Mihwar al-Muqawama: l’Asse della Resistenza Sciita ed i Proxy Wars di Teheran

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  29 febbraio 2024
  27 minuti, 15 secondi

Autore: Saverio Lesti - Head Researcher, Mondo Internazionale G.E.O. Area Difesa & Sicurezza

Abstract

Quello che in occidente è conosciuto come Asse della Resistenza sciita, in arabo Mihwar al-Muqawama, è in realtà un’alleanza militare, ideologica e politica costruita dall’Iran fin dal 1979. Questa variegata rete di attori, sostenuti in vario modo ed intensità da Teheran, permettono alla leadership iraniana di influenzare buona parte della regione e, anche, di esercitare una deterrenza avanzata sugli avversari e creare una profondità strategica che supera i confini geografici del paese.

  1. La Politica di Sicurezza e la Postura Strategica Regionale dell’Iran

La strategia di sicurezza iraniana mira a garantire la continuità del Velāyat-e Faqih [1] (DIA, 2019), con l’obiettivo di difendere la sovranità e l'integrità territoriale dell'Iran attraverso una serie di approcci: coesione interna; trovare alleati (Khan, Zhaoying, 2020); scoraggiare attacchi militari esterni; rafforzare la posizione di attore regionale; reprimere le insurrezioni settarie o etniche; potenziare la propria economica (Ostovar, Edelston, Connell, 2013). Negli ultimi anni, le minacce immediate percepite da Teheran si sono concentrate su quelle provenienti da attori regionali statali e non statali: Israele, Arabia Saudita e gruppi estremisti sunniti (DIA, 2019).

La dottrina strategica dell'Iran è di natura difensiva e si concentra su una solida strategia regionale di Anti-Access/Area Denial (A2/AD): evitare confronti diretti e convenzionali contro avversari dotati di maggiori risorse militari, usando sistemi poco costosi ed anche a basso contenuto tecnologico per aumentare i costi di un avversario, sfruttando la percepita avversione per le perdite umane. In quest’ottica, la creazione di una rete di alleati di vario tipo è un'estensione della dottrina iraniana che serve a creare elementi avanzati e flessibili di deterrenza (ASW, 2019). A supporto di questo approccio, l'Iran ha sviluppato una dottrina di guerra asimmetrica che si concentra sullo sfruttamento delle debolezze avversarie e sulla creazione di una deterrenza multilivello (AWG, 2019). La guerra con l’Iraq ha plasmato gran parte dell’attuale leadership militare iraniana, sottolineato l'importanza della profondità strategica, dei missili balistici e dell'autosufficienza nelle capacità militari, tutti ambiti in cui Teheran ha investito molte risorse (ICG, 2018).

A questo approccio militare, si affianca una cultura strategica della resistenza basata sull’Adaptive Resistance (pragmatismo) e sulla Designed Redundancy (isolamento e negabilità) (Rivera, 2022). Questo fa di Teheran un attore altamente agile e pragmatico, attraverso una campagna di influenza strategica dove gli elementi della cultura della resistenza vengono applicati nel vicino estero dell'Iran. In questo modo, l'islam politico e i leader iraniani sostengono che l'ideologia, il potere e l'esportazione della rivoluzione sono le principali forze nella politica di resistenza (Mossalanejad, 2023).

La leadership iraniana crede che il paese sia circondato da nemici, dando vita ad una rete politico-militare di alleati e proxy wars, nota come Mihwar al-Muqawama (Asse della Resistenza) (Holmquist, Lund, Bergenwall, 2023). Di fatto, l’Iran è una potenza revisionista che vuole alterare gli assetti di potere esistenti in Medio Oriente, sfruttando gli errori della risposta statunitense all’11 settembre per rafforzare una narrazione basata sulla resistenza alle influenze esterne (Soage, 2018).

L'obiettivo del sistema di alleanze è quello di proteggere l’Iran dagli Stati Uniti, da Israele e dai loro alleati in Medio Oriente. Sebbene la leadership iraniana affermi che l'alleanza ha un carattere difensivo, dal 2012 Teheran ha perseguito una strategia di difesa avanzata per combattere i nemici oltre i suoi confini ed evitare conflitti all'interno del paese (Steinberg, 2021, CRS, 2024).

