si sia diffusa oltre la prostata (ad esempio alle ossa, ai linfonodi e ai polmoni ) lascia ben poche terapie da praticare, ma può essere tenuto sotto controllo anche per molti anni.

Grazie ai numerosi progressi nelle terapie, la maggior parte degli uomini nei quali il cancro alla prostata si è diffuso (metastasi) può aspettarsi statisticamente di vivere fino a ulteriori 5 anni o più.

Numerosi altri con neoplasia prostatica in fase avanzata vivono una vita del tutto normale e muoiono per via di un’altra causa, ad esempio per una malattia cardiaca.

Quali sono le cause principali del carcinoma prostatico?

Il cancro alla prostata colpisce soprattutto gli uomini anziani. Circa l’80% dei casi riguarda uomini di età superiore ai 65 anni e meno dell’1% dei casi riguarda uomini di età inferiore ai 50 anni.

Gli uomini afroamericani e quelli con una storia familiare di cancro alla prostata hanno una maggiore incidenza di questa seria patologia.

La diagnosi in una fase avanzata della malattia.

Tante volte l’anamnesi non chiarisce la causa, ma è dimostrato che il tipo di dieta seguita incrementa questo rischio.

Gli uomini che mangiano molti grassi derivanti dalla carne rossa hanno maggiori probabilità di avere il cancro alla prostata.

Mangiare carne può essere rischioso per altri motivi: la carne cotta ad alte temperature produce sostanze cancerogene capaci di colpire la prostata.

La malattia è molto più comune nei paesi in cui la carne e i latticini sono comuni rispetto ai paesi nei quali la dieta è composta da riso, prodotti a base di soia e verdure fresche.

Anche gli ormoni giocano un ruolo importante. Mangiare grassi aumenta la quantità di testosterone nel corpo e il testosterone accelera la crescita del cancro alla prostata.

I rischi nell’ambiente di lavoro.

Saldatori, produttori di batterie, lavoratori della gomma e lavoratori frequentemente esposti al metallo cadmio hanno maggiori probabilità di contrarre il cancro alla prostata.

Inoltre, la mancanza di esercizio fisico nella vita quotidiana aumenta il rischio di ammalarsi.

I farmaci che possono ridurre il rischio di cancro alla prostata includono l’aspirina, la finasteride e la dutasteride.

È possibile prevenire il cancro alla prostata?

Attualmente non ci sono evidenze scientifiche che sia possibile prevenire il carcinoma prostatico. E’ invece dimostrato che alcuni semplici accorgimenti possono ridurne le probabilità d’insorgenza:

Cibo salutare

Una dieta che giova a mantenere un corretto peso corporeo può ridurre le probabilità di avere questa neoplasia.

Questi provvedimenti possono essere d’aiuto:

Privilegiare una dieta a base di pane, pasta e cereali integrali rispetto ai prodotti a base di farine raffinate.

Riduci le carni rosse, in particolare le carni lavorate come gli hot dog, la mortadella e alcuni salumi.

Ogni giorno non far mancare alla tua dieta la frutta e la verdura, preferibilmente fresca.

Gli antiossidanti negli alimenti, soprattutto nella frutta e nella verdura, aiutano a prevenire danni al DNA delle cellule.

E’ stato dimostrato che tale danno è collegato a questa neoplasia.

Il licopene, in particolare, è un antiossidante che si ritiene riduca il rischio di cancro alla prostata. Esso può essere riscontrato in alimenti come:

Pomodori, sia crudi che cotti

Pompelmo rosa e rosso

Anguria

Papaia

Eiaculazione frequente

Che si tratti di sesso, masturbazione o sogni bagnati, gli uomini che eiaculano di più sembrano avere meno probabilità di contrarre il cancro alla prostata.

I medici non sono sicuri del perché giovi alla prevenzione, ma l’ipotesi più accreditata è che possa aiutare a rimuovere le sostanze potenzialmente irritanti dalla prostata.

Quali sono i sintomi del cancro alla prostata?

I sintomi più frequenti includono:

Difficoltà al mitto iniziale

Flusso di urina debole o interrotto

Urinare spesso, soprattutto di notte

Difficoltà a svuotare completamente la vescica

Dolore o bruciore all’uretra durante la minzione

Presenza di sangue nell’urina o nel liquido seminale

Dolore continuo e percepito alla schiena, ai fianchi oppure al bacino

Dolore all'eiaculazione

La prevenzione

Come faccio a sapere se ho il cancro alla prostata?

Lo sviluppo attuale della Medicina utilizza due test per ricercare la presenza di una neoplasia prostatica: l’esplorazione digitale rettale e un esame di laboratorio eseguito sul sangue sul tasso del PSA .

L'esame del PSA consiste nella ricerca dell'antigene prostatico specifico nel sangue.

