Gli Accordi di Samoa: Un Nuovo Modello di Cooperazione tra l’Unione Europea e l’OACPS

  Focus - Allegati
  12 dicembre 2024
  11 minuti, 23 secondi


Autore: Liam Mariotti, Junior Researcher MI G.E.O. Economia.

Abstract:

Gli Accordi di Samoa, firmati nel 2023, rappresentano una nuova fase nella cooperazione tra l'Unione Europea (UE) e i Paesi dell'Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OACPS). Succedendo agli Accordi di Cotonou, segnano un’evoluzione significativa, grazie a una struttura innovativa che combina un accordo quadro generale con protocolli regionali specifici. Questo approccio consente di affrontare in modo mirato le priorità locali, mantenendo al contempo una visione strategica globale. Gli Accordi si concentrano su sfide emergenti come il cambiamento climatico, le migrazioni, la sicurezza alimentare e i diritti umani, promuovendo un partenariato equo e sostenibile. Tuttavia, il loro successo dipenderà dalla capacità di superare ostacoli quali la ratifica incompleta, le limitate risorse finanziarie e la concorrenza globale e dalla concorrenza posta dalla Cina.

Introduzione

Gli Accordi di Samoa, firmati nel novembre 2023, rappresentano un importante capitolo nelle relazioni tra l’Unione Europea (UE) e l’Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OACPS). Questi accordi rinnovano e ridefiniscono la cooperazione internazionale, segnando la fine di un percorso iniziato con le Convenzioni di Youndé (1963 e 1969), Lomé (1975-2000) e l’Accordo di Cotonou (2000-2020). Ogni fase di questo partenariato va contestualizzata in uno scenario storico e geopolitico specifico, con gli Accordi di Samoa che introducono un approccio innovativo e più ampio dei propri predecessori. Questa analisi cercherà di delineare il contenuto e le priorità degli Accordi di Samoa, confrontandoli con gli accordi precedenti, e le sfide che essi affrontano in un panorama internazionale sempre più complesso, influenzato dall’emergere di nuovi attori come la Cina.

Il contesto storico: dalle Convenzioni di Youndé a Cotonou

La politica di cooperazione dell’UE ha le sue radici nella storia coloniale degli stati membri, in particolare di paesi come Francia, Belgio e Regno Unito, che avevano vasti imperi coloniali. Con il Trattato di Roma del 1957, che istituì la Comunità Economica Europea (CEE), fu introdotto il concetto di associazione con i territori d’oltremare, mirando a favorire lo sviluppo economico dei territori coloniali attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo (FES) nel tentativo di imbastire progetti infrastrutturali e di sviluppo sociale.

Negli anni ’60 e ’70, con il processo di decolonizzazione e la fine degli Imperi Europei, molti paesi africani, caraibici e del Pacifico (ACP) ottennero l’indipendenza. Tuttavia, sotto la spinta della Francia del Belgio, la CEE mantenne legami stretti con le ormai ex-colonie tramite rapporti di partenariato focalizzati sullo sviluppo economico, con delle implicazioni commerciali. In quest’ ottica, le Convenzioni di Youndé (1963, 1969) hanno posto le basi per una cooperazione a lungo termine, focalizzandosi sull’assistenza tecnica e finanziaria, privilegiando un modello di cooperazione bilaterale.

Successivamente, le quattro Convenzioni di Lomé (1975, 1979, 1984, 1990) rappresentarono una svolta cruciale: garantivano un accesso tariffario preferenziale per le esportazioni dei paesi ACP verso il mercato europeo e prevedevano finanziamenti per progetti di sviluppo. Tuttavia, questo modello raggiunse scarsi risultati, con esiti molto criticati a livello domestico.

I limiti delle Convenzioni di Lomé emersero negli anni ’90: nonostante decenni di cooperazione, molti paesi ACP continuavano a lottare contro la povertà e la stagnazione economica. Inoltre, le preferenze commerciali accordate ai paesi ACP furono contestate dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) per essere incompatibili con le norme sul libero scambio.

