Framing The World, Edizione CXX

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  Redazione
  04 dicembre 2023
  22 minuti, 4 secondi

Framing The World, Edizione CXX

Nell’ultimo numero di Framing ci occupiamo della COP28 presso Dubai. Oltre a mettere in luce le (in)azioni dei governi circa la crisi climatica, è lo spazio privilegiato per la diplomazia internazionale e mediorientale per discutere della guerra tra Gaza e Israele. Tutto questo e molto altro nel 120° numero di Framing the World!



DIRITTI UMANI

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

AFRICA SUB SAHARIANA

AMERICA DEL NORD

AMERICA LATINA

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

EUROPA ORIENTALE E RUSSIA

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE




DIRITTI UMANI

Kazakistan, arrestato l'attivista politico pacifico Marat Zhylynbaev. Il 30 Novembre, un tribunale di Astana ha condannato l'attivista kazako e noto atleta Marat Zhylynbaev a sette anni di carcere con l’accusa di aver preso parte alle attività del Democratic Choice of Kazakhstan (DCK), un movimento di opposizione politica che dal 2018 è stato designato – senza prove credibili - come “organizzazione estremista”. Zhylanbaev, già arrestato in numerose occasioni per aver partecipato a manifestazioni pacifiche, è stato accusato di aver finanziato attività estremiste e di aver "ricevuto istruzioni" da "estremisti" con sede all'estero che cercavano di sovvertire violentemente "l'ordine costituzionale" del Kazakistan. Human Rights Watch e Amnesty International hanno sollecitato le autorità kazake a rilasciare immediatamente Zhylynbaev e di porre fine alle rappresaglie contro i loro critici.

(Lorenzo Franceschetti)

Libano, proposta di legge sui media minaccia la libertà di espressione. La Commissione per l’Amministrazione e la Giustizia del Parlamento libanese sta per concludere le discussioni su una nuova legge sui media che inasprirebbe le pene sancite già dall'attuale legge sulle pubblicazioni del 1962. Il nuovo progetto di legge, oltre ad aumentare le pene detentive e le multe per gli insulti e la diffamazione introdurrebbe nuove sanzioni quali la reclusione da sei mesi a due anni e/o multe per diffamazione nei confronti del presidente libanese e pene detentive fino a tre anni per gli insulti alle "religioni riconosciute". La Coalizione per la difesa della libertà di espressione in Libano ha aspramente criticato la nuova proposta dichiarando che, se approvata, “limiterebbe gravemente la libertà di espressione e di stampa in Libano e minerebbe le garanzie fondamentali per i diritti umani”.

(Lorenzo Franceschetti)

Russia, la Corte Suprema designa i movimenti LGBT come estremisti. La Corte Suprema russa, in un'udienza a porte chiuse, ha dichiarato il "movimento internazionale LGBT “un'organizzazione estremista", una sentenza che rappresenta una grave minaccia per tutte le forme di attivismo per i diritti LGBT nel paese. La decisione, favorendo la causa del Ministero della Giustizia e accusando il "movimento LGBT" di incitare alla discordia sociale e religiosa, solleva serie preoccupazioni sulla persecuzione degli individui LGBT. Sono stati lanciati pressanti appelli alle autorità russe affinché cessino queste allarmanti persecuzioni.

(Sofia Ena)



Sofia Ena e Lorenzo Franceschetti

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Binance, maxi-patteggiamento. Dopo anni di indagini, Binance, il più grande intermediario di criptovalute al mondo, ha accettato di dichiararsi colpevole di varie accuse penali, tra cui il non aver preso misure di base contro il riciclaggio di denaro, consento in questo modo a gruppi criminali, terroristi e di hackers di riciclare i proventi di attività illecite. Il Segretario del Tesoro Yellen ha affermato che la società ha processato più di 100.000 transazioni relative a pedopornografia, droga e terrorismo senza mai segnalare alcuna attività sospetta. L'accordo di patteggiamento prevede le dimissioni del CEO, che dovrà pagare una multa da $50 milioni e rischia fino a 10 anni di carcere, e il pagamento di una sanzione da $4.3 miliardi, ma a Binance sarà consentito di proseguire le attività, anche se per i prossimi 5 anni dovrà riportare le transazioni sospette ad una parte terza.