  1. I Creatori dell’Asse della Resistenza: Sepah e Pasdaran e Enqelab e Eslami e Niru-ye Qods

Centrale nella difesa del regime iraniano è il Sepah e Pasdaran e Enqelab e Eslami (IRGC), a cui è assegnata l’esportazione dell’ideologia rivoluzionaria (Small, 2017) secondo il contenuto dell'articolo 154 della Costituzione iraniana. I Pasdaran volgono un ruolo unico come organizzazione militare e come apparato di potere che opera con un alto grado di autonomia. L'IRGC mantiene una struttura organizzativa con distinti rami terrestri, aerei e navali, oltre alla milizia interna dei Basij.

All’interno dell’IRGC, è il Niru-ye Qods (Forza Qods) che si occupa delle attività che si svolgono fuori dai confini del paese. corpo di élite responsabile alle attività al di fuori dei confini iraniani. Guidata dal Generale Qassem Suleimani dal 1998 alla sua morte nel 2020 e poi dal Generale Esmail Qaani (Brodsky, Mansharof, 2023), questo corpo d’élite conta circa 15.000 effettivi, dal 2011 si occupa dell'espansione dell'Iran in Medio Oriente (Steinberg, 2021). Le giovani reclute vengono sottoposte a 9-12 mesi di addestramento presso il centro di Mashhad nel nord-est dell'Iran o presso la caserma Ben Ali, mentre la formazione ideologica e teologica è impartita presso l'Università Imam Hossein di Teheran (Boussel, 2023).

La Forza Qods (FQ) si occupa di esportare la Rivoluzione Islamica conducendo operazioni di Irregular Warfare (AWG, 2019). Come forza speciale, la FQ addestra, consiglia e guida in battaglia i combattenti delle organizzazioni alleate, come un servizio di intelligence fornisce loro denaro, armi e informazioni, come un governo schiera personale diplomatico (Steinberg, 2021). La FQ in genere segue un modello di dispiegamento avanzato di consulenti senior, esperti tecnici e personale di supporto specializzato, mantenendo un profilo relativamente basso e fornendo un livello di negazione plausibile riguardo all’effettivo coinvolgimento diretto di Teheran.

Questa forza scelta ha accesso alle armi e alle attrezzature più sofisticate dell'arsenale iraniano, controllando una rete di campi di addestramento fuori dall’Iran ed uffici nelle ambasciate iraniane per supportare operazioni segrete e la raccolta di informazioni (AWG, 2019). In questo modo, l'Iran arma, addestra, influenza o dirige decine di migliaia di militanti sciiti e sunniti in grado di combattere contemporaneamente diversi avversari su più fronti non collegati e distanti (AWG, 2019). Secondo varie stime, gli effettivi di questi combattenti erano 110-130.000 nel 2011, 140-180.000 nel 2018 (Steinberg, 2021) e quasi 200.000 nel 2020 (RAND, 2023).

  1. Definizione e Caratteristiche della Mihwar al-Muqawama

Il termine Mihwar al-Muqawama, diffusosi dopo l'11 settembre, ha origine negli anni '80, quando un Iran isolato nella guerra contro l’Iraq cercò assistenza militare, diplomatica, economica ed alleati. In origine questi includevano Libia, Sudan e Siria, oltre a gruppi armati e terroristici come Hezbollah, Hamas, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, la Jihad Islamica Palestinese e, occasionalmente, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pollack, 2020). Li univa all’Iran l’ostilità verso Israele, gli Stati Uniti ed i loro alleati. Fu invasione dell'Iraq nel 2003 e la retorica sull’Asse del Male hanno permesso di creare nella resistenza contro l'egemonia statunitense le condizioni culturali per creare la Mihwar al-Muqawama (Calculli, 2020). Il termine è stato successivamente adottato dall’Iran in riferimento alla guerra israelo-libanese del 2006 ed alla guerra civile siriana scoppiata nel 2011, cementando l’alleanza esistente tra Teheran, Damasco e Hezbollah. La narrativa iraniana dell'Asse della Resistenza è quella di un'alleanza che attinge a forti legami ideologici e preoccupazioni comuni per la sicurezza dei suoi vari attori (Wastnidge, Mabon, 2023).

