I talebani vietano alle donne di lavorare per l’Onu

In afghanistan, i talebani hanno vietato alle donne di lavorare per le Nazioni unite

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  Wiam Kessab
  12 April 2023
  3 minutes, 28 seconds

Le Nazioni Unite hanno diffuso la notizia che il governo di Kabul ha vietato alle donne di lavorare per le Nazioni unite. A renderlo noto è stato Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, il quale ha affermato durante un briefing a New York che il personale femminile in Afghanistan aveva ricevuto "un ordine dalle autorità" del Paese di non recarsi più al lavoro. Antonio Guterres, ha condannato il divieto di lavorare dei talebani imposto al personale femminile afghano. Le lavoratrici sono vitali per le operazioni di aiuto umanitario delle Nazioni Unite in Afghanistan.

L'indiscrezione è stata successivamente confermata anche dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), secondo la quale al suo personale femminile nella provincia di Nangarhar è stato impedito di presentarsi al lavoro. Lo scorso marzo, Roza Isakovna Otunbayeva, rappresentante speciale delle Nazioni Unite e capo della missione di assistenza Unama, ha dichiarato al Consiglio di sicurezza che l'Afghanistan sotto i talebani rimane il "Paese più repressivo al mondo per i diritti delle donne". I diritti delle donne sono stati brutalmente repressi in questi ultimi mesi: tornati al potere, i talebani hanno immediatamente chiuso il ministero per gli affari femminili, emettendo altresì decreti restrittivi contro le donne. Alle ragazze è stata proibita la frequentazione della scuola secondaria e, da dicembre, dell'istruzione terziaria.

Allo stato attuale, ci sono 3.300 persone che lavorano per le Nazioni Unite in Afghanistan: 400 di loro sono donne e sono vitali per sostenere la popolazione sul campo. Il segretario generale dell'Onu ha affermato che qualsiasi divieto è "inaccettabile e francamente inconcepibile", sottolineando inoltre come la decisione dei talebani rappresenti una violazione dei diritti umani fondamentali inalienabili delle donne e viola inoltre gli obblighi dell'Afghanistan ai sensi del diritto internazionale.

L'Onu ha quindi chiesto a tutto il personale nazionale - uomini e donne - di non presentarsi in ufficio fino a nuovo avviso. Il divieto dei Talebani è illegale dal punto di vista internazionale e non può essere accettato né rispettato dalle Nazioni Unite. Impedire alle donne afghane di lavorare per le Nazioni Unite costituisce una violazione senza precedenti dei loro diritti e del diritto internazionale umanitario e viola anche il principio dell’immunità del personale impegnato nel sistema ONU.

Le donne afghane che lavorano nelle Nazioni Unite godono di una serie di privilegi e di immunità che sono sancite dal diritto internazionale. Gli sforzi per vietare alle donne di lavorare per l’ONU sono contrari ai principi fondamentali dell’Organizzazione, ma l'Afghanistan è tenuto però a rispettare la Carta delle Nazioni Unite, avendo accettato liberamente gli obblighi in essa sanciti quando è diventato uno Stato membro nel 1946.

L’ Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell ha dichiarato che Il 4 aprile l’Ue ha appreso con profondo sconcerto che i talebani hanno deciso di vietare alle donne afghane di lavorare per l’Onu e le sue agenzie, fondi e programmi. A seguito l'Ue, insieme all’Onu, partner internazionali e a molti afghani chiede ai talebani di revocare immediatamente i divieti e di garantire alle donne e alle ragazze un accesso paritario all’istruzione e a tutte le sfere sociali, economiche e pubbliche.

L'Ue ha ribadito l’impegno a fornire assistenza alla popolazione afghana, in linea con un approccio di principio. Esorta quindi i talebani a consentire alle donne di partecipare in modo equo e significativo alla fornitura di aiuti e servizi, in modo che le donne possano impegnarsi pienamente e attivamente nella società, oltre a rimanere beneficiarie degli aiuti. L’Ue invita i talebani a mantenere le loro promesse e a dimostrare la loro capacità di rispettare e proteggere i diritti umani e di fornire servizi di base all’intera popolazione afghana, in linea con le loro precedenti dichiarazioni e promesse.

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Fonti consultate per il presente articolo:

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L'Autore

Wiam Kessab

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Wiam Kessab, classe 2001, ha conseguito la laurea triennale presso la Fondazione UniverMantova in mediazione linguistica; lingue per le relazioni internazionali.

Attualmente sta frequentando il corso di laurea magistrale in relazioni internazionali e diplomazia, curriculum in diritto internazionale ed economia presso l’Università degli studi di Padova.

Durante i suoi studi ha sviluppato un forte interesse sia per le relazioni internazionali che per le lingue.

Attualmente è autrice di Mondo internazionale Post per "Società e Legge".

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Wiam Kessab, born in 2001, graduated from the Fondazione UniverMantova in language mediation; languages for international relations.

She is currently attending the Master's degree course in international relations and diplomacy, curriculum in international law and economy at the University of Padua.

During her studies, she developed a strong interest for the international relations and languages.

She is currently author of International World Post for 'Society and Law'.



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Società

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#talebani#divieto#lavoro#onu