L’importanza della Norvegia nella transizione energetica in Europa

Ecco come la Norvegia è diventata il primo fornitore energetico europeo.

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  Elisa Modonutti
  26 aprile 2024
  2 minuti, 37 secondi

Dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino, l’Europa ha dovuto fare i conti con la drastica diminuzione delle importazioni di gas naturale dai territori russi, andando incontro ad una grave crisi energetica. Le strategie di ripresa sono state quindi diversificate, così come le ricerche di fonti alternative al gas russo. Tra coloro che hanno maggiormente beneficiato di tale crisi c'è la Norvegia, la cui industria del petrolio e del gas si è rivelata fondamentale per l’approvvigionamento energetico europeo. L’industria energetica norvegese, sviluppatasi negli anni Sessanta, rappresenta oggi il settore più importante per l’economia del Paese e un settore strategico per le industrie europee.

Dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, dal 2022 la Norvegia rappresenta il primo fornitore di energia per l’Unione Europea: infatti, i gasdotti norvegesi - di una lunghezza totale di circa 8.800 chilometri - collegano i giacimenti di gas situati nei mari norvegesi direttamente alla Germania in primis e con il resto d’Europa poi, garantendo il sostentamento energetico sia di privati cittadini che delle industrie. L’affidabilità delle forniture norvegesi è così diventata un punto cardine nella cooperazione tra Oslo e l’Unione europea, risultando anche nella promozione di un partenariato energetico euro-norvegese sancito dalla Dichiarazione congiunta UE-Norvegia sul rafforzamento della cooperazione energetica nel giugno del 2022. Da allora, le esportazioni di gas norvegese nell’UE sono cresciute progressivamente, rendendo la Norvegia il primo fornitore di tale risorsa a vantaggio dell’Unione e a seguito del crollo delle importazioni dalla Russia. Nel 2023, le forniture norvegesi sono diventate ancora più fondamentali per l’Europa, fornendo - insieme agli Stati Uniti - quasi il 30% di tutte le importazioni di gas.

Il gas e il petrolio norvegesi, inoltre, non rappresentano solamente una risorsa energetica fondamentale per l’Europa, ma costituiscono anche degli approvvigionamenti più sicuri e più puliti da un punto di vista ambientale. La Norvegia - Paese all’avanguardia nello sviluppo delle energie rinnovabili - intercetta anche la necessità europea di rispondere all’attuale crisi energetica, innescando un’accelerazione del processo di transizione verde, sottolineata anche dal piano RePowerEu del 2022. La produzione di petrolio in Norvegia ha, infatti, una bassa impronta carbonica e, come riportato dall’ISPI, le perdite di gas naturale dai gasdotti norvegesi sono estremamente limitate a differenza dei malridotti gasdotti russi, le cui perdite possono arrivare al 10% del volume trasportato. Come indicato nella dichiarazione congiunta UE-Norvegia del 2022: “Le emissioni medie di CO2 e di metano derivanti dalla produzione di petrolio e gas in Norvegia sono basse in un contesto globale e corrispondono a meno della metà della media mondiale”.

Infine, la guerra in Ucraina ha contribuito ad aumentare i guadagni della Norvegia nel settore petrolifero e del gas di circa 100 miliardi di dollari, quadruplicando gli incassi rispetto al periodo antecedente allo scoppio del conflitto.

In conclusione, una delle conseguenze dell’invasione russa dell'Ucraina è stata un avvicinamento tra Bruxelles e Oslo, facendo della Norvegia il primo fornitore di risorse energetiche all’Ue, fondamentali sia per l’approvvigionamento del settore privato che per quello industriale europeo.

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L'Autore

Elisa Modonutti

Studentessa di Scienze internazionali e diplomatiche, amante della lettura, dei viaggi e con una curiosità innata di scoprire il mondo che ci circonda

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Norvegia Energia transizione energetica Europa EU Gas Petrolio