Per l'Ayatollah Khamenei e i comandanti dell'IRGC l’Asse della Resistenza o Mezzaluna Sciita che si estende da Teheran a Beirut (Ataie, 2021), è il perno dell'alleanza non convenzionale dell'Iran. L’Asse fornisce un corridoio terrestre che attraversa l'Iraq, la Siria e il Libano raggiungendo il Mediterraneo, garantendo la cooperazione tra l'IRGC ed Hezbollah, pedina fondamentale per la profondità strategica e la deterrenza verso Israele. L’intervento in Siria è stato necessario per mantenere questa continuità geografica (Behravesh, 2020), mentre l'esperienza della guerra ha rafforzato i legami e le capacità militari all’interno dell’Asse in tre dimensioni(Katz, 2018):

  • Paramilitare: l’Iran utilizza la FQ per addestrare, consigliare e potenziare gli attori locali. Un approccio di questo tipo garantisce effetti operativi rilevanti con un'impronta ridotta e a basso costo, flessibilità per aumentare o diminuire la presenza iraniana a seconda delle necessità, e sostenibilità per garantire gli interessi iraniani a lungo termine.
  • Expeditionary: L'Iran e le milizie affiliate hanno imparato a condurre e sostenere campagne all'estero. Hezbollah, ad esempio, ha mantenuto missioni consultive in Yemen e in Iraq, così come una presenza militare prolungata in Siria.
  • Interoperabilità: l'Iran dispone di una vasta rete di pedine militari con esperienza di combattimento ad armi combinate in ambiente urbano, montano e desertico.

Mescolando l'interdipendenza militare, l'impegno reciproco e le motivazioni individuali, l'Asse va concettualizzato come un'alleanza che serve a bilanciare la minaccia di avversari comuni: Teheran funge da garante di sicurezza per l'alleanza mentre gli alleati forniscono all'Iran una deterrenza estesa (Katz, 2018). Sebbene questi attori siano legati tra loro nel Mihwar al-Muqawama, sono molto più dissimili che simili, il che rende la loro cooperazione politica, economica e di sicurezza non scontata (Calculli, 2020). Ad esempio, mentre l'Iran e Hezbollah abbracciano il velayat e-faqih, la Siria si è tradizionalmente uno stato laico e uno dei principali guardiani del nazionalismo arabo. Inoltre, mentre l'Iran e la Siria sono membri riconosciuti della comunità internazionale, Hezbollah è un gruppo Armed Non-State Actor (ANSA), etichettato come organizzazione terroristica.

Pur tenendo conto di questi pregi e difetti, è innegabile che dal 2018 l'Iran controlla o influenza pesantemente quattro capitali di Stati del Medio Oriente: Damasco in Siria, Beirut in Libano, Baghdad in Iraq; e Sanaa in Yemen (Silinsky, 2019). Teheran ha raggiunto la sua massima influenza regionale ma deve confrontarsi con una grande problema: i suoi alleati sono per lo più attori militari e terroristici, incapaci di esercitare l'influenza acquisita con le armi per garantire stabilità politica ed economica (Steinberg, 2021).

Il concetto di cooperazione tra diversi attori è sempre stato un fenomeno complesso delle relazioni internazionali, modellato principalmente dagli interessi e dai risultati. La sopravvivenza del rapporto Stato-proxy dipende interamente da questa nozione, in quanto i due attori hanno interessi e programmi che possono essere divergenti o convergenti. L'allineamento Stato-proxy può essere considerato altamente inaffidabile e imprevedibile perché le parti alleate spesso perseguono interessi strategici divergenti e non riescono a sviluppare fiducia nelle rispettive relazioni (Khan, Zhaoying, 2020).

