Conflitti armati: giù le mani dai bambini

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  Giorgia Milan
  21 October 2023
  5 minutes, 5 seconds

Esistono paesi in cui è impossibile essere bambini, paesi in cui i bambini non hanno la possibilità di vivere un’infanzia serena a causa delle guerre.
I conflitti armati hanno attraversato ogni epoca, non sono una novità dell’ultimo secolo, e l’escalation del conflitto israelo-palestinese è solo l’ultima di una lunghissima serie di guerre. Ciò che sconvolge però, è che negli ultimi decenni stiamo assistendo a un coinvolgimento sempre più elevato di civili: nella Prima Guerra Mondiale costituivano il 50% delle vittime, nella Seconda Guerra Mondiale il 66% fino ad arrivare al 90% nelle guerre moderne. In tutto ciò sono i bambini a pagarne il prezzo più alto, vittime innocenti di una storia che non hanno scelto.

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite riguardo i bambini e conflitti armati nel 2022 le violazioni (verificate) sono aumentate rispetto al 2021, parliamo di:

  • 27.180 violazioni;
  • 18.890 bambini coinvolti;
  • 2.985 bambini uccisi, 5.655 bambini mutilati;
  • 7.622 i bambini reclutati come soldati nei gruppi armati;
  • 3.985 i bambini rapiti;
  • 1.165 i bambini violentati.

Violazioni ai diritti dei bambini che passano ancora inosservate e che vengono denunciate troppo poco. Ed è proprio per questo che per le Nazioni Unite e i meccanismi di monitoraggio collegati è impossibile dare un quadro effettivo delle violenze compiute contro i bambini in tempi di guerra, ci saranno sempre casi di violenza non riportati alle autorità. In sostanza i dati potrebbero essere molto più terrificanti.

Le Nazioni Unite hanno stabilito sei gravi violazioni dei diritti dei bambini in tempi di guerra: uccisione e mutilazione, reclutamento, violenza sessuale, attacchi a scuole e ospedali, rapimenti, negazione di aiuti umanitari.

Il diritto umanitario prevede il diritto di ogni persona, e quindi bambino, alla vita (articolo 6 della Convenzione sui diritti del fanciullo) e di non esserne privato arbitrariamente. Sono ancora troppi i bambini che perdono la vita ingiustamente in guerra o che, anche a causa di ordigni inesplosi, vengono mutilati. Basti pensare che a dieci giorni dall’escalation del conflitto israelo-palestinese, sono stati uccisi 724 bambini solo nella striscia di Gaza, una media quindi di circa 72 bambini al giorno.

Al diritto alla vita si affianca il diritto di vivere un’infanzia felice e spensierata: parliamo di bambini non di soldati. Secondo l’UNICEF, si definisce bambino soldato “una persona sotto i 18 anni di età che fa parte di qualunque forza armata o gruppo armato, regolare o irregolare che sia”.
Armati e costretti fin da piccoli a uccidere, i bambini si ritrovano catapultati dai banchi di scuola ai campi di guerra, passano dal tenere in mano un libro a un kalashnikov che pesa più di loro. Alcuni vengono manipolati, altri rapiti, altri ancora si arruolano per aiutare economicamente le loro famiglie. In qualsiasi caso, il reclutamento di minori nei conflitti armati costituisce una violazione dei diritti dei bambini.
Sono 105.000 i bambini reclutati nelle forze armate e quindi usati nei conflitti dal 2005 al 2022, secondo un rapporto UNICEF.

Tante guerre si combattono in campo, con bombardamenti e attacchi, ma anche sui corpi. La violenza sessuale costituisce una vera e propria arma di guerra, usata per distruggere, umiliare, punire e terrorizzare intere comunità. La violenza sessuale in questi casi comporta anche rischi di prostituzione, schiavitù sessuale, gravidanze, sterilizzazioni e aborti forzati, mutilazioni sessuali, torture. Una lista infinita di pericoli che vengono corsi da ancora troppi bambini. Concretamente, sono 72 milioni i minori che vivono in zone dove i gruppi armati sono soliti usare la violenza sessuale come arma di guerra contro i minori. 72 milioni di bambini potenzialmente a rischio violenza.

