USA, proteste nelle università per la guerra a Gaza

Le grandi università americane risultano svuotate a seguito dei recenti eventi del conflitto israelo-palestinese. L'atmosfera è carica dopo che i dirigenti di istituzioni prestigiose come la New York University, Yale e la Columbia University hanno richiesto l'intervento delle forze dell'ordine per rimuovere i campi di protesta presenti nei campus. Queste operazioni hanno portato all'arresto di numerosi manifestanti a favore della causa palestinese, alimentando polemiche e accentuando le divisioni all'interno della comunità universitaria.

Negli Stati Uniti, numerose manifestazioni di protesta sono state organizzate da migliaia di studenti presso le migliori università, dal Massachusetts alla California. Essi richiedono la cessazione dei legami commerciali delle istituzioni accademiche con i produttori di armi, il rifiuto di finanziamenti per la ricerca provenienti da Israele e il disinvestimento da parte delle aziende che sostengono la guerra a Gaza. Queste proteste studentesche, così estese, non si verificavano dai tempi della presidenza di Richard Nixon e delle dimostrazioni contro la guerra in Vietnam negli anni Sessanta.

Nelle università statunitensi, sia pubbliche che private, le proteste sono iniziate dopo l'attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre scorso. Successivamente, vari gruppi studenteschi hanno organizzato sia dimostrazioni di solidarietà per le vittime israeliane e straniere dell'attacco, sia proteste contro le politiche di Israele, specialmente a causa dei bombardamenti intensi su Gaza. Le tensioni crescenti tra i gruppi, spesso opposti all'interno dello stesso campus, hanno portato a episodi di intolleranza e minacce, attribuibili in parte alla mancanza di capacità delle amministrazioni universitarie nel gestire tali tensioni.

Il fulcro delle proteste sembra essere la Columbia University, dove la rettrice Nemat Shafik ha richiesto, per prima, l'intervento della polizia all'interno dell'Università. A pochi chilometri a nord, l'Università di Yale nel Connecticut è coinvolta nella stessa tempesta: sono state arrestate 60 persone, tra cui 47 studenti.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, l'Università della California del Sud (USC) a Los Angeles ha deciso di annullare la cerimonia di laurea prevista per il 10 maggio per motivi di sicurezza, a seguito delle proteste che si sono verificate in numerosi campus in relazione alla guerra tra Israele e Gaza. In una dichiarazione, l'USC ha spiegato che non sarà possibile tenere la cerimonia sul palco principale, che tradizionalmente accoglie 65.000 studenti, familiari e amici, all'interno del suo campus.

Dopo il susseguirsi di proteste negli Stati Uniti, anche in Francia gli studenti hanno espresso la loro opposizione alla guerra in corso a Gaza. Un gruppo di studenti, composto da diverse decine di persone, ha occupato un edificio nel complesso di Sciences Po a Parigi.

Anche in Australia, le proteste contro la guerra a Gaza hanno preso piede, con gli studenti che hanno eretto tende presso l'Università di Sydney e hanno urlato slogan simili a quelli uditi negli Stati Uniti, oltre a promuovere richieste di disinvestimento dalle società con legami ad Israele.

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