Dal mese di febbraio del 2024, la Spagna ha assistito a un crollo senza precedenti dei prezzi dell'energia elettrica, con una drastica riduzione a soli 4,80 euro per MWh, valori nettamente inferiori rispetto a quelli dei vicini di casa Italia, Germania e Francia dove, per esempio, il costo è rimasto di 68,86 dollari al MWh. Questo ribasso significativo è stato accompagnato da un fenomenale aumento della produzione di energia solare ed eolica nel Paese, portando addirittura la Spagna a diventare esportatrice di energia a partire dal 21 febbraio scorso.
Tale decisione è stata guidata dalla crescente produzione di energia da fonti rinnovabili voluta dal governo spagnolo, che ha raggiunto livelli record nel corso dell'anno. La Spagna ha infatti compiuto notevoli investimenti nel settore FER negli ultimi 10 anni, puntando principalmente sull'energia solare ed eolica. Questi sforzi hanno portato a una significativa riduzione della dipendenza dalle fonti di energia fossile e a una maggiore indipendenza energetica per il Paese.
Positiva anche l'influenza degli agenti atmosferici negli ultimi mesi; grazie alle recenti perturbazioni, infatti, la produzione di eolico nel Paese iberico è esplosa. Tra le 13 e le 16 del giorno di Pasquetta, per esempio, l’elettricità è costata -0,01 euro. La stessa situazione si era già verificata a marzo quando gli operatori spagnoli hanno potuto comprare elettricità all’ingrosso per zero euro. Tutto merito del ciclone Nelson, che con burrasche e raffiche di vento fino a 100 chilometri orari ha massimizzato la produzione di energia nei numerosissimi impianti eolici.
Questo trend positivo ha comportato vantaggi evidenti per i cittadini spagnoli, i quali hanno potuto beneficiare di prezzi al dettaglio più bassi, mentre le utility del Paese hanno registrato un calo nei profitti a causa dei prezzi bassi dell'elettricità all'ingrosso.
Questa situazione però, non si rispecchia in una necessaria diminuzione verticale del prezzo delle bollette per i consumatori: a fronte dell’accaduto, l’iva sull’elettricità è stata subito alzata dal 10 al 21%.
Secondo quanto riporta il quotidiano El País, il governo aveva annunciato di voler mantenere l'iva sull'elettricità al 10%. Il governo l'aveva ridotta dal 21% al 10% nel giugno 2021, all'inizio delle turbolenze legate alla crisi energetica. Un anno dopo, durante l'offensiva russa in Ucraina, l'iva era stata nuovamente ridotta dal 10% al 5%. Ora si sta intraprendendo il cammino inverso. Questo scenario mette in luce la complessità della transizione energetica in corso, in Spagna come in molti altri Paesi europei. Nonostante il successo nel campo delle energie rinnovabili e la crescente dipendenza da fonti pulite, infatti, rimangono importanti le sfide da affrontare per garantire un accesso equo e sostenibile all'energia per tutti i cittadini.
Ad ogni modo, i dati Eurostat mostrano che la Spagna è uno dei Paesi europei più virtuosi per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili e le prospettive future del settore energetico appaiono promettenti, con previsioni che indicano una continua crescita della produzione di energia soprattutto solare ed eolica. L'idroelettrico, precedentemente la principale fonte di energia rinnovabile del Paese, ora contribuisce approssimativamente al 10% della produzione totale di energia spagnola.
Molte società di consulenza energetica, come la Rystad Energy, indicano quindi che la penisola iberica è ben strutturata per superare il 50% del suo fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, confermando la sua leadership nel settore e il suo impegno per una transizione energetica sostenibile.
Tuttavia, è importante ricordare che le energie rinnovabili sono molto influenzate da fattori ambientali come il vento, la luce solare e le precipitazioni. Pertanto, è fondamentale sviluppare politiche energetiche che tengano conto di questi fattori e promuovano la diversificazione delle fonti energetiche per garantire una fornitura stabile ed efficiente.
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