Gli esperti sono ancora trasversalmente divisi su chi dovrebbe sottoporsi al test PSA e quando farlo:

Il “Preventive Services Task Force” degli USA raccomanda che per gli uomini di età compresa tra 55 e 69 anni, la decisione di sottoporsi al test del PSA dovrebbe essere individuale e basata inizialmente su una conversazione con il proprio medico sui rischi e sui benefici.

L'”American Cancer Society” raccomanda un colloquio col proprio medico sui pro e contro dei test del PSA.

Gli uomini non dovrebbero sottoporsi al test a meno che il loro medico non abbia loro fornito le giuste informazioni.

Si raccomanda inoltre che tale attenzione inizi all'età di 50 anni per la maggior parte degli uomini a rischio medio di cancro alla prostata, o tra i 40 ei 45 anni per quelli ad alto rischio di contrarre questa neoplasia.

L' American Urological Association raccomanda inoltre agli uomini di parlare con il proprio medico sui pro e dei contro del test del PSA. Tale informazione dovrebbe svolgersi in genere tra i 55 e i 69 anni. Per i soggetti a rischio più elevato, l’informazione può avvenire già tra i 40 e i 54 anni.

I livelli di PSA nel sangue sono più elevati in caso di neoplasia, rendendolo uno strumento prezioso per la diagnosi precoce.

Con l’attenzione che tali livelli di PSA possono essere elevati anche in occasione di un'infezione o di un'infiammazione della prostata (prostatite) o di un ingrossamento (ipertrofia).

È importante discutere questo test con il medico prima di ogni deduzione affrettata.

Un livello elevato di PSA nel sangue non significa che hai il cancro; così come un livello normale di PSA non significa che non ce l’hai.

Se i livelli di PSA sono elevati oppure sono aumentati dall'ultimo test del PSA, lo Specialista potrà eseguire una biopsia della ghiandola prostatica utilizzando una piccola sonda ecografica inserita nel retto ( ecografia transrettale ). I campioni di tessuto saranno testati istologicamente in appositi laboratori ospedalieri.

Se viene riscontrato un carcinoma, il medico può eseguire radiografie addominali e pelviche per verificare se la malattia si è diffusa al di fuori dei confini anatomici della prostata.

In casi specifici può rendersi necessaria l’esecuzione di una risonanza magnetica e una scintigrafia ossea.

Se hai livelli elevati di PSA ma le biopsie non rilevano il carcinoma, un test delle urine noto come “PCA-3” sarà di ulteriore ausilio per la diagnosi di neoplasia. Questo esame da solo può evitare la necessità di ripetere l’esame bioptico in alcuni uomini.

Quali sono i trattamenti più aggiornati per il cancro alla prostata?

Se si configura la necessità di un trattamento, lo Specialista ospedaliero deciderà le sua modalità.

Le decisioni su come trattare questa tipologia tumorale sono notoriamente complesse.

Il trattamento può includere una vigile attesa, una singola terapia oppure una terapia combinata di radiazioni, chirurgia, terapia ormonale e, meno comunemente, di chemioterapia.

La scelta dipende da numerosi fattori e molte considerazioni relative alla sue caratteristiche specifiche in quel determinato paziente. Il cancro alla prostata che non si è diffuso ad altri distretti anatomici di solito può essere curato ottimamente con la chirurgia e/o la terapia radiante.

La vigile attesa

Poiché il cancro alla prostata può crescere lentamente e potrebbe non essere fatale in molti uomini, per alcuni di loro dopo aver discusso le opzioni con i loro medici, si può optare per la “vigile attesa”.

Ciò significa la scelta di non trattarlo. In pratica, il medico controlla regolarmente lo sviluppo della neoplasia per poter individuare precocemente eventuali segni di aggressività neoplastica.

L'attesa vigile è in genere raccomandata per gli uomini più anziani o che soffrono di altre condizioni cliniche potenzialmente letali. In questi casi, un cancro meno aggressivo potrebbe crescere così lentamente che non è probabile che sia fatale.

La scelta chirurgica

L’intervento standard consiste in genere in una “prostatectomia retropubica radicale”, che rimuove la prostata e i linfonodi più vicini.

Nella maggior parte dei casi, i chirurghi possono rimuovere la ghiandola senza recidere le strutture nervose che controllano la validità e l’efficacia dell’erezione o della funzionalità vescicale , rendendo l'impotentia coeundi oppure l’incontinenza urinaria molto meno spiacevoli e comuni rispetto al passato.

A seconda dell'età dell'uomo e della quantità di interventi chirurgici necessari per rimuovere l’intera neoplasia, gli interventi parziali con risparmio dei nervi suddetti consentono a molti uomini che erano in grado di avere erezioni prima dell'intervento chirurgico di poterlo fare anche dopo l'intervento chirurgico senza la necessità di effettuare trattamenti specifici per la disfunzione erettile .

La “prostatectomia robotica laparoscopica” è un intervento chirurgico che utilizza un laparoscopio assistito da particolari bracci robotici. Questa operazione è oggi la forma più praticata di prostatectomia radicale negli Stati Uniti.

