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La Strategia di Sicurezza Nazionale del Giappone

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  Francesco Oppia
  14 febbraio 2024
  5 minuti, 39 secondi

Nell'attuale contesto internazionale l'Indo-Pacifico emerge come il palcoscenico di crescenti tensioni e dinamiche complesse. Nel cuore di questa sfida si trova il Giappone, una potenza economica e tecnologica cruciale nella regione, che alla fine del 2022 ha delineato il proprio corso d'azione attraverso il suo documento di Strategia di Sicurezza Nazionale (SSN).

La pubblicazione è avvenuta in seguito alla crescente contestazione dell’ordine internazionale liberale che ha caratterizzato i decenni passati. In particolare, il Giappone riconosce nella Cina e nella Russia le due principali nazioni del fronte revisionista. Questa logica competitiva mina alla base i tentativi di concertare un approccio condiviso ai grandi temi come il cambiamento climatico, il controllo degli armamenti, la sicurezza energetica ed alimentare.

Contestualmente il Giappone deve affrontare difficili sfide domestiche, quali il “basso tasso di fertilità” della sua popolazione e “severe condizioni fiscali”, la cui risoluzione è correlata ad un contesto internazionale favorevole. Per questo nella SSN si afferma l’impegno a promuovere un “ambiente di sicurezza favorevole” attraverso la condotta di una diplomazia assertiva e il rinforzo delle capacità di difesa all’interno della cornice dell’alleanza con gli Stati Uniti e della collaborazione con paesi “affini”.

In relazione al contesto regionale la principale “sfida” riconosciuta dalla SSN è quella posta dalla Cina “a cui il Giappone dovrebbe rispondere con tutto il suo potere nazionale e con la collaborazione dei suoi alleati, paesi affini ed altri”. Infatti, la Repubblica Popolare sta conducendo un importante programma di sviluppo delle sue forze armate e sono incrementati i tentativi di cambiare unilateralmente lo status quo nel Mar Cinese Meridionale ed Orientale. Per quanto riguarda Taiwan la Cina non ha negato la possibilità di far ricorso alla forza militare e sta simultaneamente conducendo esercitazioni congiunte con la Russia nei pressi del Giappone. A ciò si affianca la crescente presenza dei sottomarini nucleari russi nella regione. Tuttavia, all’interno della SSN, il Giappone si ripromette di sviluppare una relazione “stabile e costruttiva” con la Cina e si aspetta che la questione di Taiwan venga risolta pacificamente. L’ultima minaccia identificata è quella posta dalla Korea del nord, i cui sviluppi militari pongono “una minaccia più grave e imminente più che mai”.

La SSN identifica tre principali interessi da perseguire:

  1. La sovranità e l’indipendenza;
  2. La crescita economica attraverso un ordine economico stabile ed aperto;
  3. La protezione dei valori universali.

Secondo il documento questi devono essere assicurati attraverso il rafforzamento delle proprie strutture militari ed economiche al fine di prevenire e dissuadere mutamenti unilaterali dello status quo, in collaborazione con gli alleati e i paesi affini. Si delinea quindi un approccio multidimensionale centrato su capacità di carattere diplomatico, militare, economico, tecnologico e di intelligence e sulla collaborazione fra il settore privato e pubblico.

Entro il 2027 il Giappone si propone di sviluppare le capacità di difesa necessarie ad assumersi “la responsabilità primaria della difesa da eventuali invasioni contro la sua nazione” e di raggiungere stabilmente la soglia del 2% del Pil dedicato alla difesa. Contestualmente si impegna nello sviluppo delle sue capacità missilistiche e nel dominio della cybersicurezza e dello spazio. Si suggerisce che le Forze di Difesa possano avere un ruolo nell'attuare la "difesa cibernetica attiva", volta a prevenire attacchi informatici contro le reti governative e le infrastrutture civili critiche che potrebbero causare gravi problemi di sicurezza nazionale.

Al fine di assicurare la propria sicurezza e indipendenza, la Strategia di Sicurezza Nazionale del Giappone mira a raggiungere l'autonomia energetica attraverso lo sviluppo di fonti rinnovabili e nucleari. Inoltre, si prevede la creazione di un sistema di rifornimento in grado di affrontare situazioni contingenti. Riguardo al comparto industriale, il Giappone si impegna a ridurre la propria dipendenza economica da nazioni considerate poco affidabili e ad espandere la produzione nazionale di semiconduttori di ultima generazione.

Infine, il governo giapponese si impegna a spiegare le ragioni delle sue scelte di sicurezza nazionale e ad incrementare “l’amore” nei confronti del proprio paese e delle sue forze armate fra la popolazione e le istituzioni.

Un dubbio cruciale si pone riguardo alla persistenza della corrente volontà di dare la massima priorità alla sicurezza nazionale, considerando che ciò richiede consistenti investimenti a lungo termine per rafforzare le capacità logistiche e recuperare il terreno perduto. Il primo ostacolo si presenta nelle sfide finanziarie, in quanto il debito pubblico del Giappone è stimato a circa 10 trilioni di dollari, con un rapporto debito/PIL che figura tra i più elevati a livello mondiale, attestandosi intorno al 260 per cento.

Per quanto concerne la cooperazione internazionale, le Forze di Difesa Giapponesi hanno condotto esercitazioni militari con le forze armate di paesi affini, tra cui Australia, India, Corea del Sud, Regno Unito, Francia, Germania e Canada. In aggiunta, i governi del Regno Unito, del Giappone e dell'Italia hanno sottoscritto un trattato ufficiale per lanciare il “Global Combat Air Programme” (GCAP), un innovativo programma di cooperazione internazionale che prevede la produzione di una nuova generazione di aerei da combattimento. Il GCAP rappresenta un significativo passo avanti per il Giappone, che si impegna per la prima volta in un progetto di difesa internazionale in collaborazione con nazioni diverse dagli Stati Uniti.

Per quanto attiene lo sviluppo delle capacità missilistiche, il Giappone ha annunciato l'acquisizione di 400 missili Tomahawk LACM, "Land Attack Cruise Missile", dagli Stati Uniti nell'ambito dell'alleanza USA-Giappone. Con una gittata di 1.600 km, tali missili aumenteranno significativamente la capacità delle Forze di Difesa giapponesi di colpire obiettivi nella penisola coreana, nella Cina orientale e nord-orientale. Al contempo, si impegna nello sviluppo di capacità indigene per attacchi a lungo raggio e ipersonici, mirando a raggiungere l'autosufficienza in alcuni tipi di produzione di missili. Queste nuove capacità contribuiranno al potenziamento della deterrenza, permettendo alle Forze di Difesa di rispondere efficacemente a un attacco missilistico.

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L'Autore

Francesco Oppia

Autore di Mondo Internazionale Post

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Asia Orientale

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Giappone Cina Russia Comeptizione Strategianazionale Japan China Competition