Hubdate - Crisi ucraina e insicurezza alimentare: quale futuro per le politiche ambientali?

  Focus - Allegati
  28 marzo 2022
  3 minuti, 3 secondi

A cura di
Laura Morreale, Policy Analyst

Come discusso nel nostro precedente Hubdate, la guerra in Ucraina sta portando a gravi conseguenze per la sicurezza alimentare globale, Europa inclusa . Non a caso, la sicurezza alimentare ha acquisito una rinnovata centralità nelle agende dei leader mondiali. Il 23 marzo, il Commissario europeo per l'agricoltura Janusz Wojciechowski ha tenuto un discorso sull'adozione da parte della Commissione di una comunicazione dal titolo "Salvaguardare la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari".

La Comunicazione è incentrata sul mantenimento della sicurezza dei trasporti e degli impianti di stoccaggio in Ucraina, ma anche sul sostegno economico ai piccoli agricoltori europei colpiti dall'aumento del costo del carburante e dei fertilizzanti, così come ai cittadini più poveri che affrontano l'aumento dei prezzi di cibo ed energia.

A livello globale, l'argomento è stato affrontato anche dai leader del G7, che si sono incontrati il 24 marzo per discutere una strategia per far fronte alla carenza di cibo e all'aumento dei prezzi. I rappresentanti si sono detti pronti ad agire per contrastare sia il calo dell'agricoltura ucraina a causa della guerra, sia le difficoltà per i paesi più poveri che dipendono dalle forniture, specialmente quelli che affrontano una crisi umanitaria. Allo stesso tempo, si sono impegnati a migliorare la resilienza agricola "in linea con gli obiettivi climatici e ambientali".

Insicurezza alimentare e ambiente

Mentre i politici concentrano i loro sforzi per assicurare le forniture alimentari alle regioni più a rischio, un'altra questione legata sia alla sicurezza alimentare che all'ambiente è emersa nell'UE. La guerra ha infatti provocato un aumento preoccupante del prezzo dei pesticidi. La Russia è uno dei principali esportatori di fertilizzanti verso l'Unione, fornendo circa il 30% di questi prodotti nel mercato europeo.

Come annunciato da Wojciechowski lunedì scorso, la discussione riguardo a una nuova disposizione volta a ridurre l'uso di pesticidi nell'UE non è stata inclusa nella discussione del 23 marzo. La questione non è stata considerata prioritaria alla luce della recente emergenza. Tuttavia, i gruppi ambientalisti denunciano come questa situazione venga sfruttata dalle lobby dell'industria agroalimentare per ritardare l'adozione di un regolamento più severo, a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente.


Valorizzare le politiche green e la produzione locale

Questa guerra sta mostrando i limiti della forte dipendenza dalle importazioni non solo di generi alimentari, ma soprattutto di materie necessarie all'industria agricola e di fonti energetiche. La necessità di accelerare la produzione locale in risposta alla crisi attuale sembra suggerire che le preoccupazioni ambientali sull'uso dei pesticidi dovrebbero essere, almeno per il momento, accantonate. Tuttavia, a lungo termine, delle politiche rispettose dell'ambiente sono essenziali per ripensare il nostro sistema di produzione e consumo al fine di evitare, in futuro, altri problemi di insicurezza alimentare.

Per esempio, gli investimenti sulle energie rinnovabili ridurrebbero la dipendenza dalle importazioni di risorse inquinanti, dalla Russia e da altri contesti potenzialmente instabili. La transizione ecologica renderebbe quindi i cittadini europei meno esposti alla fluttuazione dei prezzi dovuta agli eventi internazionali, il cui peso viene portato soprattutto dai cittadini più poveri. Inoltre, un ambiente pulito è essenziale per la produzione di cibo locale di qualità destinato al mercato interno: i terreni inquinati rischiano di diminuire progressivamente la produzione.

Infine, se intendiamo la sicurezza alimentare in un senso più ampio del mero accesso al cibo, la componente sanitaria diventa di primaria importanza: i consumatori dovrebbero avere la possibilità di acquistare cibo sano a prezzi accessibili. Per questi motivi, qualsiasi politica volta a rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari dovrebbe andare di pari passo con una transizione ecologica onnicomprensiva.

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