Inflazione, ancora in calo. L'inflazione nell'Eurozona è diminuita molto più del previsto, scendendo al 2,4% a novembre, il ritmo annuale più lento dal luglio 2021 e in netto calo rispetto al 2,9% del mese precedente. Il calo dei prezzi dell'energia e la minore crescita dei prezzi dei prodotti alimentari e dei servizi sono stati i principali fattori alla base del rallentamento dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo. Gli economisti intervistati da Reuters si aspettavano un rallentamento più modesto al 2,7 %. Il calo dell'inflazione ha spinto alcuni investitori ad anticipare la data in cui la Banca Centrale Europea potrebbe iniziare a tagliare i tassi di deposito già dal prossimo aprile, ma altri hanno avvertito che è ancora troppo presto per tagliare i tassi, soprattutto perché l'aumento dei prezzi dell'energia dovrebbe riportare l'inflazione dell'eurozona al di sopra del 3% a dicembre.

Petrolio, nuovi tagli. L'Opec+ ha approvato ulteriori tagli volontari alla produzione in un tentativo sempre più difficile di sostenere il mercato, ma i prezzi del greggio sono scesi a causa delle tensioni in seno al gruppo. L'Arabia Saudita ha esteso l'attuale taglio di 1 milione di barili al giorno fino alla fine del primo trimestre, mentre la Russia approfondirà l'attuale riduzione volontaria delle esportazioni, portandola da 300.000 a 500.000 barili. Ma con una mossa insolita, i funzionari dell'Opec hanno precisato che ulteriori tagli volontari saranno annunciati a tempo debito dai singoli membri e non dal segretariato. Il Brent, inizialmente in rialzo, ha poi invertito la rotta, perdendo oltre il 2% e attestandosi vicino agli $80, mentre il WTI è sceso del 2,5% a $76. Secondo gli operatori, il mercato comincia a perdere fiducia nella capacità dell'Opec+ di continuare a sostenere il prezzo, penalizzato dalle aspettative di una crescita relativamente tiepida della domanda per il prossimo anno e dall'aumento delle forniture alternative.

Brasile, decisione inaspettata. L'amministratore delegato dell'azienda petrolifera statale Petrobras Jean Paul Prates ha dichiarato a Reuters che il Brasile si unirà al gruppo OPEC+ di paesi produttori di petrolio a gennaio, ma non parteciperà ai tetti di produzione coordinati del gruppo. L'ufficio del Presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha confermato di aver ricevuto l'invito, ma ha detto di non aver risposto formalmente. Il Brasile è il più grande produttore di petrolio del Sud America, con 4,6 milioni di barili al giorno di petrolio e gas, di cui 3,7 milioni di bpd di greggio. Prates, che a ottobre ha ricevuto in Brasile il Segretario Generale dell'OPEC Haitham Al Ghais, ha osservato che l'OPEC+ è un gruppo che comprende Paesi senza diritto di voto e ai quali non vengono imposti tetti di produzione, come sarebbe nel caso del Brasile. Prates ha aggiunto che la scelta sarà fondamentale per gli sforzi di transizione energetica dell'OPEC e del Brasile. Si attende che il Brasile accetti formalmente l'invito entro giugno.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Sierra Leone, tentato colpo di stato nella mattina di domenica 26 novembre. Degli uomini armati hanno provato a penetrare nell’armeria di una base militare vicino alla casa del presidente Julius Maada Bio e hanno poi attaccato due delle più importanti prigioni della capitale, Freetown, rilasciando quasi 2000 detenuti. Almeno 19 persone, inclusi 13 soldati, sono morti, secondo quanto riportato dall’esercito. “Nei giorni, nelle settimane, e persino nei mesi precedenti gli eventi di domenica non vi era stato alcun segnale che un simile evento sarebbe accaduto”, ha dichiarato Valnora Edwin, attivista della società civile e analista politica basata a Freetown. “Ma con il senno di poi, quando metti i pezzi insieme, si realizza che vi era un sacco di malcontento e qualcosa era sul punto di esplodere”. Il problema di maggior rilievo è legato all’alto tasso di disoccupazione ed alle pessime prospettive economiche. Secondo il ministero dell’informazione del paese i soldati sono da considerarsi responsabili dell’attacco di domenica.

