Presenza bandiera palestinese ai Mondiali in Qatar

PRESENZA BANDIERA PALESTINESE AI MONDIALI

La bandiera palestinese in Qatar non manca. È dall’inizio della Coppa del Mondo che alla questione palestinese viene attribuita una grande importanza. Non c’è stato incontro dove kefiah e bandiere palestinesi non siano state sventolate sugli spalti in segno di solidarietà. Già nel match del Marocco contro il Belgio, sugli spalti del Al-Thumama Stadium, era apparso uno striscione srotolato dai tifosi marocchini: Free Palestine. Messaggio lanciato al 48′ della partita, un minuto simbolo per una data simbolo: il 1948, anno di fondazione dello stato di Israele e della nakba (in italiano “catastrofe”), l’esodo che portò 800mila palestinesi a lasciare le proprie terre. Un altro streaker ha scelto la partita Tunisia-Francia per sventolare la bandiera palestinese durante la sua corsa in campo tra gli applausi di gran parte del pubblico che tifava Tunisia e intonava “Falastin! Falastin!” . Pochi giorni dopo, il giocatore marocchino Jawad El-Yamiq ha festeggiato la vittoria della sua squadra sul Canada e la qualificazione agli ottavi di finale con una bandiera palestinese sventolata davanti ai fotoreporter. É la stessa bandiera che la squadra marocchina ha sventolato prima in campo e poi negli spogliatoi dopo la vittoria ai rigori contro la Spagna e la storica qualificazione ai quarti di finale. Il ruolo che la questione palestinese ha preso nel contesto dei Mondiali in Qatar lo dimostra anche l’ampia diffusione del simbolo palestinese tra i tifosi. É piuttosto rilevante, perché racconta come ancora l’argomento interessi il mondo arabo. Le stesse bandiere comparse nei festeggiamenti marocchini, non solo per le strade del Paese arabo, ma anche per quelle di New York e Bruxelles, Parigi e Amsterdam, Roma e Madrid e molte altre città. Le radici profonde non gelano, direbbe Tolkien. Non solo quelle nazionali ma anche quelle dell’identità araba: le battaglie storiche, quelle in cui si crede e per cui vale la pena continuare a lottare, non vengono dismesse.

PERCHÉ AI MONDIALI CI SONO COSÌ TANTE BANDIERE PALESTINESI?

Qatar 2022 racconta che agli Accordi di Abramo manca ancora la condivisione tra le masse. Come è percepita la normalizzazione delle relazioni con Israele di alcuni Paesi —Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan — dalle masse? Giorgio Cafiero, CEO di Gulf State Analytics, una delle più attive società di consulenza sul mondo arabo con sede a Washington, spiega come i decenni di umiliazione, risentimento e rabbia che molti arabi provano nei confronti di Israele non possono semplicemente svanire con la firma di tali accordi di normalizzazione.

PALESTINA, LA STAR INASPETTATA DEI MONDIALI

Il giornale The Nation scrive che di fatto, la Palestina è la star inaspettata dei mondiali, ricordando che la Palestina è entrata ufficialmente nella Fifa nel 1998 e che l’organo di governo mondiale del calcio è una delle prime organizzazioni internazionali ad averle offerto un riconoscimento formale. L’artista palestinese Ezz Lulu ha creato un’animazione online in cui la “gioia araba” si mescola al sostegno alla Palestina. La scrittrice palestinese Jeanine Hourani aggiunge su Al Araby che stanno assistendo alla nascita per le strade di Doha di un nuovo sostegno popolare alla causa palestinese attraverso la Coppa del mondo. Il capo redattore giordano di Al Quds, Bassam Badarin, che era a Ramallah per la vittoria del Marocco contro il Portogallo, racconta di avere visto con i suoi occhi la bandiera marocchina issata in ogni posto della città, sulle auto e sulle case ed è stata una piacevole sorpresa. Un segno davvero inaspettato dell’unità araba e africana, non solo attorno alla squadra marocchina, ma attorno alla Palestina negli stadi del Qatar.

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Fonti consultate per il presente articolo:

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