Traguardo Europa: verso l'UE, ma gli ostacoli rimangono

Georgia: a dieci anni dagli “Accordi di associazione” diventa ufficiale lo status di Paese candidato per l'adesione all'Unione Europea. Quali sono ora gli ostacoli per l'eurointegrazione di Tbilisi?

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  Giuliana Băruș
  10 February 2024
  5 minutes, 12 seconds

Il 14 dicembre 2023, il Consiglio Europeo ha ufficialmente riconosciuto alla Georgia lo status di candidato UE. Unanimità dei 27 Stati membri raggiunta grazie all'astensione del primo ministro ungherese Viktor Orbán: l'apertura dei negoziati di adesione formali richiede infatti l'accordo di tutti i Paesi UE. 

Dopo più di dieci anni trascorsi dalla firma degli “Accordi di associazione” – che hanno avviato il lento, ma inesorabile cammino di avvicinamento tra lo Stato caucasico e l'Unione Europea – l'Europa è oggi più vicina: anche se il percorso verso la piena adesione potrebbe richiedere decenni, (la Turchia, ad esempio, ha ottenuto lo status di Paese candidato nel lontano dicembre 1999, su domanda di adesione presentata nel 1987) la scelta di Bruxelles ha un elevato valore simbolico per Tbilisi.

Decisione che la Russia ha invece interpretato come un tentativo europeo di infastidire Mosca. L'Ue ha così infatti inviato un messaggio inequivocabile al Cremlino: un'altra aggressione dei confini territoriali georgiani, come quella compiuta dall'esercito russo nel 2008, non potrebbe più restare inosservata, e quindi tacitamente tollerata dall'Occidente. Non dopo gli eventi successivi al 24 febbraio 2022.


Caucaso, congiuntura tra Europa e Asia 
Terra di confine geografico tra il Vicino Oriente e il complesso panorama delle popolazioni nomadi che per secoli hanno abitato le steppe eurasiatiche, il Caucaso è una della aree più prospere in termini di ricchezza etnolinguistica e complessità delle civiltà che lo hanno attraversato.

Terra natia di Stalin, fino al 1991 la Georgia è stata una delle 15 Repubbliche Socialiste componenti la Federazione Sovietica, alla periferia dell'URSS: nel 1922, erano state proprio le truppe guidate da Stalin ad incorporarla nell'Unione Sovietica, nonostante la strenua resistenza georgiana durata fino all'agosto 1924.

Con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, rinasce come Stato indipendente. Insieme all'indipendenza georgiana, sorgono però anche i conflitti separatisti nelle regioni dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, autoproclamatesi indipendenti. Conflitti infine sfociati nella guerra russo-georgiana del 2008, conclusasi con il riconoscimento da parte di Mosca delle due regioni separatiste come Stati indipendenti.

Qui, dove la Russia mantiene fin dal 1991 una forte presenza militare con funzioni di mantenimento della pace, riesplodono le tensioni mai sopite lungo la linea del fronte: tra Abkhazia e Ossezia del Sud, sostenute da Mosca, e il resto del territorio nazionale controllato dal governo di Tbilisi. Conflitti che rappresentano una minaccia costante anche per l'integrazione in Europa della Repubblica caucasica.


L'ombra di Mosca 
Il 3 marzo 2022, a una settimana dall'invasione russa dell'Ucraina, la Georgia ha presentato domanda di formale adesione all'Unione Europea.

Tra complessità regionali e intrecci storici, Tbilisi tenta da due decenni – da quella “Rivoluzione delle rose” che nel novembre 2003 avviò un pacifico cambio di potere filo-occidentale – di affermare la propria identità altra rispetto a quella russa e post-sovietica. Profonda contrapposizione identitaria che innerva la società georgiana. Ma la tensione sale.