(Aurelia Puliafito)

Burkina Faso, decine di vittime di un attacco jihadista martedì. Almeno quaranta civili sono stata uccisi in un attacco a Djibo, nel nord del paese. “Un ampio numero di combattenti del Jama'at Nusrat al-Islam wal Muslimeen hanno attaccato una base militare, case e campi di sfollati interni nella città di Djibo, nella regione del Sahel, uccidendo almeno quaranta civili e ferendone più di 42”, ha dichiarato l’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. L’attacco è stato perpetrato da “più gruppi armati” per più di tre ore. L’agenzia di informazione del paese ha dichiarato che più di 400 terroristi sono stati uccisi durante la controffensiva della forza armata burkinabè contro i circa 3000 criminali che hanno provato ad assaltare la città di Djibo”. Il Burkina Faso, attualmente governato da un governo di transizione in seguito al colpo di stato del 2022, sta affrontando l’insorgenza jihadista originata dal vicino Mali nel 2015.

(Aurelia Puliafito)

Aurelia Puliafito



AMERICA DEL NORD

Stati Uniti d’America, il governo indiano contro gli attivisti Sikh. A seguito dell’accusa mossa da parte del Dipartimento di Giustizia americano verso un agente indiano, coperto al momento da anonimato, abbiamo ora nuove informazioni riguardo il coinvolgimento del governo indiano in quella che sembra una vera e propria politica di attacco verso gli attivisti Sikh in tutto il mondo. È infatti stato confermato come detto agente abbia ordinato l’assassinio di Hardeep Singh Nijjar, un attivista Sikh ucciso a Giugno in Canada, e l’attentato verso Gurpatwant Singh Pannun, attivista indiano residente a New York. L’India non ha inizialmente risposto alle accuse, fino a quando un portavoce del Ministro degli Affari Esteri non ha dichiarato che il governo indiano sta attivamente cercando di sanare le situazione, ritenuta potenzialmente pericolosa per le relazioni con gli Stati Uniti.

Stati Uniti d’America, attacchi in Iraq. Mercoledì 22 novembre, in risposta al lancio di missili balistici contro la base aerea americana di Al-Asad, in Iraq, il governo americano ha attuato delle azioni di ritorsione. L’amministrazione Biden ha infatti lanciato degli attacchi di precisione contro le forze ostili, inizialmente distruggendo un veicolo e successivamente verso due strutture usate dalla compagnia Kata’ib Hezbollah, gruppo paramilitare iracheno sostenuto dall’Iran. Lo “US Central Command” ha categorizzato l’azione militare americana come meramente difensiva e “in diretta risposta agli attacchi iraniani e dei gruppi da loro sostenuti”. Il portavoce del governo Iracheno Bassem al-Awadi ha definito gli attacchi americani come una “violazione inaccettabile” della sovranità dell’Iraq, condannando però al contempo l’azione dei gruppi paramilitari che agiscono autonomamente rispetto alle istituzioni militari.

Lorenzo Graziani



AMERICA LATINA

Panama, miniera di rame in chiusura su sentenza della Corte Suprema. Laurentino Cortizo, presidente di Panamá, ha annunciato pubblicamente la chiusura graduale della miniera di rame Combre Panamá, ovvero la più grande in America centrale, appartenente all’azienda canadese First Quantum. La sentenza della Corte Suprema deriva dalla denuncia del popolo nei confronti di contratti lavorativi illegali, danni all’ambiente e deriva soprattutto a seguito del rinnovo del contratto di sfruttamento per i prossimi 20 anni, firmato lo scorso Ottobre. L'incostituzionalità dell’attività, stabilità all’unanimità dalla Corte, viene definita il 28 novembre a seguito delle proteste che hanno animato il Paese nell’ultimo mese. Alcuni economisti affermano che questa chiusura avrà un impatto economico e sul mercato del lavoro, ma al contempo potrebbe generare una ripresa del turismo.