Per rispondere a queste sfide, l’Accordo di Cotonou, firmato nel 2000, introdusse un approccio innovativo alla cooperazione UE-ACP. La condizionalità diventa un elemento fondamentale di questo accordo, per cui l’UE in cambio dei fondi per lo sviluppo chiede riforme democratiche nel sistema di governo, il rispetto per i diritti umani e di inserirvi pratiche di buona governance. L’obiettivo principale dei fondi assegnati rimane la lotta contro la povertà; tuttavia, vengono prioritizzate anche l’istruzione e la salute come elementi di accompagnamento. Questa innovazione è frutto di un cambio di paradigma all’interno degli studi dello sviluppo economico, in cui le capacità sociali vengono anch’esse considerate. Infine, viene sviluppata ulteriormente la congiuntura tra commercio e sviluppo con l’introduzione di Accordi di Partenariato Economico (EPA) per sostituire le preferenze unilaterali con accordi bilaterali in conformità con le regole dell’OMC. L’Accordo di Cotonou rimarrà in vigore fino al 2020 e, nonostante gli aspetti innovativi, non riuscirà ad offrire soluzioni definitive ai problemi che caratterizzavano i suoi predecessori.

Un’informazione significativa resta tuttavia l’aumento dei paesi ACP partecipanti a questa iniziativa, inizialmente 46 e poi con Cotonou si è arrivati a 79. La ragione dietro a questo aumento è il fatto che l’UE e i propri Stati Membri sono in termini assoluti i maggiori donatori di fondi per lo sviluppo a livello globale. Inoltre, questi fondi sono offerti a condizioni molto vantaggiose per gli Stati Membri. La seguente tabella illustra le totali donazioni per gli aiuti allo sviluppo date dall’UE e dai suoi stati membri.

Fonte: Consiglio dell’Unione Europea, Rapporto Annuale 2024 per il Consiglio Europeo sugli obiettivi dell’aiuto per lo sviluppo UE, 2024.

Gli Accordi di Samoa: Contenuti e Partecipanti

Gli Accordi di Samoa rinnovano il partenariato tra l’UE e i 79 Stati membri dell’OACPS (48 africani, 16 caraibici, 15 pacifici), incorporando una struttura innovativa che combina una base comune e protocolli regionali distinti. Questa struttura mira a rispondere in modo più mirato alle esigenze di ciascuna regione, pur mantenendo un quadro di cooperazione unificato.

L’aspetto più innovativo degli accordi di Samoa riguarda la dimensione climatica e ambientale, con la promozione di azioni congiunte tra l’UE e lo Stato beneficiario per affrontare i cambiamenti climatici, proteggere la biodiversità e sviluppare le energie rinnovabili. Questo viene accompagnato da una crescita economica che tenta di essere anche socialmente sostenibile, con la promozione del commercio equo e supporto alle piccole e medie imprese dei Paesi partner. Mentre l’impegno per migliorare le condizioni democratiche e di governance viene reiterato, la migrazione acquista molta rilevanza con iniziative volte alla gestione di quest’ultima tramite la promozione di canali di mobilità legali ed affrontando le cause alla radice. Infine, l’UE con si impegna con i Paesi partner si collaborare nella prevenzione dei conflitti, nel rafforzamento delle istituzioni locali e nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata. Inoltre, gli Accordi coinvolgono non solo governi, ma anche attori non statali come società civile, autorità locali e settore privato, ampliando la portata della cooperazione.

La differenza principale tra gli Accordi di Samoa e gli accordi precedenti sta nell’approccio regionale di quest’ultimo. Infatti, mentre gli accordi passati proponevano un approccio indifferenziato, gli Accordi di Samoa prevedono tre protocolli regionali (uno per l’Africa, uno per i Caraibi e uno per il Pacifico), che permettono di affrontare le specificità locali e di implementare le manovre in maniera più efficiente. Oltre all’integrazione di sfide globali emergenti, che acquistano una nuova centralità, anche gli attori non-statali guadagnano spazio all’interno della cooperazione per lo sviluppo, togliendo il monopolio agli Stati, nel tentativo di avere un approccio più inclusivo e decentralizzato. In ultima istanza, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU vengono incorporati all’interno dell’Accordo nel tentativo di avere uno sviluppo quanto più diversificato.