  1. Definizione di Proxy e loro Ruolo nella Strategia Iraniana

Teheran ha costantemente dimostrato una preferenza per l'uso di proxy per intervenire negli affari regionali, utilizzandoli per promuovere i suoi obiettivi di sicurezza nazionale e come mezzo per effettuare attacchi di rappresaglia contro i suoi avversari. A partire dal 1979 e fino all'incirca al 2013-2014, l'Iran ha costruito una rete completa di alleati e partner non statali in tutto il Medio Oriente, tradizionalmente considerati fondamentali per la sicurezza iraniana (RAND, 2023). L'Iran, dimostrando tuttavia di riuscire ad inviare piccoli gruppi forze di terra, trasporto aereo militare e operatori UAV in paesi amici a supporto di operazioni più ampie (DIA, 2019).

Per comprendere il ruolo dei componenti dell’Asse della Resistenza, da intendersi come proxy legati da rapporti di alleanza e subordinazione di vario tipo a Teheran, va ripresa la definizione coniata da Karl W. Deutsch durante la Guerra Fredda “an international conflict between two foreign powers, fought on the soil of a third country; disguised as a conflict over an internal issue of that country; and the use of some or all of that country's manpower, resources, and territory as means of achieving predominantly foreign goals and strategies” (Deutsch, 1964).

Una definizione più moderna di proxy è “la relazione tra il sostenitore e chi è sostenuto, contratta unilateralmente dal sostenitore, parzialmente o totalmente clandestina, un intervento militare indiretto in un conflitto (in via di sviluppo o in corso) sostenendo una parte politicamente interessata al conflitto con denaro, armi, addestramento e consulenza al fine di raggiungere l'obiettivo a breve termine dell'influenza sul conflitto e la sovrapposizione di obiettivi del sostenitore e del supportato a lungo termine” (Boda, 2023). L'uso di proxy in guerra è tipicamente inteso come la dipendenza di uno Stato sponsor da surrogati militari che sono al di fuori della sfera di competenza delle forze militari o di sicurezza convenzionali dello Stato e che offrono servizi in cambio di un supporto materiale tangibile (Moghadam, Wyss, 2020).

L'Iran, che ha limitate capacità di spedizione e di proiezione delle forze, fornisce sostegno finanziario, politico, formativo e materiale a questi proxy mediante la FQ. La fornitura di materiale militare da parte di Teheran ha incluso armi leggere, munizioni, esplosivi, IED, missili anticarro, veicoli, sistemi di difesa aerea portatili, artiglieria, razzi, UAV e alcuni sistemi più avanzati come missili cruise e balistici a corto e medio raggio (DIA, 2019, Carl, 2023).

La FQ esercita il controllo sulle operazioni ed una rete composta da: proxy su cui l'Iran esercita un'influenza preponderante (Hezbollah); proxy indipendenti o semi-controllati con un processo decisionale indipendente ma influenzati dall'Iran (Houthi); proxy sunniti che sono cobelligeranti con l'Iran (Hamas); proxy sciiti che si oppongono a governi sunniti o laici e sono sostenuti ma non completamente controllati dall'Iran (Bahrein); comunità sciite in tutto il mondo viste da Teheran come potenziali basi di sostegno per le sue politiche (AWG, 2019).

4.1 Hezbollah

Il Libano è l'unico Stato in cui l'Iran ha riprodotto una realtà modellata sul suo modello rivoluzionario iniziale. L’Hezbollah o Partito di Dio accetta il concetto di velāyat-e faqih, in base al quale alla leadership clericale viene riconosciuta anche l'autorità giudiziaria e politica (Wastnidge, Mabon 2023). Plasmato dagli scontri contro Israele ed i combattimenti in Siria, Hezbollah è una forza militare e politica chiave non solo in Libano: è il più stretto alleato ideologico e militare dell'Iran (Katz, 2018). Obiettivi condivisi, relazioni personali e legami ideologici, culturali e religiosi duraturi hanno contribuito alla forza della partnership. L'Iran ha fornito agli Hezbollah libanesi tecnologie missilistiche e droni avanzate per decenni e ha ampliato ulteriormente questo supporto materiale negli ultimi anni (Watling, 2019, Carl, 2023). Questo ha permesso ad Hezbollah di possedere una scorta di circa 120.000-150.000 razzi, sistemi d’arma avanzati come il drone Shahed-129 (Carl, 2023) o il missile Fateh-110/M-600 (Holmquist, Lund, Bergenwall, 2023) e circa 45.000 combattenti (DIA, 2019). Teheran vede nel ruolo di Hezbollah una difesa avanzata del territorio iraniano, sapendo che non ha la capacità a lungo raggio di dissuadere un’eventuale attacco di Israele; per Hezbollah l’accesso ai razzi iraniani fornisce una misura di protezione contro un'azione militare israeliana (ICG, 2018). La sopravvivenza a lungo termine di Hezbollah e della sua alleanza con l'Iran è garantita dalla convergenza di interessi e dall’autonomia che il proxy libanese mantiene sul controllo delle sue attività, capacità d’azione e delle risorse fornite da Teheran (Khan, Zhaoying, 2020).