(Serena Basso)

Disputa Venezuela-Guyana sull'Esequibo. Il governo venezuelano di Nicolás Maduro ha annunciato la convocazione di un referendum per il 3 dicembre con l'obiettivo di chiedere ai propri cittadini se desiderano incorporare nella propria nazione la disputata regione dell'Esequibo, attualmente sotto il controllo della Guyana. La Guyana è uno stato sovrano che ha ottenuto l'indipendenza dal Regno Unito nel 1966 e si è naturalmente opposto a questa eventualità. La Guayana Esequiba, con dimensioni paragonabili a quelle della Grecia e ricca di risorse petrolifere, è parte integrante della Guyana situata a est del Venezuela ed è al centro di una disputa territoriale che dura da circa due secoli, caratterizzata da diverse interpretazioni storiche del periodo coloniale. I quesiti del referendum includono la possibilità di proclamare la Guayana Esequiba uno stato autonomo all'interno del Venezuela, garantendo la cittadinanza venezuelana agli abitanti della regione. Inoltre, il referendum propone di revocare la giurisdizione della Corte Internazionale di Giustizia sulle questioni territoriali legate alla regione.

(Alessia Boni)

Argentina, rinviata per irregolarità l’elezione del nuovo presidente del Boca Juniors. Secondo lo statuto societario, la proprietà del club è condivisa tra più di 300mila tifosi, di cui 100mila hanno diritto di scelta sul patron ogni quattro anni. Previste per il 3 dicembre, le votazioni sono state posticipate al giorno 17 di questo mese per via di una sentenza del Tribunale nazionale di Buenos Aires che ha ravvisato “irregolarità e anomalie nel registro dei soci”. Nello specifico, negli ultimi mesi ben 13mila soci sono passati da semplici sostenitori a soci con diritto di voto e ciò ha fatto sorgere dei sospetti in uno dei due candidati alla presidenza, l’economista filogovernativo Andres Ibarra, che ha deciso di sporgere denuncia. Secondo Ibarra, dietro questi nuovi ingressi ci sarebbe stata una “strategia politica” volta a premiare l’elezione del suo rivale, Juan Roman Riquelme, vecchia stella degli Xeneizes. L’ex numero 10 del Boca, fermo nel proposito di salvaguardare la vocazione civile e senza scopi di lucro del club, si è sempre dichiarato contrario alla proposta del neoeletto Presidente Milei di privatizzare le società di calcio in Argentina. L’insediamento dell’anarco-capitalista alla testa del Paese, dunque, potrà avere delle ripercussioni significative anche in ambito sportivo e sociale e rischia di snaturare alcune dinamiche saldamente radicate nelle abitudini delle persone nel Paese.

(Alessandro Dowlatshahi)

Serena Basso e Alessia Boni

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Nepal registra primo matrimonio Same-Sex. In una mossa storica, un comune in Nepal ha per la prima volta seguito un'ordinanza provvisoria emessa dalla Corte Suprema del paese, concedendo riconoscimento ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il 29 novembre, le autorità di Dordi, situata nel distretto natale della coppia, Lamjung, hanno ufficialmente riconosciuto il matrimonio di Maya Gurung e Surendra Pandey. Maya Gurung, una donna transgender legalmente riconosciuta come uomo, e Surendra Pandey, un uomo cisgender, hanno celebrato una cerimonia di matrimonio induista nel 2017. La loro ricerca di riconoscimento legale è iniziata a giugno di quest'anno presso il Tribunale del Distretto di Kathmandu, in linea con un'ordinanza provvisoria della Corte Suprema del Nepal, che esorta le autorità a registrare i matrimoni tra persone dello stesso sesso mentre la corte esamina un caso a sostegno della parità di matrimonio su tutto il territorio nazionale.

Sofia Ena

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

L'UE alla Cop28. Dal 30 novembre al 12 dicembre le parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tra cui l'Unione Europea e gli stati membri, si riuniscono a Dubai per la ventottesima conferenza sul clima delle Nazioni Unite. L'Unione Europea è rappresentata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel e dalla presidenza spagnola del Consiglio. Le conclusioni sulla posizione dell'Unione Europea erano state approvate lo scorso ottobre. Con queste, il Consiglio aveva sottolineato l'importanza di garantire una transizione giusta con economie e società sostenibili e la necessità di portare a termine azioni sempre più ambiziose per salvaguardare il pianeta, affinché l'obiettivo di 1.5 gradi rimanga raggiungibile. Inoltre, nelle sue conclusioni, il Consiglio chiede un sistema energetico mondiale completamente o prevalentemente decarbonizzato negli anni 2030, maggiori finanziamenti da parte di tutti i paesi a sostegno dell'azione per il clima, più azioni per integrare l'adattamento ai cambiamenti climatici nelle politiche dei paesi.

