Come cambia la geografia del gas

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  Valeria Fraquelli
  12 aprile 2024
  3 minuti, 53 secondi

La guerra in Ucraina, come è ormai noto, ha avuto diversi effetti negativi sulla nostra vita quotidiana: l’inflazione alle stelle ha impoverito grosse fasce della popolazione, siamo stati costretti a prestare più attenzione ai nostri consumi per evitare gli sprechi e, più di tutto, abbiamo dovuto scegliere nuovi partner per la nostra fornitura di gas naturale.

Avevamo sempre avuto una fortissima dipendenza dal gas russo e all’improvviso abbiamo dovuto scegliere altri Paesi pronti a soddisfare le nostre richieste. Ci siamo accorti che potevamo sfruttare quello che, all’inizio, è stato un grosso danno per la nostra economia come uno slancio per percorrere la strada della transizione ecologica; e sono soprattutto i Paesi dell’est Europa che hanno colto al volo questa possibilità, la quale ha permesso loro di diventare nuovi hub del gas e allo stesso tempo sperimentare nuove energie più green.

“Dopo la probabile cessazione del trasporto di gas naturale dalla Russia attraverso l’Ucraina a partire dall’inizio del 2025, il corridoio verticale del gas attraverso la Bulgaria sarà l’unico progetto in grado di garantire sia il necessario trasporto di gas liquefatto sia la continuità del funzionamento della rete di trasporto del gas e degli impianti di stoccaggio sotterraneo in Ucraina”, ha dichiarato a febbraio Malinov, il direttore esecutivo di Bulgartransgaz.

Lo stesso Malinov ha, inoltre, dichiarato un mese fa: “Questa rotta strategica garantirà l’accesso a quantità aggiuntive di gas naturale liquefatto per i consumatori dell’Europa orientale”.
“Con l’attuazione dei progetti per aumentare le capacità dalla Grecia alla Bulgaria e dalla Bulgaria alla Romania, sarà fornita la possibilità tecnica di trasferire le quantità aggiuntive di gas naturale, compreso il Corridoio meridionale del gas e il gas naturale liquefatto, con il massimo utilizzo delle possibilità dell’infrastruttura esistente”, ha aggiunto.

È stato creato un vero e proprio “corridoio verticale” per portare il gas liquefatto in tutta l’Europa orientale, sono state create nuove connessioni per aggirare la Russia e limitare il suo potere sugli Stati esteuropei, si è cercato di avvicinare sempre di più l’est Europa all’occidente e soprattutto all’Unione Europea e al mercato unico che offre ottime possibilità di crescita e di aiuto per migliorare il sistema economico.

La Bulgaria ha anche avviato negoziati con l’Azerbaigian per aumentare le forniture di gas a Romania, Moldavia e Ucraina attraverso il corridoio verticale del gas dei Balcani. Lo ha annunciato lunedì l’ufficio stampa del Parlamento bulgaro e questo vuol dire espandere il proprio mercato e aiutare l’Ucraina dopo l’invasione russa, oltre a creare nuove importantissime opportunità di crescita.

Gli esperti prevedono che ”la Bulgaria diventerà una rotta fondamentale per la sicurezza energetica della regione a partire dal 2025, in quanto sarà l’unica via per il trasferimento del gas russo e azero via gasdotto, nonché del GNL proveniente dalla Grecia e dalla Turchia, ai Paesi limitrofi a ovest e a nord”. La Bulgaria vuole proporsi come hub per il gas più importante di tutta l’est Europa, vuole avere un ruolo fondamentale per dimostrare a sé stessa, alla Russia e all’Unione Europea che è un Paese affidabile e che potrebbe giocare un ruolo fondamentale anche in seno alle istituzioni comunitarie.

Si è venuto a creare un vero e proprio asse per contrastare il troppo potere della Russia dopo l’aggressione all’Ucraina, oltre a un processo più green in cui far circolare energia pulita in tutta l’Europa orientale e non solo. Anche l’Azerbaigian può trarre grandi benefici da questo accordo, infatti, il presidente azero, citato dall’ufficio stampa del Parlamento bulgaro, ha dichiarato: “La Bulgaria ha avuto l’opportunità di diventare un Paese di transito per il gas azero; si tratta già di un dato di fatto. Apprezziamo molto la partnership in questo settore”.

In conclusione, si può dire che la cooperazione tra Bulgaria e Azerbaigian può essere un primo punto di svolta per creare un mondo più sano e liberare l’Europa orientale da quella morsa asfissiante rappresentata dalla dipendenza dal gas russo. La geografia del gas è cambiata, questo è un dato di fatto e non si più tornare indietro.

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L'Autore

Valeria Fraquelli

Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.

Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.

La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.

La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.

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