Falso ecologismo

  Articoli (Articles)
  Valeria Fraquelli
  28 April 2023
  4 minutes, 31 seconds

Tutti quando leggiamo le scritte “ecologico”, “naturale”, “biologico” pensiamo che stiamo comprando qualcosa che davvero fa bene all’ambiente e alla nostra salute. Il solo vedere confezioni colorate di verde con immagini di alberi, prati in fiore, farfalle o api che volano tranquille in un mondo perfettamente pulito e ordinato ci fa sentire in pace con noi stessi, in pace con la nostra coscienza perchè sappiamo che comprando quei prodotti facciamo qualcosa di concreto per aiutare la natura.

Ma sarà veramente così? Davvero bastano una confezione verde e qualche slogan per rendere un prodotto davvero eco-friendly? Purtroppo molto spesso l’ambientalismo è solo di facciata e dietro c’è molto green washing.

Il falso ecologismo è un problema che adesso sta emergendo in tutta la sua gravità. A volte le aziende non sono ecologiche per niente, a volte lanciano un solo prodotto eco mentre gli altri sono ancora fatti in modo tradizionale, a volte una linea eco-friendly convive con altre linee che non hanno niente di naturale.

E gli esperti lo dicono chiaramente. “Nel 95% dei casi, i brand intenzionati a sfruttare maliziosamente il proprio impegno ambientale ne commettono uno o più, come per esempio sostenere che un prodotto sia green e a basso impatto ambientale esclusivamente sulla base di un set (molto) limitato di parametri, provarsi in slogan e proclami ambientalisti che, però, sono vaghi o, ancor peggio, rischiano di essere fraintesi da parte dei semplici consumatori, mentire ai consumatori sull’impatto ambientale del prodotto o servizio o concentrare l’attenzione su dettagli minori”.

«Proprio per questo ci siamo dotati di un comitato etico e per la riforestazione abbiamo scelto un partner di indubbia moralità quale ZeroCo2» mette in evidenza Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore insieme a Giorgio Mottironi, Sergio Pedolazzi e Paolo Baldinelli della società benefit proprietaria della piattaforma Ener2Crowd.com.

La piattaforma dice basta all’ecologismo di facciata. Basta agli alberi fantasma, ai fondi verdi che invece sono grigi, alle etichette ecologiche fasulle, alle pubblicità eco-friendly dubbie: il 75% dell’ecologismo è falso.

Del resto il green washing è stato ed è tuttora molto utilizzato dalle imprese pe convincere i consumatori a comprare i loro prodotti. E quindi con confezioni colorate di verde, scritte come “bio” o “eco” e con una linea di prodotti che è davvero rispettosa della natura ecco che il green washing è uno strumento di marketing persuasivo

Si può dire che tutti i tentativi di aziende o brand di mostrarsi pubblicamente più attenti, sensibili, attivamente impegnati in questioni ambientali di quanto lo siano effettivamente. Campagne di comunicazione e di green marketing, pubbliche relazioni e spin doctoring o donazioni spesso operano in questo senso è green washing. Certo poi alcune aziende sono più oneste e si impegnano davvero per essere eco-friendly mentre altre si nascondono dietro verde e falsi slogan che sono vuoti, non hanno senso se non c’è coerenza di comportamento.

Un altro caso di falso ecologismo è quello degli Alberi Fantasma”, il programma da 330 milioni di euro finanziato con i fondi del Pnrr che ora si rischiano di perdere, perché invece di piantumare alberi si sono piantati semi o neanche, perché in alcune delle 14 città metropolitane interessate non si è andati oltre la fase di pianificazione.

Dopo tanto parlare e tanto decantare questo programma come ecologico, amante della natura di alberi ne sono stati piantati ben pochi, molti di meno di quanto promesso. Lo scandalo è scoppiato il mese scorso con la diffusione della delibera 8/2023 della Corte dei Conti in merito ai 330 milioni di euro finanziati con i fondi del Pnrr per piantare da qui al 2024 6,6 milioni di alberi nelle nostre 14 città metropolitane. Ma a Milano ed a Firenze mancano addirittura gli spazi per piantumarli e la situazione non migliora nella maggior parte delle altre città metropolitane.

E così alla fine quella che voleva essere una buona iniziativa si è trasformata in un vero scandalo con tanti soldi spesi per alberi che non verranno mai piantati.

Ma ovviamente non mancano anche i casi di alimenti, o comunque prodotti utili in cucina, che vengono venduti come biologici ma di ecologico non hanno proprio nulla. La filiera del biologico si è trasformata in un enorme business ed è veramente complicato distinguere le aziende veramente eco-friendly da quelle che usano l’ecologismo solo di facciata, come strumento di marketing per vendere di più.

In conclusione è più che mai importante riuscire a separare il vero ecologismo da quello falso per avere una maggiore consapevolezza e comprare solo prodotti realmente eco-friendly, per non cadere nella trappola del green washing.


Copyright © 2023 - Mondo Internazionale APS - Tutti i diritti riservati

Share the post

L'Autore

Valeria Fraquelli

Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.

Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.

La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.

La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.

Tag

falso ecologismo green washing eco- friendly abusi alberi fantasma