Sprechi alimentari e disuguaglianze

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  Valeria Fraquelli
  29 dicembre 2023
  3 minuti, 48 secondi

Abbiamo già parlato di spreco alimentare e di quanto i cambiamenti climatici abbiano influenzato le nostre abitudini alimentari, ma forse non abbiamo ancora pensato che più si spreca e più si alimentano le disuguaglianze. Queste disuguaglianze vanno a scapito della parte più debole della popolazione che si sente sempre più lasciata ai margini della società.

Non è un caso che i dati sulle condizioni di vita tra la parte più ricca e quella più povera della popolazione siano sempre più impietosi e si creino delle vere e proprie spaccature incolmabili che vedono le due parti sempre più staccate tra loro, come mondi paralleli incapaci di comunicare.

In effetti, i dati sullo speco alimentare sono a dir poco terribili, sia per la creazione di fratture nella società, sia per il suo impatto ambientale.

Come dichiarato dalla FAO "il macro-comparto alimentare è responsabile del 30% circa del consumo di energia globale e del 22% delle emissioni di gas serra. Diffondere modelli nutrizionali e di consumo sostenibili è dunque auspicabile non solo per la salute, un’alimentazione più equilibrata, ma anche per l’ambiente". In Italia vengono sprecati circa 145 chilogrammi di cibo per abitante, una cifra superiore alla media europea, secondo i dati Eurostat utilizzati dal JRC nelle sue recenti stime sull'impatto della riduzione degli sprechi alimentari nell'Unione Europea.

Lo spreco di cibo riguarda tutte le fasi della filiera alimentare: produzione primaria, trasformazione e fabbricazione, vendita al dettaglio e altre forme di distribuzione degli alimenti, ristoranti e servizi di ristorazione e, infine, famiglie. Tutti hanno una parte di responsabilità nel buttare cibo che potrebbe tranquillamente essere mangiato, nessuno escluso.

E partiamo proprio dalle famiglie poiché "l’indagine rileva un’importante incidenza della dimensione del nucleo familiare sullo spreco pro-capite, con differenze significative tra single e famiglie di tre o più componenti (non rilevante la differenza con le famiglie di due componenti). Chi vive da solo, generalmente spreca di più. Lo spreco alimentare è più accentuato nel Centro e Sud Italia, rispetto al Nord". Ma le famiglie e i single non sono del tutto da colpevolizzare, perché anche in tutta la filiera produttiva si spreca, e tanto.


Alla fine c’è chi mangia poco, chi mangia troppo e chi mangia male, di conseguenza si vengono a creare tutta una serie di disequilibri che formano un vero e proprio circolo vizioso in cui i ricchi mangiano sempre di più, soprattutto cibi più raffinati, e le persone con difficoltà economiche mangiano cibi non salutari, non adatti per una vita sana ed equilibrata dal punto di vista nutrizionale. Infatti, per molti appartenenti alla fascia più debole della popolazione il problema non è solo mangiare, ma trovare cibo sano che permetta di restare in salute e di avere il corretto apporto di sostanze nutritive, tanto che sono proprio i più svantaggiati economicamente ad essere più a rischio di obesità e di malattie legate ad una dieta non equilibrata.

Poi, ovviamente, ci sono coloro che davvero non riescono a mettere insieme pranzo e cena, chi non riesce ad avere un pasto degno di questo nome. A queste persone bisogna garantire aiuti e assistenza per far sì che possano uscire dallo stato di indigenza e cominciare a vivere una vita dignitosa.

Si sta creando una frattura sempre più profonda tra chi può permettersi di consumare pasti raffinati e chi, invece, non ha la possibilità di avere sulla propria tavola cibo sano ed equilibrato ed è costretto a consumare cibi troppo grassi, troppo lavorati industrialmente. Lo spreco alimentare è una delle cause principali che, intrecciandosi con i cambiamenti climatici, crea un circolo vizioso di povertà che sarà sempre più difficile da spezzare.

In conclusione, se tutti davvero ci mettessimo più impegno per evitare gli sprechi alimentari potremmo migliorare l’ambiente e anche la condizione di molte persone che vivono in condizioni di disagio e non hanno la possibilità di consumare pasti sani e regolari con il giusto apporto di sostanze nutritive.

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L'Autore

Valeria Fraquelli

Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.

Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.

La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.

La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.

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