European Media Freedom Act

Journalism as a public good

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  Giuliana Băruș
  15 December 2023
  4 minutes, 13 seconds

European Media Freedom Act: Journalism as a public good

L'European Media Freedom Act (EMFA), è il nuovo corpo di regole dirette a proteggere il pluralismo e l'indipendenza dei media nell'Unione Europea: reazione necessaria per promuovere il dibattito pubblico transnazionale su questioni cruciali per la democrazia nello spazio europeo, in risposta alle crescenti violazioni della libertà di stampa.

Un anno dopo la proposta , presentata a settembre 2022 dalla Commissione europea – organo che detiene il potere di iniziativa legislativa dell'Ue –, il 3 ottobre 2023 i membri del Parlamento europeo hanno votato, a larga maggioranza , in favore di una legislazione molto più protettiva della libertà dei media rispetto a quella del testo approvato a giugno dal Consiglio Ue (che rappresenta le istanze dei governi degli Stati membri). Ora, le due istituzioni, Parlamento e Consiglio, dovranno raggiungere l'accordo congiunto sul medesimo testo per la sua approvazione definitiva. La sfida è, dunque, quella di mantenere l'elevato livello di protezione previsto dalla versione parlamentare del testo, ed evitare così un accordo “al ribasso”.

Obiettivo dell'European Media Freedom Act è l'armonizzazione delle normative nazionali nei 27 Stati membri, con la previsione di garanzie – in materia di sorveglianza dei giornalisti e segretezza delle fonti – che ancora non esistono nella legislazione di molti Paesi europei. Il regolamento proposto si prefigge, tra i vari obiettivi, di salvaguardare l'indipendenza editoriale da interferenze politiche; di garantire finanziamenti stabili ai media di servizio pubblico e assicurare trasparenza sulla loro ownership (e su eventuali conflitti d'interesse).

La difesa della sicurezza nazionale, inoltre, non può consentire, né giustificare la sorveglianza e lo spionaggio di giornalisti, come avvenuto nei recenti casi verificatisi in Grecia e Ungheria, dove esponenti della stampa nazionale sono stati bersaglio dello spionaggio autorizzato dal governo, tramite spyware come Pegasus e Predator.

C'è cauto ottimismo per l'indipendenza e il pluralismo editoriale in Europa: la normativa in discussione, tuttavia, è stata giudicata – da organizzazioni come Reporters sans frontières (RSF) e European Federation of Journalists (EFJ) – non abbastanza ambiziosa, ma comunque un necessario primo passo nella giusta direzione.

#JournalismIsNotACrime

Rientra nel quadro di un sistema rapido e coordinato di risposte per far fronte al recente deterioramento della libertà di stampa – nell'Unione Europea e nei Paesi candidati all'allargamento – anche la cosiddetta “Direttiva anti-SLAPP”.

Si chiamano “Slapp” – dall'acronimo in inglese Strategic Litigation Against Public Participation –, quelle azioni legali strategiche, utilizzate di solito per silenziare le voci critiche di giornalisti, difensori dei diritti umani e attivisti ambientali.

Seppure legittime, queste cause sono pretestuose e infondate perché finalizzate a creare un danno economico e psicologico, dissuadendo le vittime dal rivelare al pubblico informazioni considerate – da esponenti di spicco della politica e dell'imprenditoria – “scomode”. E questo si può inevitabilmente ripercuotere su un'informazione libera e indipendente.

Sulla direttiva europea, proposta dalla Commissione Ue nell'aprile del 2022 , è stato raggiunto l'accordo politico (provvisorio) tra Consiglio Ue e Parlamento europeo – i due co-legislatori dell'Unione – nella notte del 30 novembre 2023, alle 2:30. Il testo dovrà poi essere formalmente votato da Parlamento europeo e Ministri nazionali competenti dei 27 Paesi dell'Unione.

Dalla data dell'approvazione, gli Stati membri avranno due anni per recepire la normativa Ue nella legislazione nazionale, e provvedere all'adeguamento del proprio apparato giudiziario. La direttiva europea, una volta approvata, consentirà infatti ai giudici nazionali di archiviare la denuncia per infondatezza, qualora valutata pretestuosa, già nelle fasi preliminari del procedimento, facendo così risparmiare ai giornalisti e attivisti querelati tempo e risorse: il provvedimento in esame ha quindi lo scopo di ridurre le azioni legali temerarie, con costi legali coperti dai proponenti e risarcimenti per le vittime .

Perché non ci può essere stampa libera (press freedom) e libertà di espressione e informazione – come garantita dall'Articolo 10 della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) –, se il giornalismo è prodotto in condizioni di corruzione, povertà e paura. Perché senza stampa e informazione libere e senza la protezione dei giornalisti, è a rischio lo stesso concetto di democrazia.

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L'Autore

Giuliana Băruș

Studi in Giurisprudenza e Diritto Internazionale a Trieste.
Oltre che di Diritto (e di diritti), appassionata di geopolitica, giornalismo – quello lento, narrativo, che racconta storie ed esplora mondi fotoreportage, musica underground e cinema indipendente.

Da sempre “permanently dislocated un voyageur sur la terreabita i confini, fisici e metaforici, quelle patrie elettive di chi si sente a casa solo nell'intersezionalità di sovrapposizioni identitarie: la realtà in divenire si vede meglio agli estremi che dal centro. Viaggiare per scrivere soprattutto di migrazioni, conflitti e diritti e scrivere per viaggiare, alla ricerca di geografie interiori per esplorarne l’ambiguità e i punti d’ombra creati dalla luce.

Nel 2023, ha viaggiato e vissuto in quattro paesi diversi: Romania, sua terra d'origine, Albania, Georgia e Turchia.
Affascinata, quindi, dallo spazio post-sovietico dell'Europa centro-orientale; dalla cultura millenaria del Mediterraneo; e dalle sfaccettate complessità del Medio Oriente.

In Mondo Internazionale Post è autrice per la sezione Organizzazioni Internazionali”.

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