4.2 Siria

Forgiata durante la guerra Iran-Iraq, l'alleanza tra Teheran e Damasco è tra le più antiche e durature della regione, basata sulla comune ostilità contro il regime baathista di Baghdad, la presenza statunitense nella regione e l’esistenza di Israele. Alcuni obiettivi in Siria sono universalmente condivisi tra i leader iraniani, il più importante dei quali è la necessità di preservare l'orientamento geostrategico della Siria come parte del suo Asse di Resistenza (ICG, 2018).La Siria è un alleato chiave dell'Iran e, nonostante l'ideologia laica del suo regime e la debole connessione con la setta religiosa sciita degli Alawiti, sostiene gli obiettivi regionali dell'Iran ed è stato vitale per la capacità dell'Iran di rifornire Hezbollah in modo sicuro e protetto. Dal 2011, l'Iran ha fornito fondi, linee di credito per l'acquisto di beni iraniani, petrolio, armi e consiglieri, miliziani di Hezbollah, combattenti afghani e pakistani ed anche, per la prima volta, personale appartenente all’esercito regolare schierato fuori dai confini nazionali per sostenere il regime (TSC, 2019). La FQ si è principalmente occupata di creare milizie: fonti iraniane riferiscono di 82 unità combattenti create in Siria dall'inizio del suo intervento, per un totale di circa 70.000 uomini (Boussel, 2023).Riguardo alle forze regolari, dal 2014 al 2016, in Siria sono stati operativi elementi della 65ª Brigata aviotrasportata o Brigata Nohed, oltre ad ufficiali delle Brigate Ranger (Boussel, 2023). L’intervento iraniano in Siria si basa sulle seguenti linee d’azione: proteggere le minoranze sciite in Siria, creare un corridoio verso le sponde del Mediterraneo e circondare Israele collocando uomini ed attrezzature ai limiti delle alture del Golan (Boussel, 2023). Le basi in cui l'Iran mantiene una presenza in Siria includono gli aeroporti di Tiyas e al Shayrat vicino a Homs, l'aeroporto di Damasco, l'aeroporto di Nayrab vicino ad Aleppo e una base ad al-Qiswah (TSC, 2019).

4.3 Milizie Sciite Irachene

L'Iraq rappresenta per l’Iran la più importante priorità di sicurezza esterna, motivo per cui Teheran ha nel paese i seguenti interessi: un governo iracheno abbastanza forte ma che non rappresenti una minaccia; preservare l'integrità territoriale dell'Iraq; impedire che il paese diventi una base per attacchi da parte di gruppi di oppostone interna o esterni (ICG, 2018). La debolezza dello stato centrale iracheno e l’ascesa dell’IS ha portato l'Iran a creare, armare e addestrare milizie note come Al-Hashd al-Shaabi (PMF o PMU) che sfidano e minano l'autorità dello Stato centrale (ICG, 2018). Le PMF dispongono di 110.000 effettivi di cui 70.000 effettivamente impiegabili: di questi ultimi, circa 20.000 sono leali all'Iraq, mentre altri 20.000 pur accettando il supporto iraniano sono prima di tutto irachene e perseguono i propri programmi (Watling, 2019). Ma l’influenza iraniana nel paese passa anche attraverso altri proxy: l'Organizzazione Badr, Asa’ib Ahl al-Haq e Kata’ib Hezbollah sono stati a lungo partner affidabili per Teheran, conducendo anche attacchi contro il personale militare statunitense in Iraq dal 2003 al 2011 (DIA, 2019). Questi tre proxy controllano una forza di circa 20.000-50.000 combattenti in Iraq e 5.000-10.000 in Siria, a seconda delle varie stime e rivendicazioni dei gruppi militanti (AWG, 2019). Sono formazioni non sono del tutto subordinate a Teheran ad eccezione di Kata’ib Hezbollah (Watling, 2019). Negli ultimi anni, la FQ ha fornito crescenti capacità missilistiche e di droni ai suoi alleati in Iraq, come il razzo a lunga gittata Zelzal (Holmquist, Lund, Bergenwall, 2023), i vettori balistici Fateh-110 e lo Zolfaghar, oltre a droni utilizzati contro le basi statunitensi in diverse occasioni (Carl. 2023).

