Nella prima parte di questa breve trattazione vi abbiamo spiegato cosa si intende per Patto Aukus. In questa seconda parte analizzeremo invece le reazioni di altri Paesi, come Francia e Cina, in seguito alle decisioni prese da Stati Uniti, Australia e Gran Bretagna.
Il contenzioso con la Francia
Se l’area geografica interessata è quella dell’Indopacifico, come abbiamo spiegato in precedenza, sorge spontanea la domanda sul perché la Francia non abbia accettato di buon grado l’annuncio del Patto Aukus, arrivando persino a richiamare i propri ambasciatori in patria dalle sedi americane e australiane per un’urgente consultazione; nel linguaggio diplomatico ciò è un chiaro messaggio di disappunto da parte di Parigi. L’annuncio del partenariato fra Canberra, Washington e Londra comporta la cancellazione di un accordo commerciale fra Australia e Francia riguardante la fornitura di sottomarini, causando a quest’ultima ingenti perdite economiche. La scissione del contratto con l’industria francese Naval Group è stata criticata duramente dal proprio governo, definendola “una decisione deplorevole” e contraria allo spirito di cooperazione che contraddistinse i rapporti fra i due Paesi fino a oggi. L’Australia, d’altra parte, non intende ritrattare la propria posizione riguardo la retrocessione dell’accordo sui sottomarini, dichiarando di aver agito nell’interesse della propria nazione e dello sviluppo di nuove tecnologie, seppur comprendendo il malcontento francese.
L’Europa rimane attonita di fronte alla realtà di essere stata tenuta all’oscuro della creazione di questa nuova alleanza nell’Indopacifico, visto che non è stata sicuramente organizzata in pochi giorni. Nonostante ciò, Bruxelles si è dichiarata aperta alla cooperazione, a patto che si salvaguardino i rapporti pacifici con la Cina, partner commerciale fondamentale, con il quale non è conveniente arrivare a uno scontro.
La reazione della Cina
La risposta del gigante asiatico non ha tardato ad arrivare, definendo il Patto Aukus come una scelta “estremamente irresponsabile”, e che porterà instabilità nella regione e sfavorirà rapporti pacifici. Dall’ambasciata cinese situata negli Stati Uniti si è consigliato ai tre governi firmatari del Patto di abbandonare il clima da Guerra Fredda e mettere da parte il pregiudizio ideologico. Ma si può davvero definire il Patto Aukus una mossa contro il comunismo cinese nel nome di un’ideologia occidentale che sembra sempre più vicina al suo declino?
Come detto in precedenza, il ruolo della Cina non è mai stato menzionato durante le conferenze riguardanti il Patto Aukus, nonostante sia chiaro che uno degli obiettivi principali dell’alleanza è quello di arginare l’espansione di Pechino. Ciò avverrà non solo garantendo la sicurezza del commercio marittimo grazie ai nuovi sottomarini, bensì creando anche uno strategico avamposto militare. Comprensibilmente, Pechino non ha visto di buon occhio la nuova alleanza, poiché potrebbe minare i suoi interessi. Nonostante la Cina si sia dichiarata come una nazione promotrice della pace mondiale, è rimasta salda sulle sue posizioni, non retrocedendo di un centimetro nelle acque contese.
Opinioni della ASEAN
La Cina però non è l’unica interessata alle ripercussioni che il patto Aukus potrebbe portare, ma le opinioni degli altri Paesi facenti parte dell’ASEAN sono piuttosto eterogenee. Mentre Filippine e Singapore vedono il patto Aukus come un buon strumento per controbilanciare l’espansione cinese nell’area, il Vietnam, principale competitor della Cina nel Mar Cinese Meridionale, ha mantenuto una posizione distaccata, ribadendo l’importanza della pace e della cooperazione per lo sviluppo economico e sociale dell’area. Malesia e Indonesia si sono mostrate apertamente preoccupate per i danni che potrebbe provocare questo Patto, mettendo a rischio il clima di stabilità nella regione; da Jakarta si è persino richiamata l’attenzione sull’Australia nel rispetto della Convenzione ONU sul diritto del mare e sulla non proliferazione nucleare, della quale è firmataria.
Ciò non significa che Malesia e Indonesia si siano schiarate a favore della Cina, ma che la decisione di Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia ha destato molta preoccupazione anche all’interno della sfera asiatica.
Al momento è impossibile prevedere le vere ripercussioni che avrà il Patto Aukus sugli equilibri internazionali. Ciò che è certo è che potrebbe innescare dei cambiamenti che si ripercuoteranno anche nel nostro quotidiano.
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L'Autore
Graziana Gigliuto
IT
Graziana Gigliuto è nata e cresciuta in Sicilia. Ha conseguito la laurea magistrale in Relazioni Internazionali Comparate, curriculum Global Studies presso l'università Ca' Foscari di Venezia. Ha conseguito la laurea triennale in Lingue,Culture e Società dell'Asia e dell'Africa Mediterranea, curriculum Cina presso il medesimo ateneo.
Durante i suoi studi non solo ha sviluppato un forte interesse per l'apprendimento di lingue straniere, consolidato durante i soggiorni di studio all'estero, ma anche una spiccata curiosità verso tutto ciò che riguarda la cultura, le dinamiche sociali e la politica estera, in primo luogo dell'Asia, per poi estendersi ad altre aree geografiche.
All'interno della stimolante realtà di Mondo Internazionale ricopre il ruolo di Caporedattore per l'area tematica Società.
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Graziana Gigliuto was born and she grew up in Sicily. She graduated in Master degree in Comparative International Relations, curriculum Global Studies at Ca’ Foscari University in Venice. She obtained a Bachelor Degree in Language,Culture,Society of Asia and Mediterranean Africa, curriculum China at the same university.
During her studies, besides developing a strong interest for the process of learning foreign languages, consolidated during her periods of studies abroad, she also developed a particular curiosity regarding culture, social dynamics and foreign policy, initially of Asia, and later of others parts of the globe.
She is working as the Editor in Chief for the Society thematic area in the stimulating reality of Mondo Internazionale.
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