Gli articoli 23 e 24 della Convenzione dei diritti del fanciullo prevedono il diritto all’istruzione e alle cure mediche necessarie. Scuole e ospedali dovrebbero costituire dei luoghi sicuri, dove trovare rifugio e pace. In guerra le regole cambiano. Scuole e ospedali perdono la loro funzione primarie e diventano dei veri e propri obiettivi di guerra: bombardati, chiusi, adibiti a scopi militari. Bambini privati dell’infanzia, della scuola, della possibilità di curarsi.
Nel 2022 le Nazioni Unite hanno registrato un aumento di circa il 112% degli attacchi contro scuole e ospedali rispetto il 2021. Sono state ben 1.163 le scuole attaccate e 647 gli ospedali.

È altresì preoccupante il numero dei rapimenti. Sono 3.985 i bambini rapiti nel 2022, 3.985 bottini di guerra, 3.985 bambini tolti dalle loro famiglie, dai loro amici, dalla loro comunità e portati chissà dove (violando l’articolo 9 Convenzione sui diritti del fanciullo). Rapiti e usati come ostaggi, rapiti e poi violentati, rapiti e poi uccisi, rapiti e poi venduti. Nessuna pietà per questi bambini, costantemente privati della loro infanzia e dei quali non si sa più nulla.

Gli aiuti umanitari costituiscono una parte fondamentale dei conflitti, intere comunità si ritrovano infatti in situazioni di estrema necessità. La negazione degli aiuti umanitari può consistere semplicemente in un blocco del passaggio degli aiuti, in un attacco agli assistenti umanitari che lavorano per dare alle popolazioni l’assistenza di cui hanno disperato bisogno, in un saccheggio alle forniture umanitarie messe a disposizione. Privare i bambini di cibo, acqua e servizi essenziali mette ovviamente a rischio le loro vite e costituisce un ulteriore attacco.

Sono stati enunciati tanti numeri, tanti dati che ci dimostrano che non stiamo facendo abbastanza per proteggere i minori, che continuano ad affrontare e sopportare le conseguenze più tragiche e devastanti dei conflitti. Dobbiamo ricordarci però, come ha detto Virginia Gamba (Segretario Generale Nazioni Unite), che dietro ogni violazione verificata c’è la vita di un bambino, con la sua storia. Bambini che pagano il prezzo più grande delle guerre dei grandi, portandosi dietro delle cicatrici indelebili. Ed è arrivata l’ora di smetterla.

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Fonti utilizzate per la stesura del presente articolo:

https://www.savethechildren.it/sites/default/files/files/Conflitti.pdf

https://www.unicef.it/programmi/protezione-infanzia/

https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N23/144/96/PDF/N2314496.pdf?OpenElement

https://childrenandarmedconflict.un.org/tools-for-action/monitoring-and-reporting/

https://www.unicef.ch/it/come-aiutare/programmi/i-bambini-guerra

https://www.unicef.it/convenzione-diritti-infanzia/

https://vociglobali.it/2023/07/19/bambini-in-guerra-abusi-oltre-ogni-limite-su-minori-usati-in-conflitti/

https://resourcecentre.savethechildren.net/pdf/weapon-of-war-report_final.pdf/

https://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2023/03/01/news/bambini_in_guerra_sono_449_milioni_quelli_che_vivono_in_zone_di_conflitto_in_un_anno_piu_di_8mila_sono_morti_o_sono_stati_-390056306/

Immagine: https://www.rawpixel.com/image/3577907/free-photo-image-afghan-afghanistan-army

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L'Autore

Giorgia Milan

Giorgia Milan, classe 1998, ha conseguito una laurea triennale in “scienze politiche, relazioni internazionali e governo delle amministrazioni”, con una tesi riguardo la condizione femminile in Afghanistan, e successivamente una laurea magistrale in “Human rights and multi-level governance”, con una tesi riguardo la condizione delle donne rifugiate nel contesto dell’attuale guerra Russo-Ucraina, il tutto presso l’Università degli studi di Padova.

I suoi interessi principali sono i diritti umani, in particolare i diritti delle donne. È proprio il forte interesse per questi temi che l’ha spinta a intraprendere un tirocinio universitario presso il Centro Donna di Padova, durante il quale ha avuto la possibilità di approcciarsi al mondo della scrittura e della creazione di contenuti riguardanti la violenza di genere e le discriminazioni.

In Mondo Internazionale Post Giorgia Milan è un'autrice per l'area tematica di Diritti Umani.

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