4.4 Ansar Allah

Ansar Allah è una potente organizzazione politico-religiosa armata con sede nello Yemen che, mantiene un grado molto più elevato di indipendenza dall'Iran rispetto ad altri proxy. L’origine di questo gruppo è radicato nella tradizione sciita Zaydita dello Yemen, distinta dallo sciismo duodecimano praticato in Iran. Le origini del gruppo risalgono agli anni '80-'90, mentre la lotta armata inizia nel 2004 per poi sfociare nel 2012-14 nella guerra civile che travolse il paese. A partire dal 2018, gli Houthi controllano la capitale Sana'a insieme a un'ampia fascia di territorio lungo la costa occidentale del Mar Rosso. Le stime dei combattenti locali vanno da 10.000 a 30.000 uomini che governano la capitale e la regione dello Yemen settentrionale (DIA, 2019). Ansar Allah dipende dall'Iran per l'equipaggiamento e il supporto militare, tra cui missili balistici e antinave, mine navali, droni Shahed-136 e barchini esplosivi, oltre ad essere dotate di armi leggere, artiglieria e carri armati provenienti da scorte del dissolto esercito yemenita (DIA, 2019, Carl, 2023). La milizia è inoltre responsabile di attacchi missilisti contro le infrastrutture petrolifere e le città saudite, oltre che contro unità navali militari e civili in transito verso il Mar Rosso (TSC, 2019). Storicamente, l'Iran non ha avuto una presenza politica o un coinvolgimento militare significativo nel paese. Quando è emersa l'opportunità di utilizzare gli Houthi contro l’Arabia Saudita, Teheran ha fornito l’assistenza della FQ e la fornitura di sistemi d’arma avanzati. L'Iran sta usando gli sciiti yemeniti per perseguire tre obiettivi principali nello Yemen: condurre una guerra per procura che logori i sauditi; ottenere una base stabile di operazioni che aumenti l'influenza iraniana sullo stretto di Bab al-Mandab; aumentare l'influenza iraniana su Ansar Allah e stabilire un nodo di influenza iraniana e lungo il confine saudita in relativa vicinanza alla Mecca e a Medina (AWG, 2019). Inoltre, l’area controllata dalle milizie sciite in Yemen è servita come base per attacchi con missili balistici e droni contro Israele (Reuters, 2023) e contro il traffico navale in transito verso il Mar Rosso (Gambrell, 2024).

4.5 Milizie Palestinesi

L'Iran fornisce sostegno in termini di addestramento, finanziamento ed equipaggiamento militare ad Hamas, la Jihad Islamica palestinese sulla base della comune ostilità nei confronti di Israele. Inoltre, Teheran cerca di aumentare il sostegno internazionale a favore di uno Stato palestinese e desidera essere vista come un campione dei palestinesi più impegnato rispetto ai suoi rivali arabi. Il sostegno dell'Iran alle organizzazioni palestinesi impegnate nella lotta armata contro Israele non è stato né costante né coerente: le relazioni con questi gruppi si erano deteriorate dopo che nel 2011 non avevano voluto sostenere la difesa del regime di Assad in Siria. Tuttavia, il punto debole di questa alleanza è che i gruppi sunniti palestinesi non sono sempre ricettivi alle indicazioni iraniane (DIA, 2019). È importante notare che, mentre le organizzazioni palestinesi condividono un nemico comune con l'Iran, non condividono un'ideologia politica, non si considerano come agenti iraniani e, nel caso di Hamas, accettano ma non sono dipendenti dai finanziamenti iraniani (Watling, 2019). Negli ultimi anni, l'Iran ha potenziato i proxy palestinesi con crescenti capacità di imporre una maggiore pressione militare su Israele. La FQ ha consegnato o facilitato la fornitura di razzi di artiglieria Fajr-5 e di razzi da 302 millimetri di fabbricazione siriana (Carl, 2023).

