L’ascesa delle destre nel nuovo scenario politico europeo post elezioni

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  Alessandro Alloro
  29 aprile 2024
  4 minuti, 18 secondi

Mancano ormai sei settimane alle elezioni europee di giugno e iniziano a profilarsi i primi scenari di come sarà il prossimo Parlamento europeo. Secondo le più recenti stime, il Partito Popolare Europeo (PPE) rimarrà la principale forza politica dell'UE, raccogliendo circa il 22% dei voti. Seguono a ruota i Socialisti e Democratici (S&D), che dovrebbero ottenere circa il 18,5% dei voti. Si prevede un notevole cambiamento, con il partito di estrema destra Identità e Democrazia (ID) al terzo posto, che dovrebbe ottenere il 12,1% dei voti, e il partito di destra dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) stimato all'11,1 % confermando l’ascesa, nel panorama politico europeo, dei i partiti conservatori. I liberali di Renew Europe (RE), pertanto, con il 10,3% dei voti si vedono superare da partiti alla loro destra, mentre, nel frattempo, l’alleanza tra Verdi e l’Alleanza Libera Europea (che racchiude i vari partiti indipendentisti e regionalisti europei) raccoglie il 7,9% dei voti ben lontano dall’exploit che li vide coinvolti nel 2019 quando raccolse l’11,7% dei voti. La sinistra radicale è stimata intorno al 7% dei consensi. I partiti che non rientrano in nessun gruppo parlamentare raccolgono in totale il 6,7% delle preferenze.

Tuttavia, è importante ricordare che ogni Stato Membro adotta una legge elettorale diversa, pertanto, è più utile considerare la percentuale che ogni partito riscuote nel proprio Stato di appartenenza. Quindi, nel caso queste percentuali dovessero trovare conferma i seggi all’Europarlamento sarebbero così ripartiti:

PPE – 181 seggi (-7)

S&D – 139 seggi (-8)

RE – 86 seggi (-12)

ECR 86 seggi (+24)

ID – 77 seggi (+1)

NI – 61 seggi (+2)

V/ALE - 51 seggi (-23)

Sinistra – 39 seggi (-2)

A livello degli Stati Membri, Il PPE dovrebbe affermarsi come forza trainante in Paesi come la Spagna, il Portogallo e la Germania, sebbene presentino attualmente governi guidati da forze socialiste. Al contrario, in Irlanda, nonostante l’attuale governo di centro-destra, si prevede che il partito Sinn Féin affiliato alla Sinistra radicale diventi il principale partito politico alle elezioni europee. In Francia, dove è in carica il governo liberale di Emmanuel Macron, il partito di estrema-destra Front National di Marine Le Pen dovrebbe ottenere la maggioranza dei voti. I partiti di estrema-destra sono in ascesa non solo in Francia, ma anche in Austria (Partito della Libertà d'Austria) e nei Paesi Bassi (Partito per la Libertà). In Germania, mentre l'Unione cristiano-democratica della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen resiste, l'estrema destra di Alternativa per la Germania guadagna terreno. In Italia, Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, affiliata al gruppo ECR, è pronta ad ottenere un sostegno significativo, confermandosi come primo partito a quasi due anni dalle elezioni nazionali.

In termini puramente elettorali, le elezioni europee del 2024 rifletteranno semplicemente e la tendenza delle due precedenti elezioni europee precedenti, ovvero un aumento dei parlamentari europei provenienti da partiti euroscettici e di estrema destra. Tuttavia, in termini di potere politico, le prossime elezioni potrebbero cambiare le carte in tavola. Per la prima volta nella sua storia, l’emiciclo di Strasburgo potrebbe avere una maggioranza di destra. Resta comunque improbabile che il Partito Popolare Europeo formi una maggioranza con i partiti della destra più radicale, assisteremo quasi senza ogni dubbio alla solita “grande coalizione” formata da popolari, socialdemocratici e liberali che ha governato nelle ultime legislature. Difatti, la formazione di un "supergruppo" di estrema destra è improbabile a causa delle difficoltà storiche di collaborazione e delle divisioni ideologiche all'interno di questo gruppo politico. Ad esempio, mentre il PVV olandese si oppone con forza a un ulteriore allargamento, il Fidesz ungherese è un forte sostenitore dell'adesione dei Balcani occidentali, che porterebbe nell'UE alcuni potenti alleati, come il presidente serbo Aleksandar Vučić.

Tuttavia, non è da escludere come l’influenza dei partiti di destra potrà giocare un ruolo fondamentale nell’influenzare la politica interna dell’Unione negli anni a venire, come il raggiungimento di politiche più restrittive sull'immigrazione e a un indebolimento ulteriore del Green Deal europeo. Naturalmente, ciò influirà anche sul ruolo dell'UE nella politica internazionale. In primo luogo, creerà un'Unione Europea ancora più debole sulla scena internazionale, non solo per quanto riguarda le regioni in cui assume già un ruolo divisivo, come ad esempio in Medio Oriente, ma anche in contesti a noi più prossimi, come la Guerra in Ucraina. Inoltre, nuove iniziative, come una maggiore integrazione nel settore della difesa, in cima all'agenda del PPE, e auspicata anche dal Presidente francese Macron durante il suo intervento alla Sorbona del 25 aprile scorso, probabilmente incontreranno una significativa opposizione da parte dell'estrema destra (e anche dell'estrema sinistra). Ciò sarà particolarmente un problema nel caso in cui Donald Trump dovesse tornare alla Casa Bianca. Infatti, in tal caso, in ragione delle forti posizioni anti-UE e anti-NATO dell’ex presidente americano, unite alla sua politica isolazionista e non interventista, potrebbe costringere l'Unione Europea a svolgere un ruolo molto più ampio nel raggiungimento dei suoi obiettivi esteri e militari.

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