Queste innovazioni rispecchiano un cambiamento nelle dinamiche geopolitiche, con l’UE che cerca di adattarsi a un contesto globale sempre più competitivo. Infatti, nuovi attori e nuovi modelli di sviluppo si stanno delineando a livello globale, in particolare la Cina. Questa tematica verrà affrontata meglio dopo, ma prima verranno analizzate le difficoltà di questi accordi.

Sfide nell’Implementazione degli Accordi di Samoa

Nonostante le ambizioni, solo 44 dei 79 membri dell’OACPS hanno firmato l’accordo inizialmente, indicando una mancanza di consenso universale che potrebbe complicare l’efficacia dell’Accordo. Inoltre, l’UE dispone di risorse finanziarie limitate, dovute a pressioni interne quali crisi economiche e migratorie. Questo limita fortemente la capacità dell’UE di poter agire nella cooperazione economica internazionale, danneggiando perlopiù la credibilità dell’UE. Anche le priorità degli accordi sono molto complesse e non viene delineata una priorità tra queste. Tale multidimensionalità richiede una gestione efficiente tra le parti ed un quantitativo di risorse adeguato da parte dell’UE. Un’ulteriore difficoltà è rappresentata dalla nuova dipendenza del settore privato, il quale, sebbene possa offrire un contributo importante allo sviluppo decentralizzato, non ha sempre i propri interessi in linea con lo sviluppo pubblico, creando una forte tensione nell’assegnazione e nella gestione dei fondi.

Un ultimo aspetto da considerare è la crescente competizione globale, soprattutto da parte della Cina all’interno dei paesi ACP. La prossima sezione illustrerà le difficoltà causate da questo attore all’UE sullo scenario internazionale.

La Cina e il Nuovo Paradigma di Sviluppo Globale

Un elemento cruciale da considerare è il ruolo della Cina nel nuovo panorama dello sviluppo globale, dedicando un trilione di dollari a svariati progetti in tutto il mondo. La Cina, attraverso la sua Belt and Road Initiative (BRI), ha stabilito una rete di partenariati economici con molti paesi ACP, offrendo finanziamenti per progetti infrastrutturali senza condizioni politiche. Questo modello contrasta con l’approccio dell’UE, che lega la cooperazione allo sviluppo al rispetto dei diritti umani e della democrazia e rappresenta una sfida diretta al modello europeo di sviluppo. La Cina offre alternative senza condizioni politiche, concentrandosi su infrastrutture e investimenti strategici, attirando molti Paesi partner. Il modello cinese è particolarmente attraente per i Paesi con economie fragili, poiché fornisce risultati immediati attraverso grandi progetti infrastrutturali. I costi politici vengono anche ridotti drasticamente, visto che i governi dei Paesi partner non devono attuare delle riforme che danneggino la loro posizione politica o che possano creare avversità all’interno dei propri paesi. Tuttavia, l’assenza di condizionalità politiche solleva preoccupazioni sull’influenza geopolitica. Inoltre, molti dei fondi offerti dalla Cina vengono dati sotto forma di prestito con interessi molto alti, che molto spesso i Paesi partner non sono più in grado di ripagare. Gli Accordi di Samoa devono quindi competere con questa alternativa, dimostrando che il modello europeo può offrire vantaggi sostenibili a lungo termine.


Fonte: Green Finance Development Centre, Brief: China Belt and Road Initiative (BRI), Report H1 2022, 2022.

Conclusione

Gli Accordi di Samoa rappresentano un’importante svolta nel partenariato tra l’Unione Europea (UE) e i Paesi dell’Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OACPS), ponendo le basi per un modello di cooperazione più moderno e adattabile alle sfide del XXI secolo. La loro struttura innovativa, che combina un accordo quadro generale con protocolli regionali specifici, dimostra una comprensione più approfondita delle esigenze diversificate dei Paesi membri, riconoscendo la necessità di affrontare temi cruciali come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, le migrazioni e l’inclusione sociale. Rispetto agli Accordi di Cotonou, essi segnano un progresso significativo nell’aggiornare le priorità strategiche, riflettendo l’urgenza di rispondere alle trasformazioni globali.