Da gennaio 2024, il Ministero della Difesa georgiano ha infatti deciso di regolare le organizzazioni di volontari paramilitari. A seguito dei recenti conflitti in quest'area geografica – l’invasione russa in Ucraina e le recenti guerre tra Armenia e Azerbaijan, in Nagorno Karabakh – si è assistito a un rapido aumento di candidature volontarie per le unità paramilitari: al momento, nel Paese operano circa 10 organizzazioni di volontari; e la più grande conta quasi 2000 cittadini. Negli ultimi anni sono state attivamente impegnate in situazioni di emergenza, e con la nuova riforma potranno ricevere un migliore addestramento per affrontare guerre e conflitti.

L'adesione all'Unione Europea come garanzia di sicurezza. Oltre che occasione per il Paese di crescere e rafforzarsi economicamente. E per uscire definitivamente dall'ombra scura di Mosca.

Nonostante la cautela del Consiglio Ue, che ha invitato tutti gli attori politici a dimostrare cooperazione e dialogo costruttivi, a superare la polarizzazione e ad astenersi da azioni che potrebbero aggravare ulteriormente le tensioni politiche con Russia e Bielorussia, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha affermato che i nuovi candidati membri – Ucraina, Moldova e Georgia potrebbero destabilizzare l'Ue. E che la decisione di Bruxelles è esclusivamente guidata dal “desiderio del blocco (occidentale) di infastidire ulteriormente la Russia e di inimicare questi Paesi verso Mosca”.


Enlargement Negotiations”: la politica di allargamento dell'UE 
Nelle ultime conclusioni sull'allargamento – valutazioni annuali dei progressi compiuti da ciascuno degli Stati candidati e Partner dell'UE – adottate nel dicembre 2023, il Consiglio ha invitato Tbilisi a dimostrare un chiaro impegno a favore dei valori UE e a continuare, in modo significativo e irreversibile, il progresso nel suo programma di riforme.

Il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche e le riforme in materia di giustizia e Stato di diritto sono infatti una priorità affinché la Georgia progredisca ulteriormente verso la futura (eventuale) adesione all'UE.

Il valido quadro legislativo generale, l'assetto istituzionale e il dinamismo della società civile: questi gli elementi che al momento forniscono alla Repubblica caucasica una solida base per la sua eurointegrazione. La Georgia dovrà, però, mettere in pratica una serie di riforme, tra lotta alla corruzione e una riforma elettorale.

In tale contesto, il Consiglio ha anche dichiarato che la metodologia di allargamento riveduta, che presta un'attenzione ancora maggiore alle riforme fondamentali, è intesa a rilanciare il processo di adesione rendendolo più prevedibile, più credibile e più dinamico, basato su criteri oggettivi, su rigorose condizioni positive e negative e sul principio di reversibilità.

Il Consiglio ha inoltre sottolineato l'importanza di garantire che l'UE possa mantenere e rafforzare il suo sviluppo, compresa la capacità di integrare nuovi membri: ancora da definire i tempi e, soprattutto, gli ostacoli che Tbilisi dovrà superare.


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L'Autore

Giuliana Băruș

Studi in Giurisprudenza e Diritto Internazionale a Trieste.
Oltre che di Diritto (e di diritti), appassionata di geopolitica, giornalismo – quello lento, narrativo, che racconta storie ed esplora mondi fotoreportage, musica underground e cinema indipendente.

Da sempre “permanently dislocated un voyageur sur la terreabita i confini, fisici e metaforici, quelle patrie elettive di chi si sente a casa solo nell'intersezionalità di sovrapposizioni identitarie: la realtà in divenire si vede meglio agli estremi che dal centro. Viaggiare per scrivere soprattutto di migrazioni, conflitti e diritti e scrivere per viaggiare, alla ricerca di geografie interiori per esplorarne l’ambiguità e i punti d’ombra creati dalla luce.

Nel 2023, ha viaggiato e vissuto in quattro paesi diversi: Romania, sua terra d'origine, Albania, Georgia e Turchia.
Affascinata, quindi, dallo spazio post-sovietico dell'Europa centro-orientale; dalla cultura millenaria del Mediterraneo; e dalle sfaccettate complessità del Medio Oriente.

In Mondo Internazionale Post è autrice per la sezione Organizzazioni Internazionali”.

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