La legge dei mari

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  Graziana Gigliuto
  24 May 2021
  4 minutes, 57 seconds

Durante i nostri primi anni a scuola i confini geografici e la separazione fra gli Stati sono fra i primi concetti che ci vengono insegnati. Guardando una semplice cartina geografica è possibile capire dove inizia e dove finisce il territorio di uno Stato, e di conseguenza intuire le differenti leggi statali che vengono applicate nelle diverse regioni. Rivolgendo un secondo sguardo alla stessa cartina geografica notiamo che all’incirca i due terzi della superficie globale sono ricoperti da acqua.

Non esistono dei confini fisici che delimitano oceani e mari; alla luce di ciò diventa più complicato capire quali siano le leggi volte a regolamentare la vita in navigazione.

Le acque territoriali e le acque internazionali

Per poter capire a pieno le leggi applicabili per la risoluzione di controversie in alto mare è importante delineare una chiara distinzione fra le acque sotto la giurisdizione di un determinato Stato, chiamate acque territoriali, e le acque internazionali, che non sono soggette a una legge statale unica e imprescindibile.

L’esistenza di acque territoriali è in netta contrapposizione con l’idea secolare di mare libero, coniata dai Paesi Bassi, che permetteva un uso libero delle acque ai fini di facilitare i traffici commerciali del tempo. Inoltre, la gestione delle zone costiere da parte degli Stati veniva regolata quasi esclusivamente dalle consuetudini internazionali.

Attualmente la questione delle acque viene gestita grazie ad alcune Convenzioni Internazionali: la prima fu la Convezione di Ginevra del 1958 sul mare territoriale e la zona contigua, sostituita poi da una seconda, la Convezione di Montego Bay del 1982, tutt’ora in vigore.

Secondo l’articolo 3 della Convezione di Montego Bay si stabilisce che: Ogni Stato ha il diritto di fissare la larghezza del proprio mare territoriale fino a un limite massimo di 12 miglia marine, misurate a partire dalle linee di base determinate conformemente alla presente Convenzione.”

In altre parole, ogni Stato può esercitare la propria totale sovranità fino a circa 200 miglia marine dalla costa, salvo due importanti limitazioni: la prima riguarda lo Stato costiero, il quale non può impedire il passaggio inoffensivo di navi mercantili o da guerra straniere, ovvero che la nave straniera in questione non minacci di usare la forza ai danni dello Stato, non compia atti di spionaggio, non violi le leggi doganali, fiscali, sanitarie o sull’immigrazione, non inquini gravemente le acque intenzionalmente e non interferisca con le comunicazioni costiere; la seconda, invece, impedisce allo Stato costiero di esercitare la propria legislazione penale nel giudizio di fatti accaduti a bordo di navi straniere, salvo alcuni casi: in primo luogo il reato commesso a bordo della nave straniera non deve arrecare ripercussioni sullo Stato costiero e sul suo mare territoriale; in secondo luogo l’intervento delle autorità locali deve essere richiesto dal comandate della nave straniera o da un'autorità diplomatica della stessa nazionalità della nave in questione. L’intervento dello Stato costiero è permesso solo quando necessario a reprimere un traffico illegale di stupefacenti.

La porzione di mare che si estende oltre le acque territoriali, superata la zona economica esclusiva di ogni Stato, viene definita acque internazionali o alto mare. In queste zone marine vige ancora l’antico principio di pacifica libertà dei mari, secondo cui ogni Stato è libero di usufruirne a pieno diritto per attività come la navigazione e la pesca, a patto che non leda i diritti degli altri Stati. Ogni Paese ha il diritto di esercitare le proprie leggi esclusivamente a bordo delle navi battenti la propria bandiera.

Il particolare caso “Lotus”

Uno dei primi casi in cui la Corte Internazionale di Giustizia fu chiamata a esprimere il proprio giudizio fu proprio il caso “Lotus” di Francia contro Turchia del 1927.

Durante la navigazione in alto mare si verificò un incidente marittimo causato dalla collisione della nave francese Lotus con la nave turca Boz-Kourt. Dall’affondamento della Boz-Kourt rimasero vittime otto membri dell’equipaggio turco, mentre i superstiti vennero soccorsi dai membri dell’equipaggio francese e riportati sulle coste della Turchia a bordo della Lotus.

