HUBdate – "Migrazione e diritti"

  Focus - Allegati
  25 aprile 2023
  1 minuto, 15 secondi

MIPP – Politiche Sociali

A cura di Francesca Colella, Junior Policy Analyst

Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR)

Verso la prima decade di aprile è uscita un’inchiesta di AltreEconomia (casa editrice che tratta argomenti di inchiesta, di economia solidale e ambiente), sull’utilizzo di psicofarmaci nei CPR (‘Centri di Permanenza per i Rimpatri’) a Roma e Milano. Purtroppo, non è la prima volta che si parla di abuso di psicofarmaci nelle strutture di accoglienza di migranti. La prima notizia risale al 2002 con il libro bianco del CPT di Serraino Vulpitta, in provincia di Trapani (i.e., ‘Centri di Permanenza Temporanei’, vecchio nome per CPR) scritto da Valeria Bartolino e Sergio Serraino (viene poi aggiornato nel 2003).

Testimonianze

I racconti e le testimonianze raccolte durante le varie inchieste descrivono una realtà diversa da quella che ci si aspetterebbe di trovare nei centri di accoglienza per migranti. Altri dati e rapporti vengono stilati negli anni, come ad esempio nel febbraio del 2015 su Left esce un articolo nei riguardi del CIE di Ponte Galera. Nascono, anche, varie associazioni come LasciateCIEntrare, in cui si protesta a gran voce contro l’uso non consono e senza consenso di psicofarmaci in queste strutture.

Tutela

Come si evince dalle varie inchieste portate avanti negli anni, in alcuni CPR l’assistenza sociale, che dovrebbe essere garantita, è mancata. Quello che si propone è un maggiore monitoraggio e tutela all’interno delle strutture. Proteggere le persone da abusi è fondamentale.

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