Vivere zero waste è uno stile che ci permette di aiutare il nostro pianeta semplicemente “limitando la quantità di spazzatura prodotta e riutilizzando i propri rifiuti come materie prime seconde. In tal modo, questi ultimi non diventano inutili scarti ma si trasformano in risorse. È una forma silenziosa di ribellione contro il consumismo”.
È una rivoluzione silenziosa perché, più che sulla lamentela, si basa sul rifiuto. In primo luogo, si basa sul rifiuto degli oggetti che hanno vita breve, quindi sulla riduzione dell’utilizzo di cose usa e getta. Bicchieri e piatti di plastica o carta plastificata non sono previsti nella vita di uno zero waster e nella sua casa si troveranno perlopiù oggetti fatti per durare. Oggetti sostenibili, che non tendono a consumarsi o rompersi dopo pochi utilizzi. L’obiettivo ultimo è azzerare gradualmente il ricorso a inceneritori e discariche.
Chi pratica uno stile di vita zero waste sa ridurre e riutilizzare, spesso si porta le borse della spesa in tessuto, usa prodotti naturali per la cura della casa e per una corretta detersione personale, e magari compra abiti già usati, in modo da evitare gli sprechi e salvare abiti ancora in buono stato dalla discarica.
In un mondo zero waste ci si sforza ogni giorno per produrre pochi rifiuti e per smaltire correttamente gli scarti, ma senza stress. Un mondo più pulito e più sano, con la consapevolezza che fare la spesa vuol dire comprare solo ciò di cui si ha realmente bisogno, senza farsi incantare da offerte e promozioni.
Cercare sempre il reparto con prodotti biologici e imballati con scatole di carta o barattoli di vetro è una delle prime cose che fa un vero zero waster appena entrato in un supermercato. Poi bisogna leggere attentamente l’etichetta per essere sicuri che tutti i componenti o gli ingredienti siano a chilometro zero o quasi; se vogliamo davvero ridurre i nostri rifiuti non possiamo comprare prodotti che vengono da lontano e inquinano molto per essere trasportati e stoccati, meglio avere tutto il più vicino possibile.
Riparare piuttosto che comprare è quasi un mantra per chi cerca di vivere zero waste ed ecco perché l’economia circolare diventa importantissima: le cose rotte o che non funzionano più si riparano invece di buttarle. Inoltre, un vero zero waster tende a comprare vestiti usati e magari a modernizzarli per dare loro una nuova vita.
Quindi ridurre i rifiuti vuol dire salvare il pianeta? Sì, se viene fatto in modo consapevole e ben calibrato. Vivere da zero waster vuol dire eliminare plastica e packaging inquinanti, ma non è un passo che si fa da un giorno all’altro: se abbiamo in casa degli oggetti di plastica ancora in buono stato non ha senso buttarli, meglio aspettare che si usurino e poi sostituirli con altri oggetti zero waste.
Essere zero waste vuol dire proprio eliminare, per quanto possibile, i rifiuti, ma per questo è necessario comprare solo ciò che ci serve e riparare tutto quello che si può, consumare con parsimonia ed eliminare gli sprechi.
Perché ridurre i rifiuti in fondo è molto facile, basta cercare di comprare di meno e tenere sempre sott’occhio la lista della spesa, e soprattutto limitare gli imballaggi in plastica che sono i più dannosi per il nostro pianeta e per la nostra salute. Lo zero waste migliore è fatto eliminando i rifiuti passo dopo passo, magari iniziando a comprare cibo o altro nei negozi che vendono alla spina senza plastica, e arrivando ad avere un mondo più pulito.
In conclusione, un mondo pulito inizia da casa nostra e se tutti cominciamo a comprare solo prodotti sfusi, biologici, cruelty free… le aziende saranno incentivate a seguire questa filosofia, perché spesso è il portafoglio che decide.
Zero Waste Zéro Déchets Végétalien - Photo gratuite sur Pixabay
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L'Autore
Valeria Fraquelli
Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.
Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.
La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.
La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.
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