Nuove prospettive di genere fra empowerment e distorsioni

  Focus - Allegati
  08 luglio 2022
  17 minuti, 50 secondi

a cura di

Nicholas Sartori - Junior Researcher Mondo Internazionale G.E.O. Cultura & Società

Paola Tuzzolino - Junior Researcher Mondo Internazionale G.E.O. Cultura & Società



Abstract

La questione di genere ha assunto grande rilevanza nel discorso pubblico nel tempo e ci stiamo accorgendo di come la dimensione di genere sia essenziale in ogni aspetto della società. Piuttosto che distinguersi in maschio o femmina, uomo o donna, le persone hanno iniziato a riflettere su quella che è la loro “identità di genere”, la percezione che hanno di sé a prescindere dalla categoria biologica.

Il dibattito e le riflessioni che si sono venute a creare hanno scosso gli equilibri imposti da una società patriarcale più che millenaria. Per questo motivo, oltre all’affermarsi e all’allargarsi dei movimenti femministi, si sono presentate delle degenerazioni estremiste rispetto alla questione di genere. Da un lato, molti individui maschili sono arrivati ad esasperare i loro atteggiamenti misogini e violenti nei confronti delle donne – come nel caso degli “Incel” che verrà trattato; dall’altro lato, si sono scatenati anche dei movimenti radicali estremisti interni allo stesso movimento femminista – come nel caso delle “TERF” e delle loro teorie non-inclusive.



1. Introduzione alla questione di genere. L’impatto sulla società e la genesi dei movimenti

Con l’affermarsi delle società industriali prima e della società moderna poi, la conformazione sociale del mondo che potremmo definire pre-moderno, è cambiata molto. Soprattutto in contesto urbano ed europeo, la società era portatrice di una forte divisione dei ruoli di genere e una predominanza d’azione nelle questioni pubbliche da parte degli uomini. Ma con il netto aumento della partecipazione femminile al mondo del lavoro industrializzato e conseguentemente ai due conflitti mondiali, la società, soprattutto quella europea, mutò molto nel corso del Novecento. Infatti, grazie ai cambiamenti strutturali citati poc’anzi, un numero sempre più ampio di persone poté ottenere un empowerment dal punto di vista sociale e politico. Con le prime lotte per il riconoscimento dei diritti delle donne prima e con i movimenti di emancipazione poi, durante il “Secolo breve” nacquero numerosi movimenti volti alla lotta per i diritti di quella parte di popolazione che per tutta la durata dell’Ottocento venne lasciata in posizione subalterna rispetto ad altre frange della società. Queste pulsioni hanno riguardato un’ampia parte della società europea anche se con tempi e modalità differenti. I primi a ricevere un ampliamento dei propri diritti sono stati gli uomini e solo successivamente le donne (basti pensare al caso delle Suffragette).

Quando si parla di mascolinità e femminilità, è bene farlo in modo critico. Questi due termini non sono degli assoluti categorici, ma assumono un diverso significato a seconda del periodo storico a cui facciamo riferimento e alla società e/o al contesto sociale che decidiamo di prendere in analisi. Ad esempio, quello che poteva essere reputato mascolino nella Francia del Settecento oggi potrebbe essere la loro visione, la donna desidera essere sessualizzata e gli uomini - tutti - sarebbero “programmati” per sessualizzare le donne. Gli appartenenti al mondo Incel tendono a giustificare questa visione sulla base di prerogative illusorie, biologiche e psicologiche. Le conseguenze di questo tipo di ideologia possono arrivare fino a posizioni estreme come il reputare l’attrazione verso una ragazza di tredici anni da parte di un uomo adulto assolutamente normale e naturale, anziché un atto di pedofilia. Proseguendo in questa direzione, gli Incel sono convinti che la società moderna ha dato origine ad un contesto nel quale uomini e donne sarebbero stati allontanati dai loro ruoli “naturali” (O'Malley et al., 2018).

