Un’ombra sulla democrazia delle elezioni russe

Tra manifestazioni di dissenso e l’assenza di vere alternative, Putin consolida la stretta sul suo regime

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  Riccardo Carboni
  20 marzo 2024
  2 minuti, 47 secondi

Le recenti elezioni presidenziali in Russia hanno destato polemiche e disordini, evidenziando il crescente malcontento verso il regime di Vladimir Putin. Mentre il Cremlino ha cercato di mantenere un controllo stretto sul processo elettorale, non è stato in grado di contenere del tutto gli atti di protesta e vandalismo che si sono verificati durante il periodo di voto.

In diverse città russe, si sono verificati episodi di vandalismo nei seggi elettorali, con individui che hanno tentato di danneggiare le urne o di sabotare il processo elettorale. A Mosca, due anziane hanno tentato di dare fuoco alle schede all'interno delle urne, mentre a San Pietroburgo e nel circondario autonomo degli Chanty-Mansi, due donne hanno cercato di incendiare i seggi usando bottiglie Molotov. Questi episodi di vandalismo sono stati interpretati come atti di protesta contro il regime autoritario di Putin, che ormai domina la politica russa da più di due decenni. Le elezioni in Russia, infatti, sono spesso viste come una mera formalità, senza una vera possibilità di alternativa al presidente uscente. Il clima politico nel Paese è caratterizzato da una repressione sistematica di qualsiasi forma di dissenso, con le autorità che agiscono duramente contro coloro che osano sfidare e opporsi al potere di Putin.

La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di una vera opposizione politica in Russia. Anche gli ex sostenitori di Alexei Navalny, noto oppositore di Putin morto recentemente in circostanze sospette, hanno espresso il loro dissenso nei confronti del processo elettorale, denunciando l'assenza di candidati credibili e l'impossibilità di una competizione politica equa.

Nonostante i tentativi del Cremlino di presentare le elezioni come un esercizio democratico, la realtà è che il potere di Putin è saldamente consolidato e qualsiasi forma di protesta o dissenso viene rapidamente repressa. La guerra in corso e la militarizzazione della società russa hanno ulteriormente rafforzato il regime, creando un clima di paura e obbedienza diffusa. Tuttavia, la morte di Navalny ha evidenziato la fragilità del regime putiniano. Sebbene il Cremlino abbia cercato di minimizzare l'impatto della sua scomparsa, migliaia di persone in tutta la Russia hanno manifestato il loro dolore e la loro rabbia, sfidando apertamente il potere dello Stato.

Le elezioni presidenziali del 2024 non sono solo un esercizio formale, ma un'opportunità per il Cremlino di riaffermare il suo controllo sul Paese e di consolidare ulteriormente il potere di Putin. Nonostante ciò, le crepe nel regime sono evidenti e il malcontento popolare sembra voler minare la stabilità del regime stesso.

Mentre Putin continua a governare la Russia con mano ferma, l'opposizione interna e le pressioni esterne potrebbero, alla fine, mettere in discussione il suo dominio. Le elezioni presidenziali del 2024, per quanto riguarda gli episodi di rivolta, sono un momento cruciale per il futuro del Paese, con implicazioni che si estenderanno ben oltre il mandato di Putin, al di là della sua indotta riconferma.

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L'Autore

Riccardo Carboni

Classe 1999, laureato in Scienze internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Bologna e da sempre appassionato di affari internazionali. Studente all’ultimo anno di Master in International Relations presso la LUISS, ha approfondito tematiche riguardanti la sicurezza internazionale seguendo forum e partecipando a programmi di pianificazione militari secondo la dottrina NATO. Autore all’interno di Mondo Internazionale per l’area tematica “Organizzazioni Internazionali”.

Born in 1999, he holds a bachelor’s degree in International and Diplomatic Sciences from the University of Bologna and have always been passionate about international affairs. Currently a final-year student in the Master's degree program in International Relations at LUISS, he has delved into issues related to international security by following forums and participating in military planning programs based on NATO doctrine. Author and contributor to Mondo Internazionale for the "International Organisations” section.

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