(Bianca Franzini)

Italia, approvato il PNRR dalla Commissione UE. La Commissione Europea ha approvato il piano per la ripresa e la resilienza modificato dell'Italia da 194 miliardi di euro, comprendente il capitolo dedicato a REPowerEU.
Il piano, rivisto, comprende 145 misure, tra cui appunto quelle del REPowerEU. Si tratta di un piano ambizioso anche per quanto riguarda la connettività: lo scopo è quello di migliorare la digitalizzazione della pubblica amministrazione e delle imprese e di incentivare lo sviluppo delle competenze digitali e delle tecnologie.
Le misure mirano a velocizzare la diffusione e l'uso delle energie rinnovabili sul territorio italiano, ad agevolare la produzione di biometano e ad accelerare la diffusione delle competenze necessarie per la transizione verde. Le riforme del piano dovranno essere integrate da una serie di investimenti per fare accrescere l'efficienza e la sicurezza della rete elettrica, per aumentare la produzione di idrogeno e per rafforzare il settore dei trasporti a zero emissioni.

(Bianca Franzini)

UE, Conferenza dell'Agenzia Europea per la Difesa. Nella conferenza annuale dell'Agenzia europea per la difesa (EDA) a Bruxelles, tenutasi in risposta all'invasione russa dell'Ucraina, l'Unione Europea ha ufficialmente modificato la sua prospettiva da un progetto di pace a una strategia di sicurezza più robusta. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato questa transizione, enfatizzando la necessità di "fortificare il nostro continente". I dati presentati durante l'evento hanno mostrato un aumento significativo del 6% nella spesa militare dell'UE nel 2022, raggiungendo i 240 miliardi di euro, con ulteriori incrementi nel 2023, superando i 270 miliardi di euro. Durante la conferenza ha sottolineato che su 27 Paesi membri, 20 hanno aumentato la loro spesa militare, evidenziando notevoli contributi da Svezia, Spagna e Grecia. Inoltre, l'EDA ha presentato 46 progetti di difesa comune del valore complessivo di 250 milioni di euro. Inoltre, Von der Leyen ha annunciato l'imminente presentazione di un programma europeo per l'industria della difesa nel prossimo anno, mirando a una pianificazione congiunta e norme più efficienti. L'assistenza militare di 5,6 miliardi di euro all'Ucraina, coordinata a livello UE, è emersa come elemento chiave, segnalando un deciso impegno dell'UE nella sicurezza internazionale.

(Sofia Ena)

Spagna, il primo ministro è pronto a riconoscere lo stato di palestina sfidando l’opinione UE: Il Primo Ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha dichiarato che Madrid è aperta a riconoscere unilateralmente uno Stato palestinese, anche se ciò andasse contro l'opinione dell'Unione Europea. Durante una conferenza stampa sul lato egiziano del valico di Rafah, Sanchez ha affermato che è giunto il momento per la comunità internazionale, in particolare per l'Unione Europea e i suoi Stati membri, di riconoscere lo Stato di Palestina. Ha espresso l'auspicio che il riconoscimento avvenga contemporaneamente con la partecipazione di almeno alcuni Stati membri, ma ha chiarito che, se ciò non accadrà, la Spagna prenderà decisioni autonome. Il Primo Ministro belga, Alexander De Croo, ha accompagnato Sanchez nel suo tour in Israele, Palestina ed Egitto, sottolineando insieme la necessità di proteggere la popolazione civile a Gaza e di rispettare il diritto umanitario internazionale da parte di Israele. La dichiarazione ha provocato la convocazione degli ambasciatori spagnolo e belga da parte di Israele per una "ferma condanna".

(Francesca Pasqualino)

Bianca Franzini, Sofia Ena e Francesca Pasqualino

EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Grecia-Turchia, si aprono nuovamente i canali di cooperazione tra i due paesi: Il prossimo 7 dicembre si terrà un nuovo incontro del Consiglio di Cooperazione ad alto livello (HLCC) tra Grecia e Turchia, dopo una pausa di sette anni segnata da tensioni estreme nelle relazioni greco-turche. L'incontro è considerato un passo ulteriore verso il miglioramento delle relazioni, sottolineando la volontà reciproca di cooperazione e normalizzazione nei rapporti. Dopo la conclusione della prima fase della road map concordata dai ministri degli esteri dei due paesi, l'obiettivo è raggiungere la calma e sigillare miglioramenti con accordi vantaggiosi per entrambe le nazioni. La ripresa delle riunioni dell'HLCC è un segnale positivo dopo il "agenda positiva" del 2021, che ha promosso la cooperazione economica, commerciale e imprenditoriale. L'incontro del 7 dicembre coprirà diverse aree, tra cui imprenditoria, turismo, trasporti, energia, scienze, tecnologia, agricoltura, ambiente, sicurezza sociale.

