Panoramica sui congedi parentali in Europa

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  Redazione
  12 giugno 2021
  2 minuti, 46 secondi

Nel mio precedente articolo in merito ai congedi parentali ho analizzato la situazione in cui versano le famiglie italiane, sottolineando come ci sia un’evidente e alquanto scorretta disparità tra i sessi in merito all’accudimento e dalla tutela dei minori, in particolare dei neonati.

In questo nuovo breve approfondimento andrò a presentare la situazione al di fuori dell’Italia ed in particolare nei principali paesi europei, per compararli alla legislazione italiana in merito ai congedi per i neo-padri. Come ricordato nel mio precedente approfondimento, i congedi parentali per i padri in Italia sono aumentati costantemente negli anni arrivando a 10 giorni nel 2021 ed adeguandosi alle direttive dell’Unione Europea, che nel 2019 ha fissato tale cifra come standard minimo comunitario.

Nel resto d’Europa la situazione è quasi ovunque più favorevole per i neo-papà, anche se non tutti i paesi prevedono espressamente un congedo parentale in questi termini.

Uno dei paesi più virtuosi in assoluto in merito alla paternità è la vicina Spagna che concede sino a 16 settimane, allontanandosi di molto da altri Stati in Europa. Si posizionano tra le prime posizioni anche il Portogallo e la Slovenia, che riconoscono all’incirca 5 settimane di pausa.

Oltre ad essere un esempio in positivo, la Spagna è anche un apripista relativamente alla parità di genere in un ambito veramente squilibrato; difatti dal 1° gennaio 2021 le 16 settimane concesse per la paternità sono equiparabili al tempo concesso per la maternità. Di tale periodo, sei settimane sono obbligatorie e coincidono con il primo mese e mezzo del neonato o del bambino adottato, mentre le restanti dieci sono facoltative, da gestire secondo le esigenze del minore e della compagna. In Francia invece, dal luglio 2021 il periodo di paternità concesso verrà raddoppiato, passando da 14 a 28 giorni, di cui almeno una settimana obbligatoria.

Come in tante altre questioni di genere, i paesi del nord Europa sono all'avanguardia in materia di congedi parentali, concedendo benefici speciali ai nuovi genitori. Per quanto riguarda il congedo di paternità concesso nei paesi scandinavi, di particolare rilevanza è la Norvegia, dove i nuovi padri possono beneficiare di quasi un anno di congedo, cioè 46 settimane pagate al 100% o 56 settimane all'80%, 12 delle quali sono obbligatorie. In Svezia, ogni genitore ha diritto a 12 mesi di congedo da condividere con il partner, di cui 2 obbligatori. Infine, in Finlandia, nel 2021, entrerà in vigore la parità di congedo tra madri e padri.

Da questo rapido excursus è particolarmente facile notare come le legislazioni dei vari paesi europei facciano particolare riferimento alle famiglie considerate tradizionali - cioè composte da una madre e un padre - e decisamente meno alle famiglie monoparentali o composte da partner dello stesso sesso. Queste coppie, infatti, incontrano molte più difficoltà per quanto riguarda la possibilità di usufruire dei congedi parentali.

Per concludere voglio riportare una citazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), la quale ha sottolineato che la maternità continua a penalizzare le donne sul lavoro, sia in termini di accesso al lavoro che al salario previsto, perché la pressione sociale costringe le donne "ad essere le principali responsabili della cura domestica".

FONTI:

a cura di Sofia Perinetti 


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