Nonostante queste ambizioni, il successo degli Accordi di Samoa non è garantito e dipenderà dalla capacità delle parti coinvolte di affrontare sfide sostanziali. Una delle principali criticità è rappresentata dalla ratifica incompleta, che potrebbe rallentare l’efficacia dell’accordo e limitare il suo impatto. Inoltre, la concorrenza globale, con attori emergenti come la Cina che offrono alternative attraenti per i Paesi dell’OACPS, rappresenta un ulteriore ostacolo alla centralità del partenariato con l’UE. Le risorse finanziarie limitate, unite a una crescente domanda di interventi concreti per far fronte a crisi economiche e ambientali, costituiscono un’altra sfida significativa per l’implementazione dell’accordo.

Il contesto internazionale in cui gli Accordi di Samoa si inseriscono è in rapida evoluzione, caratterizzato da una competizione geopolitica sempre più intensa e da un multilateralismo messo sotto pressione. In questo scenario, la capacità degli Accordi di rimanere rilevanti dipenderà dalla loro flessibilità nel rispondere alle esigenze mutevoli dei Paesi dell’OACPS, promuovendo al contempo un approccio che valorizzi la sostenibilità e l’equità. Non si tratta solo di garantire risultati tangibili in settori come lo sviluppo economico e la resilienza climatica, ma anche di costruire una relazione di fiducia e di mutuo rispetto.

In ultima analisi, il successo degli Accordi di Samoa si misurerà sulla loro capacità di trasformare le promesse in realtà concrete, rafforzando il partenariato UE-OACPS come modello innovativo di cooperazione internazionale. Questo richiederà impegno, risorse e una visione condivisa.

Classificazione delle fonti

Contenuto dell’Informazione

1

Confermata

Confermato da altre fonti indipendenti; logico in sé; coerente con altre informazioni sull’argomento

2

Presumibilmente Vera

Non confermato; logico in sé; consistente con altre informazioni sull’argomento.

3

Forse Vera

Non confermato; ragionevolmente logico in sé; concorda con alcune altre informazioni sull’argomento

4

Incerta

Non confermato; possibile ma non logico in sé; non ci sono altre informazioni sull’argomento

5

Improbabile

Non confermato; non logico in sé; contraddetto da altre informazioni sul soggetto.

6

Non giudicabile

Non esiste alcuna base per valutare la validità dell’informazione.

Affidabilità della fonte

A

Affidabile

Nessun dubbio di autenticità, affidabilità o competenza; ha una storia di completa affidabilità.

B

Normalmente

Affidabile

Piccoli dubbi di autenticità, affidabilità, o competenza, tuttavia ha una storia di informazioni valide nella maggior parte dei casi.

C

Abbastanza

Affidabile

Dubbio di autenticità, affidabilità o competenza; tuttavia, in passato ha fornito informazioni valide.

D

Normalmente non Affidabile

Dubbio significativo sull’autenticità affidabilità o competenza, tuttavia in passato ha fornito informazioni valide.

E

Inaffidabile

Mancanza di autenticità, affidabilità e competenza; storia di informazioni non valide.

F

Non giudicabile

Non esiste alcuna base per valutare l’affidabilità della fonte.




Bibliografia

Cini, Michelle. 2020. European Union Politics. Oxford University Press (A-1)

Consiglio dell’Unione Europea. 2023. Accordo di Samoa: l’UE e i suoi Stati membri firmano un nuovo accordo di partenariato con i membri dell’OACPS. Consilium Europa. https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/11/15/samoa-agreement-eu-and-its-member-states-sign-new-partnership-agreement-with-the-members-of-the-organisation-of-the-african-caribbean-and-pacific-states/ (A-1)

Dunford, Micheal. 2021. China's Belt and Road Initiative and its Implications for Global Development ACTA VIA SERICA. (B-2)

EUR-Lex. 2023. Accordo di Cotonou. https://eur-lex.europa.eu/IT/legal-content/summary/cotonou-agreement.html (A-1)

Frennhoff Larsén, Magdalena. 2023. The EU in International Negotiations. Springer. (B-1)

Gstöhl, Sieglinde and Dirk De Bièvre. 2018. The Trade Policy of the European Union. Palgrave (A-1)

Parlamento Europeo. 2024. A general survey of development policy https://www.europarl.europa.eu/factsheets/en/sheet/163/a-general-survey-of-development-policy (A-1)

Riproduzione Riservata ®



Condividi il post