(Francesca Pasqualino)

Russia, aumentano le preoccupazioni riguardo i tentativi di recupero delle armi chimiche da parte dell’UE: lo scorso venerdì 24 novembre Il direttore del 2° Dipartimento Europeo del Ministero degli Esteri russo, Sergey Belyaev, ha espresso preoccupazione per i tentativi dell'Unione Europea di recuperare le armi chimiche della Seconda Guerra Mondiale dal Mar Baltico. Ha sottolineato la necessità di discussione su piattaforme internazionali come la Commissione per la Protezione dell'Ambiente Marino del Baltico (HELCOM) e la valutazione dei rischi ambientali. Belyaev ha avvertito che azioni non coordinate e coinvolgimenti di strutture non centrali possono avere conseguenze deplorevoli per l'intera regione del Baltico. Dopo la guerra, decine di migliaia di tonnellate di munizioni chimiche furono immerse nel Mar Baltico. I media riportano che le autorità tedesche stanno considerando un programma di recupero.

(Francesca Pasqualino)

Ungheria, Budapest potrebbe presto sbloccare 10 miliardi di fondi Ue. La riforma giudiziaria adottata lo scorso maggio è stata considerata soddisfacente da parte della Commissione europea e potrebbe, pertanto, portare allo sblocco di 10 miliardi di fondi di coesione destinati all’Ungheria, precedentemente congelati per preoccupazioni sullo stato di diritto. La Commissione sta monitorando l’impatto delle riforme sull’indipendenza giudiziaria, e nel caso Bruxelles approvasse definitivamente gli Stati Membri potrebbero essere chiamati a esprimersi sulla decisione al prossimo Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre. Dei fondi bloccati, 6,3 miliardi riguardano il “meccanismo di condizionalità” per problematiche legate agli appalti pubblici e ai conflitti di interesse, mentre il resto dei fondi sono connessi a tematiche quali il “diritto alla libertà accademica” e la tutela dei diritti LGBTQ+. Il primo ministro Orbán ha accusato Bruxelles di "ricatto finanziario" e potrebbe giocare la carta del veto durante il vertice del 14-15 dicembre, dove si discuterà dell'adesione dell'Ucraina e dell'assistenza finanziaria a Kiev.

(Alessandro Alloro)

Serbia, espulso il diplomatico croato Hrvoje Snajder. La scorsa settimana, in base all’articolo 9 della Convenzione di Vienna, la Serbia ha espulso il diplomatico croato Hrvoje Snajder. Il ministero degli esteri serbo ha dichiarato che Snajder avrebbe violato le norme diplomatiche tra i due Paesi, senza, però, specificare la natura della violazione. Secondo Zagabria, l’espulsione avrebbe a che vedere con le elezioni parlamentari serbe in programma per il prossimo 17 dicembre. Questo avvenimento ha portato senz’altro a un deterioramento delle relazioni diplomatiche tra le due nazioni, che nemici durante le guerre degli anni Novanta, avevano trovato il modo di migliorare i loro rapporti anche attraverso diversi incontri tra i leader dei due Paesi negli ultimi mesi.

(Alessandro Alloro)

Francesca Pasqualino e Alessandro Alloro

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Israele, tra cessate il fuoco e crisi diplomatiche: il cessate il fuoco tra Israele e Hamas è durato una settimana, con varie proroghe. Hamas ha liberato circa un centinaio di ostaggi, su un totale di 240, mentre Israele ha rilasciato circa duecento palestinesi incarcerati. Questo risultato diplomatico è stato mediato da Doha, nota per ospitare da anni l’alta dirigenza del gruppo terroristico. Nel mentre, è precipitata la crisi diplomatica tra Israele e la Spagna. Durante il viaggio del primo ministro spagnolo in Medio Oriente sono iniziate le frizioni, scaturite dalle dichiarazioni di Sanchez riguardo la condotta delle operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza. In un primo momento Israele ha convocato l’ambasciatore spagnolo, successivamente ha deciso di ritirare il proprio da Madrid, dopo la recente intervista di Sanchez nella quale il capo di governo spagnolo reiterava il proprio scetticismo riguardo la condotta dell’esercito israeliano.

