Cosa succede se la Bielorussa ospita armi nucleari?

  Articoli (Articles)
  Redazione
  02 March 2024
  6 minutes, 35 seconds

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, studioso di Geopolitica e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale Post

Il destino della Bielorussia come Stato sta diventando sempre più legato all'esito di un futuro accordo di pace.

Sarà difficile per qualsiasi successivo governo di Minsk prendere le distanze, economicamente e politicamente, dalla Russia di propria iniziativa. Ma qualora la Bielorussia iniziasse a ospitare armi nucleari russe, sarà assolutamente impossibile.

Il recente annuncio del presidente russo Vladimir Putin secondo il quale la Russia avrebbe posizionato armi nucleari in Bielorussia ha fatto notizia a livello mondiale, ma per molti versi era del tutto prevedibile.

Il fatto

Mosca sta intensificando il conflitto in un momento nel quale altri sforzi per convincere l'Occidente a smettere di aumentare i suoi aiuti militari all'Ucraina sono falliti. Dopotutto, i leader occidentali non hanno altra scelta se non quella di prendere sul serio la minaccia nucleare.

Inoltre, la propaganda del Cremlino presenta il dispiegamento non solo come una decisione presa da entrambi i paesi, ma come risposta alle richieste di lunga data del leader bielorusso Alexander Lukashenko.

Questo è il modo già collaudato della Russia di mostrare rispetto per il suo alleato, citato in precedenza durante l'invio di truppe russe in Bielorussia per ripetute esercitazioni di “addestramento”.

Non è ancora chiaro quando le armi russe potrebbero apparire in Bielorussia. Putin ha detto solo che i piloti bielorussi riceveranno un addestramento adeguato al pilotaggio di aerei in grado di trasportare e lanciare armi nucleari, e che a breve in Bielorussia sarà costruito un deposito di armi nucleari.

Non basta, secondo il presidente russo, il controllo delle armi non sarà essere consegnato alle truppe bielorusse.

La mancanza di dettagli sembra confermare che lo scopo dell'annuncio è quello di segnalare psicologicamente agli avversari della Russia, in primis gli Stati Uniti, che hanno ancora tempo per cambiare rotta e concordare i termini con la Russia per garantire che quello stanziamento di armamenti rimanga vuoto.

Se le armi nucleari in Bielorussia fossero effettivamente necessarie per scopi militari, la Russia difficilmente lo avrebbe annunciato pubblicamente, in anticipo e con tale tempistica così specifica.

È vero che il contestato leader bielorusso parla ormai da quasi due anni del possibile dispiegamento di armi nucleari nel suo Paese. Anche prima della guerra in Ucraina, nel novembre 2021, ha lanciato l'idea come possibile risposta al dispiegamento di armi nucleari statunitensi in Polonia. Tuttavia, Lukashenko difficilmente poteva sapere allora che presto sarebbe scoppiata una guerra e che un anno dopo Putin avrebbe voluto ricorrere al ricatto nucleare.

È invece più probabile che Minsk stesse semplicemente svolgendo un tradizionale esercizio di politica estera, offrendo il tipo più audace di servizi di sicurezza in attesa di un potenziale sostegno politico ed economico da parte di Mosca.

A giudicare dal contesto in cui ha menzionato la minaccia di dispiegare armi nucleari nel suo paese, anche Lukashenko desiderava ardentemente e semplicemente essere considerato e ancora di più essere trattato con maggiore rispetto a livello internazionale. Egli vede illusoriamente le armi nucleari in grado di raggiungere Vilnius, Varsavia e Kiev come un modo efficace per raggiungere questo obiettivo.

Tuttavia, la possibilità di intimidire lituani e polacchi si tradurrà anche in una maggiore attenzione nei confronti della Bielorussia da parte della NATO. Nel senso che gli impianti di stoccaggio delle armi nucleari bielorussi, i siti dello schieramento dei missili e gli aeroporti diventeranno un obiettivo primario se il conflitto russo-ucraino dovesse estendersi ed intensificarsi a livello globale.

I vantaggi per Lukashenko

Nel complesso, è difficile dire se l'idea abbia più vantaggi o svantaggi per lo stesso Lukashenko. Ci si aspetta che i bielorussi ordinari siano contrari a questa mossa: circa l'80% della popolazione urbana del paese si oppone allo spiegamento di armi nucleari nel proprio paese, secondo alcuni sondaggi.

