Giovani e attivismo

Quando nel Novecento gli studenti hanno sfidato la società

  Articoli (Articles)
  Chiara Giovannoni
  29 September 2023
  4 minutes, 31 seconds

Il Novecento è stato il secolo della lotta alla libertà e ai diritti. In vari momenti e contesti, migliaia di giovani si sono uniti per sfidare, tramite proteste pacifiche, una società adulta spesso riluttante al cambiamento. Molte delle grandi manifestazioni portate avanti da studenti hanno avuto successo, altre sono state fermate e silenziate, ma tutte hanno avuto qualcosa in comune ossia la forte risonanza ottenuta a livello internazionale grazie alla quale l’idea di battersi per valori nuovi si è insediata in contesti completamente diversi tra loro.

Nel quadro americano, il primo episodio a rappresentare un punto di svolta nella lotta ai diritti civili fu un sit-in avvenuto a Greensboro, in Carolina del Nord nel febbraio 1960. Conosciuti con il nome di Greensboro Four, quattro ragazzi afroamericani tra i 17 e i 19 anni, studenti dell’Istituto Tecnico e Agricolo della Carolina del Nord, il 1° febbraio iniziarono un sit-in al banco da pranzo separato del Woolworth’s nel centro della città, dove il servizio gli era stato negato per motivi razziali. La protesta si allargò, nel giro di pochi mesi, a più di cinquanta città universitarie statunitensi. Furono eventi che causarono effetti duraturi grazie alla forte copertura mediatica a livello nazionale e internazionale. Oltre a ciò, il sit-in pose le basi per la fondazione del Comitato di Coordinamento non Violento degli Studenti (SNCC). Quest’ultima divenne in seguito l’organizzazione guida del movimento per i diritti civili andando ad organizzare eventi come la storica Marcia su Washington nel 1963, conclusa con il discorso “I have a dream” di Martin Luther King Jr.

Qualche anno dopo, nel 1964 a Berkley, in California, gli studenti iniziarono proteste contro la Guerra in Vietnam e a favore dei diritti civili che raggiunsero il loro apice nel 1968. Episodi di protesta nelle più grandi università americane come la Howard University di Washington e la Columbia University di New York, portarono non solo alla paralizzazione di interi campus, ma soprattutto alla mobilitazione e alla diffusione di nuovi ideali oltreoceano. Nel giro di pochi mesi la Francia divenne il simbolo del movimento giovanile e la Sorbona il centro di una protesta che vide coinvolti 20.000 studenti. Da qualche centinaio di studenti in un singolo campus, il movimento giovanile del 1968 si estese in quasi tutti i continenti chiedendo libertà di parola sui problemi di una società che li rilegava ai margini, scatenando una vera e propria rivoluzione culturale.

Il decennio successivo vide invece il sorgere di proteste in diversi paesi africani. In SudAfrica le proteste contro l’apartheid ebbero inizio con il malcontento nei confronti del Bantu Education Act. Questa era una legge che avrebbe obbligato gli studenti a studiare in afrikaans, lingua ufficiale sudafricana di origine olandese, a scapito dell’inglese, una lingua che avrebbe permesso loro di avere nuove opportunità. Oltre a ciò, rimaneva presente l’esigenza per gli studenti afroamericani di ricevere lo stesso trattamento riservato ai loro coetanei bianchi. Il 30 aprile gli studenti della Orlando West Junior School di Soweto, una township interamente nera nella periferia della città di Johannesburg, iniziarono uno sciopero che culminò con una marcia pacifica il 16 giugno 1976. 15.000 studenti scesero in piazza e la protesta venne repressa con l’uso di lacrimogeni e di cani poliziotto. Il governo aveva come unico obiettivo quello di far “ristabilire l’ordine a qualsiasi costo”. Il bilancio finale della marcia fu di settecento morti.

Per quanto riguarda l’Asia, il 1999 rappresentò per l’Iran un anno importante. La scintilla alla base degli scontri che videro protagoniste Teheran e altre città iraniane, fu la chiusura del quotidiano riformista “Salam” e l’adozione di una legge tesa a bloccare la liberalizzazione della stampa avviata dal presidente Khatami. In seguito a una serie di proteste tra studenti universitari e la polizia nel luglio di quell’anno, agenti antisommossa assaltarono un dormitorio all’Università di Teheran dove si stava tenendo un sit-in di protesta, uccidendo uno studente, ferendo circa 20 e incarcerandone più di mille. In risposta, più di 10.000 studenti iraniani scesero in strada gridando slogan contro le massime autorità della Repubblica Islamica. Le proteste ebbero molte conseguenze a lungo termine, tra cui il fatto che dal 1999 gli attivisti cessarono di essere affiliati a una precisa parte politica. Inoltre, il 1999 pose le basi per le proteste dell’Onda verde del 2009, ossia una serie di manifestazioni contro i presunti brogli elettorali che avevano permesso la vittoria del partito conservatore.

Il 900 è stato un secolo di proteste sociali, di progresso e libertà civili. Altre centinaia di manifestazioni studentesche oltre a quelle analizzate in questo contesto, hanno portato a vere e proprie rivoluzioni in molti paesi. Che siano stati di grandi o di piccole dimensioni, i sit-in e le proteste, le manifestazioni pacifiche e gli scioperi della fame hanno rappresentato momenti cruciali della storia internazionale. E allo stesso modo, gli studenti artefici di tutto questo, hanno incarnato la voce portante di un futuro che in alcuni contesti faticava ad arrivare, facendosi portatori di nuovi valori di libertà.

Fonti utilizzate per il presente articolo

https://ita.royalmarinescadetsportsmouth.co.uk/greensboro-sit

https://www.history.com/topics/black-history/the-greensboro-sit-in

https://blacklivesmatter.com

https://www.raicultura.it/storia/articoli/2019/01/Piazza-Tienanmen-3d9ae7db-a386-4a37-a390-179d351b7f50.html

https://it.insideover.com/schede/politica/cose-la-rivoluzione-di-velluto.html

https://www.ilpost.it/2019/06/20/iran-proteste-onda-verde-2009/

https://www.nytimes.com/2018/03/05/us/student-protest-movements.html

Immagine: https://www.rawpixel.com/image/2802528/free-psd-human-rights-crowd-action

Share the post

L'Autore

Chiara Giovannoni

Chiara Giovannoni, classe 2000, è laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Bologna. Attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Strategie Culturali per la Cooperazione e lo sviluppo presso l’Università Roma3.

Interessata alle relazioni internazionali, in particolare alla dimensione dei diritti umani e alla cooperazione.

E’ volontaria presso un’organizzazione no profit che si occupa dei diritti dei minori in varie aree del mondo.

In Mondo Internazionale ricopre la carica di autrice per l’area tematica Diritti Umani.

Categories

Diritti Umani

Tag

Sit-in proteste giovani Liberty Diritti