(Michele Magistretti)

Dubai, alla COP28 i temi “caldi” sono il riscaldamento globale e la guerra a Gaza. Nel passaggio di staffetta dall’Egitto agli Emirati Arabi Uniti, durante la cerimonia di apertura della 28esima Conferenza delle Parti dell’UNFCCC, il ministro degli affari esteri egiziano Sameh Shoukry ha chiesto un minuto di silenzio per tutte le vittime civili morte durante il conflitto in corso. La COP28, data anche la sua collocazione geografica, verrà utilizzata come centro diplomatico per continuare le trattative sugli sviluppi della guerra a Gaza; venerdì sono arrivati a Dubai il Presidente israeliano Herzog e il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abbas. Contrariamente alle aspettative, l’emirato ha permesso una certa forma di libertà di espressione, infatti già giovedì 30 novembre numerosi attivisti ambientali hanno manifestato criticando duramente l’inattività dei governi di fronte alla minaccia climatica. In particolare, gli attivisti dell’area MENA hanno collegato l’incapacità dei governi (specialmente occidentali) di prendersi carico delle riparazioni economiche nei Paesi che hanno danneggiato durante i mandati coloniali (e in alcuni casi post-coloniali) alla volontà invece di intervenire attraverso l’invio di armamenti e supporto militare a Israele nella guerra a Gaza. Tali attivisti chiedono inoltre a gran voce il cessate il fuoco, perché la sostenibilità non è solo ecologica, ma si deve basare sulla giustizia, l’equità e la pace tra i popoli.

(Sara Oldani)

Michele Magistretti e Sara Oldani



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Gerusalemme Est, vittime e feriti in un attentato alla fermata del bus. I due aggressori, i fratelli Murad e Ibrahim Namr, sono rimasti uccisi negli scontri a fuoco con le forze israeliane, che hanno fatto seguito all’attentato che ha visto la morte di 3 persone e il ferimento di altre 6. Secondo quanto dichiarato dallo Shin Bet, i servizi segreti interni israeliani, i due uomini responsabili dell’attacco sarebbero membri del gruppo radicale islamista di Hamas. Inoltre, la stessa Brigata al-Qassam, l'ala militare di Hamas, ha rivendicato l'attacco definendo i due fratelli "martiri". L'attentato sarebbe avvenuto in risposta all'uccisione di quattro palestinesi, inclusi un bambino di 8 anni, da parte dell'esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania, avvenuta nei giorni precedenti.

(Davide Shahhosseini)

Russia, la Corte Suprema definisce illegale le attività LGBT. Secondo la Corte Suprema russa il movimento pubblico internazionale LGBT è un movimento estremista, decretandone la sospensione di ogni attività nel paese. La decisione, senza specificare un'organizzazione specifica, afferma che ci sono "segni di natura estremista" nelle attività LGBTQ+ in Russia, tra le quali l'incitamento alla discordia sociale e religiosa. Questa mossa rappresenta il più severo provvedimento contro i diritti LGBTQ+ in Russia. Secondo gli attivisti, la definizione vaga della sentenza implica la concessione alle autorità russe di un largo margine di interpretazione della stessa, che potrà essere utilizzato per reprimere le iniziative LGBTQ+ in generale.

(Davide Shahhosseini)

Davide Shahhosseini



Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Alessandro Alloro: Europa Centro-Orientale e Russia

Alessandro Dowlatshahi: America Latina

Alessandra Tamponi: Asia ed Estremo Oriente

Alessia Boni: America Latina

Aurelia Puliafito: Africa Sub-Sahariana

Bianca Franzini: Europa Occidentale e Unione Europea

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Francesco Lorenzini: Medio Oriente e Nord Africa, Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Francesca Pasqualino: Europa occidentale e Unione Europea, Europa Centro-Orientale e Russia

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Lorenzo Franceschetti: Diritti Umani

Lorenzo Graziani: America del Nord

Ludovica Costantini: America Latina

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa

Serena Basso: America Latina

Sofia Ena: Europa occidentale e Unione Europea, Diritti Umani



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