Negli ultimi trent'anni, abbiamo assistito a un vero e proprio boom dell’e-commerce. Sono innumerevoli i siti web che ci consentono di acquistare qualsiasi cosa, comodamente da casa, in pochissimi click.
I prodotti sono accompagnati da foto e
video ad alta definizione, una descrizione sempre più
particolareggiata, e i vantaggi per chi acquista sono molto spesso sconti e promozioni che rendono l’esperienza dello shopping online soddisfacente. Insomma, ormai tutti compriamo su Internet: è comodo e
pratico, riceviamo quello che ordiniamo direttamente attraverso il nostro
computer senza spostarci e, a partire dalla pandemia da Coronavirus in cui ordinare sulla rete era diventato una
necessità, questa tipologia di commercio è diventata un vero e
proprio fenomeno di costume.
Ci sono numerosi siti web e app per acquistare e vendere online, e tutti
offrono un servizio sempre più specializzato: ci sono siti che si
occupano di mettere in contatto chi vuole vendere con chi vuole comprare; ci
sono siti come Amazon che fanno della loro grande disponibilità di prodotti
la loro forza, oltre a quelli che si stanno specializzando nella
vendita di articoli biologici o ecologici all’insegna
dell’amore per l’ambiente e la natura.
Qual
è il vero impatto ambientale dell’e-commerce?
Come già
accennato, l’e-commerce ha vissuto una grande espansione nel periodo
della pandemia da Coronavirus: dovevamo acquistare su Internet per necessità, ma non ci siamo mai
chiesti qual è il reale impatto che ha sull'ambiente.
Si potrebbe dire che l’e-commerce inquina meno rispetto a quando un consumatore per fare un acquisto di persona deve percorrere più di 15 chilometri: in
questo caso, comprando online si riducono le emissioni di CO2 dovute
al viaggio. Tuttavia, il vero problema non sono tanto
i trasporti quanto la gestione del catalogo: l’e-commerce inquina nel momento in cui compriamo online qualcosa che invece
potremmo tranquillamente trovare nel negozio vicino casa.
Gli esperti
sostengono che la merce acquistata su Internet venga trasportata solo su
strada, attraverso una pianificazione logistica che punta a ridurre
il più possibile i tempi di consegna: tuttavia, il totale delle consegne effettuate equivale a una maggiore emissione di gas serra, che avvelena il nostro pianeta e la nostra
salute. Senza dimenticare che gli ordini effettuati giungono direttamente nelle nostre case tramite l'operato di migliaia di corrieri che ogni giorno guidano e inquinano, talvolta utilizzando veicoli poco efficienti, privi della classificazione EURO 6.
Di
conseguenza, effettuando acquisti online contribuiamo - e non poco - al
riscaldamento del nostro pianeta: un valido esempio è la consegna veloce o istantanea introdotta dai grandi
colossi del commercio online - primo tra tutti Amazon con Amazon
Prime - per attirare la clientela e battere la concorrenza. Ha sicuramente i suoi vantaggi: è più
comoda, permette di ricevere quasi subito quanto ordinato e molto
spesso vi sono offerte e sconti riservati agli abbonati di tale servizio.
Proprio a causa del sistema logistico e dei resi facili della grande distribuzione organizzata, l’e-commerce ha portato l’inquinamento a livelli impensabili, raggiungendo stime allarmanti. L'utilizzo di furgoni inquinanti - e non conformi alle più recenti normative in materia - da parte dei corrieri non fa altro che contribuire all'immissione nell'atmosfera di grandi quantità di gas serra, oltre che alla
questione non meno grave dell'inquinamento acustico.
Il sistema dei resi, in particolare, è responsabile della gran parte dell’inquinamento prodotto dall'e-commerce: restituire ciò che abbiamo acquistato online vuol dire mettere in moto altri mezzi di trasporto, aumentare il consumo di combustibili e l'inquinamento da essi prodotti in funzione del numero di corrieri alla guida di camion che trasportano, inquinando, i nostri vecchi articoli, alcuni dei quali destinati ad arrivare in immensi depositi in attesa di nuovi ordini o di essere distrutti, con grande dispendio di denaro e di generazione di gas climalteranti. Inoltre, una simile situazione si ottiene quando il corriere non riuscendo a consegnare l'articolo all'indirizzo indicato, passerà altre volte, producendo più inquinanti nell'atmosfera.
Quali sono le
possibili soluzioni per rendere l'e-commerce un po' più green?
Le soluzioni non mancano. Ci sono box in cui viene depositata la merce spedita
per essere in seguito ritirata tramite un apposito codice inviato ai
destinatari. Si possono utilizzare veicoli elettrici per il trasporto della merce e i droni di ultima generazione per brevi tragitti.
In conclusione, si
può dire che nonostante l'e-commerce abbia un'elevata impronta ecologica, ha le carte per poter diventare più green con pochi semplici accorgimenti.
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L'Autore
Valeria Fraquelli
Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.
Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.
La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.
La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.
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