4.6 Legione dei Combattenti Sciiti

Negli ultimi anni, la FQ ha organizzato, addestrato ed equipaggiato diversi gruppi afgani e pakistani di etnia hazara al fine di soddisfare le crescenti esigenze di combattenti da impiegare in Siria. Questi gruppi sono guidati da agenti della Forza Qods che supervisionano il loro addestramento e l'eventuale impiego tattico. Dal 2013 al 2017 la FQ ha reclutato e schierato 50.000 o più combattenti sciiti afgani e pakistani in Siria (TSC, 2019). La FQ utilizza un approccio particolare per convincere le reclute: viene offerto uno stipendio di 800 dollari al mese e la residenza legale in Iran, arrivando anche a minacciare rappresaglie contro le famiglie se gli incentivi economici non sono sufficienti (AWG, 2019. Pur essendo apparentemente formata esclusivamente per proteggere le comunità degli sciiti, queste unità sono state usate in azioni offensive in Siria, provocando un alto numero di vittime a causa del livello relativamente basso di addestramento e della mancanza di scrupoli da parte degli ufficiali iraniani (AWG, 2019).

  1. Gruppi di Opposizione Sciita nella Regione

Teheran dà la priorità ai gruppi di opposizione nei paesi che hanno considerevoli minoranze sciite, e in particolare si è concentrato molto sul Bahrein governato dai sunniti ma con una popolazione in maggioranza sciita. L'Iran fornisce assistenza finanziaria e religiosa ai gruppi Coalizione del 14 Febbraio (TSC, 2019), Al-Wefaq, Saraya al-Ashtar e Saraya al-Muqawama (AWG, 2019) in questo paese. Lo stesso sostegno è stato dato in passato agli sciiti che si trovano nelle regioni orientali dell'Arabia Saudita, come un'arena per l'esportazione della Rivoluzione Islamica (TSC, 2019), ma la repressione di Riyad ha scoraggiato tali azioni.

Conclusioni

Quanto emerge da questo paper, è una descrizione per quanto possibile accurata di una precisa strategia di sicurezza costruita dall’Iran nell’arco di oltre un quarantennio. Approccio strategico dettato dall’esigenza di coniugare la scarsità di risorse militari convenzionali con un contesto regionale e, larga parte globale, ostile con cui doversi confrontare. L’esigenza primaria di garantire la sopravvivenza del regime, subito messa a rischio dalla lunga guerra contro l’Iraq, ha evidenziato la necessità di sviluppare una struttura militare nazionale bicefala, da cui l’IRGC è emerso come attore non solo militare ma anche politico ed economico centrale per la sopravvivenza del velāyat-e faqih. Tale gruppo, sorta di guardia pretoriana, è stato incaricato di garantire sia la sicurezza interna che di promuovere l’esportazione dell’esperienza politico-religiosa nata nel 1979 in Medio Oriente, affidando tale incarico al corpo d’élite della Forza Qods.

Negli anni tale forza scelta ha fornito un’ampia gamma di strumenti e forme di assistenza ad una serie di ANSA per dare vita ad un’estensione del perimetro di sicurezza oltre i confini geografici iraniani, in quello che è un arco sciita che attraversa la regione. Dopo il 2001 e, in particolare, il 2003, il 2006 ed il 2011, a questo approccio strettamente militare si è unita una narrazione ideologico-religiosa basata sul principio della resistenza, elemento da sempre fortemente radicato nella leadership di Teheran. E da questo ha preso forma la Mihwar al-Muqawama, un’alleanza multilivello che combina aspetti di sicurezza, economici ed ideologici, coinvolgendo attori di vario tipo, ANSA, paesi, milizie e proxy, in un difficile equilibrio di interessi tra Teheran ed i singoli partner di questo Asse della Resistenza.

