Consiglio europeo di ottobre: una mano tesa all'Ucraina ed un segnale chiaro per il futuro

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  Tiziano Sini
  25 October 2022
  2 minutes, 52 seconds

A margine del Consiglio Europeo iniziato il 20 ottobre, reso celebre per essere considerato l’ultimo appuntamento utile per delineare le misure emergenziali di contrasto alla crisi energetica, numerosi elementi significativi sono emersi, anche se è stata data loro una rilevanza mediatica minore.

Se l’intesa per le misure di contrasto alla crisi energetica sembra ancora lontana, una discussione pragmatica è stata, invece, condotta sul futuro dell’Ucraina e sulle iniziative di assistenza al Paese.

Il Consiglio, come testimoniano le parole della Presidente della Commissione Von der Leyen, si è pronunciato favorevolmente all’adozione di un piano economico di sostegno all’Ucraina, per l’intero 2023[1].

L’iniziativa dovrebbe prevedere lo stanziamento di circa 18 miliardi, somministrati attraverso un intervento mensile di 1,5 miliardi, gestito da uno speciale organo di governo. Responsabile del piano RebuildUkraine sarà, infatti, una speciale Piattaforma di coordinamento gestita da Bruxelles, e che sarà presieduta dal Governo di Kiev e dall’esecutivo Comunitario[2].

L’intero programma sarà incardinato all’interno di un intervento di maggior respiro, ideato insieme al partner strategici americano ed alle istituzioni internazionali, che per questa ragione dovrebbe consentire di mobilitare dai 3 ai 4 miliardi al mese a sostegno del Governo di Kiev.

Un programma che si somma ad un altro intervento di assistenza macro-finanziaria, previsto dall’accordo concluso dal Consiglio lo scorso 31 maggio, che prevede appunto un intervento di 9 miliardi da erogare entro la fine dell’anno. Al momento sono stati allocati 6 miliardi totali (1 ad agosto e 5 a settembre), mentre i restanti 3 dovrebbero essere erogati in tempi piuttosto brevi[3].

Di fronte a queste iniziative, numerosi sono i punti di riflessione: in primo luogo, si sta delineando in maniera chiara un Piano economico più organizzato e strutturato, che vada oltre gli aiuti emergenziali che la guerra ha richiesto. Si sta definendo, infatti, un disegno per il sostegno alla rinascita del Paese, anche alla luce della Conferenza internazionale di esperti sulla ricostruzione dell’Ucraina (25 ottobre), che traccerà il percorso dei prossimi mesi.

Tutto questo dovrà garantire l’allineamento dell’Ucraina all’Unione Europea; un iter che richiederà oltre che numerosi sforzi, ingenti risorse. Proprio per questa ragione un altro aspetto discusso durante il Consiglio, anche se in maniera estremamente embrionale, ha riguardato la modifica della normativa europea, per consentire non solo una maggiore flessibilità nella confisca dei beni, in questo caso degli oligarchi russi, ma anche per garantire un riutilizzo di questi al fine di sostenere economicamente la ricostruzione del paese alleato. Viene stimato a tal proposito che la cifra dei beni congelati ammonti a 9,89 miliardi di euro, con un numero di transazioni bloccate che si aggira intorno ai 196 miliardi, grazie all’entrata in funzione dell’unità operativa Freeze and Seize[4].

Il percorso sembra quindi ormai ben delineato, con un Unione più unita che mai nel pianificare un percorso di inclusione dell’Ucraina e facendosi promotrice del difficile percorso di ricostruzione del Paese. Ma le vicende internazionale potrebbero rendere tale percorso estremamente complicato ed i prossimi mesi saranno significativi in questo senso.

[1] https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2022/10/21/von-der-leyen-nel-2023-aiuti-per-18-miliardi-di-euro-a-kiev-_4922004a-b139-4b26-8611-f7822d122ec3.html

[2] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_22_3121

[3] https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2022/05/31/european-council-conclusions-on-ukraine-30-may-2022/

[4] https://www.eunews.it/2022/05/25/commissione-ue-vuole-semplificare-confisca-beni-oligarchi-russi-sanzionati/

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Tiziano Sini

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