Una volta sbarcati nel porto turco, entrambi i capitani delle navi vennero arrestati dalle autorità locali e processati in accordo alle leggi turche. Il capitano francese Demons venne giudicato colpevole di omicidio colposo, condannato a 80 giorni di carcere e al pagamento di una multa.

L’accusa mossa dalla Francia riguardava la violazione delle leggi internazionali da parte della Turchia, avendo quest'ultima esercitato la propria giurisdizione su un crimine commesso al di fuori del suo territorio e nel quale era coinvolto un cittadino francese a bordo di una nave dotata di bandiera francese.

La Corte Internazionale di Giustizia, però, stabilì che la Turchia non aveva violato la legge internazionale avviando un processo penale a carico del capitano francese Demons.

Il caso “Lotus” è tutt’ora uno dei più controversi e divisori della storia del diritto internazionale poiché, analizzando a fondo i dettagli, è difficile stabilire l’effettivo diritto della Turchia di esercitare la propria giurisdizione in relazione a fatti avvenuti in acque internazionali a bordo di una nave francese. Ciò che divide si cela dietro ad alcuni fatti, come l’approdo della nave Lotus al porto turco, che è stato spontaneo e non forzato dalle autorità turche, e infine l’arresto del capitano Demons, il quale è avvenuto solo una volta sbarcato in territorio turco.

In seguito a questo caso venne sancito ciò che oggi conosciamo come il Principio Lotus, secondo cui uno Stato, al di fuori del proprio territorio, non può esercitare la propria giurisdizione (eccetto i casi in cui siano presenti trattati internazionali o norme consuetudinarie che lo consentano), mentre all’interno del proprio territorio lo Stato può esercitare la propria giurisdizione anche in mancanza di leggi internazionali che lo consentano.

Fonti:

https://www.treccani.it/enciclopedia/tribunale-internazionale-per-il-diritto-del-mare/

https://www.treccani.it/enciclopedia/mare-diritto-internazionale/

https://ruwanthikagunaratne.wordpress.com/2012/07/27/lotus-case-summary/

https://iari.site/2021/02/22/la-giurisdizione-in-acque-internazionali-il-principio-lotus/

https://www.icj-cij.org/public/files/permanent-court-of-international-justice/serie_A/A_10/30_Lotus_Arret.pdf

https://trovalegge.it/convenzione-montego-bay/art-3-convenzione-montego-bay-larghezza-del-mare-territoriale

immagine:

https://unsplash.com/it/foto/I...

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L'Autore

Graziana Gigliuto

IT

Graziana Gigliuto è nata e cresciuta in Sicilia. Ha conseguito la laurea magistrale in Relazioni Internazionali Comparate, curriculum Global Studies presso l'università Ca' Foscari di Venezia. Ha conseguito la laurea triennale in Lingue,Culture e Società dell'Asia e dell'Africa Mediterranea, curriculum Cina presso il medesimo ateneo.

Durante i suoi studi non solo ha sviluppato un forte interesse per l'apprendimento di lingue straniere, consolidato durante i soggiorni di studio all'estero, ma anche una spiccata curiosità verso tutto ciò che riguarda la cultura, le dinamiche sociali e la politica estera, in primo luogo dell'Asia, per poi estendersi ad altre aree geografiche.

All'interno della stimolante realtà di Mondo Internazionale ricopre il ruolo di Caporedattore per l'area tematica Società.

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Graziana Gigliuto was born and she grew up in Sicily. She graduated in Master degree in Comparative International Relations, curriculum Global Studies at Ca’ Foscari University in Venice. She obtained a Bachelor Degree in Language,Culture,Society of Asia and Mediterranean Africa, curriculum China at the same university.

During her studies, besides developing a strong interest for the process of learning foreign languages, consolidated during her periods of studies abroad, she also developed a particular curiosity regarding culture, social dynamics and foreign policy, initially of Asia, and later of others parts of the globe.

She is working as the Editor in Chief for the Society thematic area in the stimulating reality of Mondo Internazionale.

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