Gli sforzi iraniani di creare con questa architettura una profondità strategica in chiave di deterrenza avanzata e capacità di deep strike verso gli avversari regionali, sono stati sicuramente premiati. Teheran ha garantito il sostegno ad Hezbollah, mantenuto in piedi il regime siriano, riesce ad influenzare le dinamiche interne dell’Iraq, ha in Palestina e Yemen attori locali con cui colpire Israele, l’Arabia Saudita e minacciare anche i commerci mondiali via mare. Visivamente, la geografia del Medio Oriente ne risulta modificata a livello di sfere di influenza: dall’Iran, via Iraq, Siria e Libano, Teheran si garantisce tratte terrestri ed aeree che la collegano al Mediterraneo, permettendo di creare minacce multidimensionali contro i suoi avversari. Si può quindi dire che il lungo lavoro svolto dal Gen. Suleimani abbia conseguito gli obiettivi di estendere il perimetro di sicurezza iraniano, esportare almeno in parte il velāyat-e faqih ed indebolire i nemici storici israeliani e sauditi.

Tuttavia, questa rimane un’alleanza che di fatto, ha come unico denominatore comune l’ostilità contro la nazione israeliana, la presenza statunitense nella regione e gli Stati arabi che accettano tale stato delle cose. Andando oltre tale aspetto, gli attori che fanno parte della Mihwar al-Muqawama perseguono propri obiettivi locali, hanno proprie agende politiche e sono dipendenti in vario modo dal supporto materiale di Teheran. Come già evidenziato nell’analisi, tranne Hezbollah che ha un’effettiva comunanza ideologica con Teheran e la Siria che soprattutto all’Iran deve la propria sopravvivenza come regime politico, in Iraq, Yemen e Palestina i legami tra attori locali ed iraniani sono più incostanti e sfumati.

In quest’ottica, è anche lecito chiedersi quanta dell’influenza dell’Iran su questa eterogenea galassia di soggetti si basi su rapporti di fiducia costruiti attraverso i decenni dagli ufficiali della Forza Qods che hanno operato in queste aree. Nello specifico, è lecito domandarsi se con la morte del Gen. Suleimani, l’architetto dell’Asse della Resistenza, non sia venuto meno il controllo di Teheran su parte ei suoi alleati regionali, soprattutto in Iraq dove operano varie milizie sciite con obiettivi specifici e lo Yemen dove Ansar Allah ha a lungo operato senza il supporto materiale iraniano.

Quello che emerge è sicuramente un’alleanza che a livello di obiettivi di sicurezza comuni è solida e ben integrata a livello operativo e strategico. Ben diversa è la valutazione per quanto riguarda la capacità di molti di questi attori di stabilizzare politicamente ed economicamente le rispettive zone di origine, trattandosi appunto di ANSA o proxy spesso classificati come movimenti terroristici senza un formale riconoscimento internazionale. La vera sfida per Teheran è appunto quella di trasformare uno strumento militare in una nuova architettura di potere regionale che porti stabilità e sviluppo, evitando il prolungarsi di una situazione di instabilità che potrebbe anche avere ripercussioni sullo stesso Iran, in termini di eccessivo impegno e sovraesposizione.

[1] Anche nota come Tutela del Giurista, è il concetto secondo cui al leader religioso è affidata l'autorità sociale, politica, economica e militare in Iran.

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Nessun dubbio di autenticità, affidabilità o competenza; ha una storia di completa affidabilità.

B

Normalmente Affidabile

Piccoli dubbi di autenticità, affidabilità, o competenza, tuttavia ha una storia di informazioni valide nella maggior parte dei casi.

C

Abbastanza Affidabile

Dubbio di autenticità, affidabilità o competenza; tuttavia, in passato ha fornito informazioni valide.

D

Normalmente non Affidabile

Dubbio significativo sull'autenticità, affidabilità o competenza, tuttavia in passato ha fornito informazioni valide.

E

Inaffidabile

Mancanza di autenticità, affidabilità e competenza; storia di informazioni non valide.

F

Non giudicabile

Non esiste alcuna base per valutare l’affidabilità della fonte.

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