Dopo l’intervento chirurgico, la maggior parte degli uomini soffre di incontinenza urinaria temporanea, ma di solito riacquistano il controllo completo della minzione nel corso del tempo.

Se è grave o dura a lungo, l'incontinenza può essere gestita con speciale biancheria intima contenitiva di tipo usa e getta ed altro ancora.

Dopo un intervento chirurgico o una radioterapia, gli uomini possono soffrire di impotenza. In questi casi, il trattamento comprende farmaci come il sildenafil (Viagra ), il tadalafil (Cialis ) e il vardenafil ( Levitra ).

Altri trattamenti includono l'auto iniezione indolore con microaghi nei corpi cavernosi del pene di un farmaco specifico, chiamato Caverject, oppure di pompe a vuoto.

Una protesi peniena viene utilizzata solo quando tutte le altre opzioni hanno fallito.

Queste sane abitudini potrebbero avvantaggiare il Paziente durante il trattamento

La terapia radiante

Le radiazioni sono spesso il trattamento principale per il cancro alla prostata che non si è diffuso. Può anche essere somministrato nel follow-up dopo un intervento chirurgico.

Le radiazioni possono essere utilizzate anche, nei casi avanzati, per alleviare il dolore derivante dalla diffusione del cancro alle ossa. L'incontinenza e l'impotenza possono verificarsi anche dopo le radiazioni. La radioterapia alla pelvi può essere eseguita anche se i livelli di PSA aumentano dopo l’intervento chirurgico.

Una forma avanzata chiamata radioterapia a intensità modulata (IMRT) può aumentare la dose di radiazioni alla prostata con minori effetti collaterali sui tessuti vicini.

La terapia con fasci di protoni può aumentare ulteriormente la dose alla prostata.

Ma la terapia protonica non si è rivelata migliore dell’IMRT. Una forma più mirata di radiazioni, la radiazione stereotassica, viene utilizzata per le forme precoci di cancro alla prostata.

Inoltre, questo trattamento non ha dimostrato di migliorare l’esito della malattia. Sebbene possa richiedere meno tempo dell’IMRT, potrebbe avere più effetti collaterali.

I “semi” radioattivi (brachiterapia) forniscono radiazioni alla prostata con pochi danni ai tessuti vicini. Il medico impianta tali minuscoli semi radioattivi, ciascuno simile a un chicco di riso, nel contesto della ghiandola prostatica utilizzando una guida ecografica.

Gli impianti rimangono permanentemente in sede e diventano inattivi dopo molti mesi. In alcuni pazienti, questo metodo può essere utilizzato con la radioterapia tradizionale.

Oppure, se la ghiandola prostatica è troppo grande per la brachiterapia, la terapia ormonale può ridurre la prostata per consentire l’esecuzione della brachiterapia.

Terapia ormonale

La terapia ormonale è il trattamento molto raccomandato per il cancro alla prostata in fase avanzata. Poiché il testosterone può far crescere la neoplasia, la terapia ormonale agisce inducendo l’organismo a smettere di produrre testosterone, fermando o rallentando la crescita del cancro.

I seguenti farmaci riducono la quantità di testosterone prodotto dai testicoli:

Goserelina

Leuprolide

Triptorelina

Anche i casi avanzati che non possono essere curati possono essere controllati per molti anni con la terapia ormonale. Ma con questo trattamento vige un rischio maggiore di malattie cardiache.

Anche le fratture rappresentano un rischio a causa dell’assottigliamento osseo. I farmaci possono ridurre il rischio di osteoporosi e delle fratture.

Altri trattamenti

La chemioterapia è efficace per alcuni uomini con carcinoma in stato avanzato che non hanno risposto positivamente alla terapia ormonale.

Quando i trattamenti ormonali tradizionali smettono di funzionare, possono essere prese in considerazione terapie ormonali più recenti.

La terapia biologica ( immunoterapia ) è un trattamento che interagisce con il sistema immunitario del corpo per combattere il cancro o gestire gli effetti collaterali di altri trattamenti.

Gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU) utilizzano onde sonore ad alta energia per sopprimere il tessuto neoplastico. Ma non è ancora approvato per il trattamento del cancro alla prostata.

L’obiettivo del trattamento del cancro alla prostata è la sopravvivenza a lungo termine, che è più probabile negli uomini con diagnosi precoce.

Tutti i sopravvissuti al cancro alla prostata dovrebbero essere visitati regolarmente e i loro livelli di PSA e testosterone dovrebbero essere monitorati costantemente.

Qual è la prospettiva?

Sebbene il numero di uomini a cui viene diagnosticato il cancro alla prostata rimanga elevato, lo stesso vale per il numero di uomini che lo contraggono e sopravvivono.

I tassi di sopravvivenza dopo la diagnosi dei tipi più comuni di cancro alla prostata sono ottimi :

dopo 5 anni: quasi il 99%

dopo 10 anni: 98%

dopo 15 o più anni: 96%

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Salute e Benessere

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