Da un lato, questo avvenimento rafforzerebbe chiaramente i legami bielorussi con la Russia, dal momento che quest’ultima acquisirebbe essenzialmente una nuova base militare russa. Dall’altro, in definitiva, cambierebbe molto poco nelle relazioni tra Minsk e Mosca, dal momento che entrambi i regimi hanno superato da tempo il punto in cui Putin potrebbe consentire trasformazioni politiche incontrollate in Bielorussia.

In questo contesto geopolitico, il dispiegamento di armi nucleari fornisce al Cremlino un'altra ragione per lasciare la roccaforte militare bielorussa sotto il controllo di Lukashenko, ma c'erano, già prima, molte ragioni per farlo.

Minsk naturalmente chiederà e probabilmente riceverà in cambio qualche tipo di aiuto economico. La guerra in Ucraina avrebbe avuto un corso molto diverso senza la collaborazione della Bielorussia, e ora Lukashenko sta aiutando anche Mosca con il suo ricatto nucleare globale. Sarebbe tragico e scortese da parte del Cremlino lasciare che tale lealtà – per quanto interessata - non venga ricompensata.

In questi due anni di conflitto Lukashenko ha evitato in tutti i modi di essere coinvolto più profondamente nel conflitto. E non ci sono stati bombardamenti del territorio ucraino dalla Bielorussia da ottobre.

Ma il dispiegamento di armi nucleari, se e quando accadrà, sarà un nuovo importante passo nell’eventuale coinvolgimento della Bielorussia nel conflitto.

Diventerà più difficile per coloro in Europa che hanno sostenuto l'applicazione di sanzioni diverse a Minsk e Mosca difendere la loro posizione, mentre i “falchi” come la Polonia e gli Stati baltici avranno nuove e potenti munizioni per rafforzare la loro argomentazione di lunga data secondo la quale Lukashenko dovrebbe essere trattato dall’occidente come se fosse parte del regime russo.

È probabile che nessuna delle due parti tenga conto del fatto che è dubbio che qualcuno abbia effettivamente chiesto l'opinione di Lukashenko sulla questione. Ha minacciato troppe volte in passato di chiedere a Putin di restituire le armi nucleari ritirate dalla Bielorussia a metà degli anni '90.

L’opinione di Bruxelles

Bruxelles sta già minacciando Minsk di nuove sanzioni se le armi nucleari appariranno sul territorio bielorusso. Ma le sanzioni più dolorose sono in vigore già da tempo, pertanto le minacce dall'Occidente sono molto meno pericolose per Lukashenko dell'inevitabile ira della Russia qualora improvvisamente dovesse cambiare idea o propensione nei rapporti politici.

Un'altra conseguenza dell'annuncio è che i lobbisti delle Nazioni Unite e del Sud del mondo dovranno affrontare difficoltà molto maggiori ora nel convincere i sostenitori della linea dura dell'UE a sbloccare l'esportazione di fertilizzanti di potassio bielorussi attraverso il porto lituano di Klaipeda.

L'UE ha discusso per diversi mesi questa possibilità come un modo per alleviare la crisi alimentare globale, ma l'allentamento delle sanzioni contro Minsk a questo punto sembrerebbe decisamente fuori luogo.

Infine, finché la Bielorussia non sarà altro che un corridoio per le truppe di terra russe, il loro campo di addestramento e una base per i jet russi, c'è la possibilità che la complicità del paese in questa guerra possa rimanere sotto il radar dei negoziatori di pace.

Ma se la Bielorussia dovesse acquisire una base nucleare russa permanente ed operativa a tutti gli effetti, la questione bielorussa sarà probabilmente considerata in qualsiasi agenda di risoluzione del dopoguerra.

Anche se i negoziati sulla nuova architettura della sicurezza europea si svolgeranno quando Putin e Lukashenko non saranno più al potere, sarà difficile trascurare la presenza di armi nucleari nelle immediate vicinanze di Kiev e di tre città capitali di Stato e nel contempo membri della NATO.

A questo punto è plausibile e più probabile che l'Occidente e l'Ucraina richiedano la smilitarizzazione della Bielorussia per un ritorno totale ai livelli prebellici.

Insomma, il destino della Bielorussia come stato autonomo sta diventando sempre più legato all'esito di un futuro accordo di pace.

Sarà difficile per qualsiasi successivo governo di Minsk prendere le distanze economicamente e politicamente dalla Russia di propria iniziativa.

Ma una volta che la Bielorussia inizierà a ospitare armi nucleari russe, sarà assolutamente impossibile.

Riproduzione Riservata ®

Share the post

L'Autore

Redazione

Categories

Europe

Tag

Bielorussia Armi nucleari conflitto Russia NATO