La Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici dell'ONU

La conferenza che si è chiusa a Glasgow rientra nell'ambito della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici che anche l'Italia ha provveduto a ratificare.

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  Federico Quagliarini
  16 November 2021
  3 minutes, 11 seconds

La scorsa settimana a Glasgow si è chiusa la ventiseiesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici dell'ONU (COP26), la quale ha ricevuto molta attenzione da parte dei media, anche in relazione alla presenza di numerosi attivisti del cambiamento climatico, tra cui la celebre Greta Thunberg.

Tuttavia, bisogna tenere presente che la COP26 non è la prima conferenza indetta dall’ONU. Si è trattata infatti del ventiseiesimo incontro tra le Parti della Convenzione Quadro sui Cambiamenti climatici dell’ONU, un trattato internazionale di notevole importanza.


Come nacque la Convenzione?



La Convenzione nacque a seguito di un Report elaborato da due organi delle Nazioni Unite alla fine degli anni Ottanta: l'Intergovernmental Panel on Climate Change e l’Organizzazione Metereologica Mondiale. Nella loro relazione, le due organizzazioni lanciarono un allarme in merito all’aumento delle temperature dovute all’immissione di gas.

A seguito del Report, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite aprì le negoziazioni per l’adozione di un trattato sull’ambiente nel dicembre del 1990. I lavori, condotti essenzialmente dal comitato intergovernativo di negoziazione, durarono circa un anno e mezzo e portarono all’elaborazione di una convenzione che venne adottata al quartier generale dell’ONU nel maggio del 1992. Dal giugno seguente, l’accordo venne aperto alle firme alla conferenza di Rio de Janeiro e venne infatti impropriamente datato a seguito del summit di Rio, nonostante fosse il frutto di un lavoro intergovernativo di anni prima. All’accordo hanno da allora aderito 196 nazioni.

L’entrata in vigore avvenne due anni dopo - nel marzo 1994 - quando il cinquantesimo paese firmatario della Convenzione ratificò l’accordo. Da allora si sono svolte numerose conferenze climatiche - tra le quali una a Milano nel 2003 - che hanno consentito l’adozione di altri accordi internazionali sul clima come quello di Kyoto del 1997 o quello di Parigi del 2015.

Obiettivi della Convenzione


Gli obiettivi principali della convenzione sono elencati all’articolo 3:

  • proteggere il sistema climatico a favore delle future generazioni;
  • prendere in considerazione le esigenze specifiche di alcuni paesi, specialmente quelli più vulnerabili agli effetti climatici;
  • rilevare in anticipo e predisporre tutte le misure per fronteggiare i cambiamenti climatici;
  • istituire un sistema economico internazionale aperto e cooperativo in grado di garantire un migliore sviluppo sostenibile, specie per i paesi in via di sviluppo che dovranno fronteggiare gravi crisi climatiche.

La Convenzione ha previsto anche l’istituzione di un segretariato con compiti di organizzazione delle Conferenze delle Parti, di raccolta e diffusione di informazioni e di coordinamento con altre istituzioni nazionali e internazionali. Il trattato ha inoltre istituito un meccanismo per l’assegnazione di risorse finanziare a titolo di prestito o a fondo perduto da attuare per la transizione ecologica.

La ratifica da parte dell'Italia

Anche l’Italia ha preso parte alla ratifica della Convenzione con la Legge n.65 del 15/01/1994. È importante notare come tale ratifica sia avvenuta integralmente, senza apporre emendamenti come invece era consentito dalla stessa Convenzione all’articolo 15.

Questa ratifica ha portato l’Italia un dovere di comunicazione costante con il Segretariato appositamente costituito. L'art. 12 impone infatti ai paesi definiti come "industrializzati" il dovere di trasmettere regolarmente relazioni in merito alle proprie emissioni. Di queste relazioni si occupa l’ISPRA - l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - un ente pubblico istituito nel 2008 e attualmente sottoposto alla vigilanza del Ministero della Transizione Ecologica.

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L'Autore

Federico Quagliarini

Classe 1994, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Milano, Federico Quagliarini è al contempo vice-direttore di Mondo Internazionale POST nonché caporedattore per l'area Società.

Da sempre appassionato di politica e relazioni internazionali, in Mondo Internazionale si occupa principalmente di questioni legali soprattutto inerenti al diritto internazionale.

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