Oltre a queste convinzioni, gli Incel tendono a riferirsi alle donne con il termine denigratorio di “umanoidi” e reputano le donne inferiori sotto ogni punto di vista rispetto agli uomini. In altre parole: “by labeling women as inferior, incels rationalized the legitimate rights of men to oppress them. Within this view, women and men are not and should not be equals in any sense”. In aggiunta a quanto appena descritto, gli Incel sostengono altresì che persista una sorta di oppressione verso il genere maschile. Essi, infatti, si percepiscono come un gruppo oppresso da parte non solo delle donne, ma anche da parte di uomini reputati più mascolini di loro chiamati chads (Ivi, 2018). Inoltre, la visione del mondo degli Incels è strutturata e suddivisa in categorie solide. Per la visione del mondo Incel, all’apice troviamo i poc’anzi citati Chads e le Stacys (corrispettivo femminile dei Chads), ossia uomini e donne definiti “alfa” - in senso biologico e sociale -; dopodichè, ad un gradino più basso, si collocano i “normies” detti anche “beta”; infine, al gradino più basso della loro visione del mondo sono posti gli Incel suddivisi nelle varie categorie interne (truecels, etc.). La categorizzazione appena descritta non è mutabile o soggetta a revisioni; essa è una rigida visione del mondo (Stephane J. Baele et al. 2019).

La violenza è un elemento che viene attivamente discusso all’interno della comunità Incel. Infatti, essi giustificano - almeno presso alcune comunità online - la violenza verso le donne e con l’espressione “going ER” alludono al fatto di perdere il controllo con derive violente. Questa espressione si riferisce agli omicidi plurimi commessi da Elliot Rodger, il quale, nel giustificare il suo operato, parlò proprio dei numerosi rifiuti ricevuti in campo sentimentale (Ellis and Sidner, 2014). L’espressione “going ER”potrebbe risultare semplicemente di cattivo gusto e utilizzata unicamente in una comunità online marginale, ma non bisogna sottovalutare il peso che certe parole possono avere. Infatti, alcuni Incel non solo utilizzano l’operato di Rodger per comunicare un sentimento di violenza verso le donne, ma altresì lo reputano legittimo. In questo modo, un’espressione di “cattivo gusto” può diventare anche di esempio per futuri atti violenti. A scanso di equivoci, però, c’è da sottolineare che non tutti gli Incel giustificano l’uso della violenza in senso lato e secondo le modalità sopra riportate (O'Malley et al., 2018). Tuttavia, alcune aree della realtà Incel mostrano chiaramente che alcune ideologie estremiste e un certo comportamento incline alla violenza trovino terreno fertile presso questa subcultura. In questo senso, alcuni attentatori che sono stati ritenuti collegati alla comunità Incel come il già citato Elliot Rodger o Alek Minassian, il quale uccise diverse persone a Toronto nel 2018 investendole con un furgone (BBC, 2021), vengono descritti come dei “martiri”.

Con quanto appena descritto, non si intende affermare che gli Incel - di qualsiasi tipo - vogliano imporre la loro visione del mondo tramite la violenza. Anzi, molti utenti di social “Incel”, pur condividendo ideologie che categorizzano la realtà in senso misogino, biologicamente determinato e immutabile, reputano la violenza inutile poiché essa non può cambiare il mondo per come viene percepito; oppure semplicemente perché non condividono l’utilizzo della violenza in sé. E’ innegabile, però, che discussioni di carattere violento ed estremista siano presenti all’interno della comunità Incel (Stephane J. Baele et al. 2019), così come la presenza e la condivisione di certe idee e posizioni all’interno di alcuni spazi della comunità Incel vada ad alimentare visioni estremiste del mondo e inclini - almeno dal punto di vista verbale - alla violenza.



2. I movimenti femministi. Le battaglie principali e la deriva estremista interna

Femminismo s. m. [der. Di femmina”]: Movimento di rivendicazione dei diritti delle donne, le cui prime manifestazioni sono da ricercare nel tardo Illuminismo e nella Rivoluzione francese; nato per raggiungere la completa emancipazione della donna sul piano economico (ammissione a tutte le occupazioni), giuridico (piena uguaglianza di diritti civili), e politico (ammissione all’elettorato e all’eleggibilità), auspica un mutamento radicale della società e del rapporto uomo-donna attraverso la liberazione sessuale e l’abolizione dei ruoli tradizionalmente attribuiti alle donne”. Da Treccani, Enciclopedia italiana.

Al giorno d’oggi il concetto di femminismo, e la lotta per raggiungere gli obiettivi che questo si pone, sta prendendo sempre più spazio nel discorso politico e sociale degli Stati. L’obiettivo principale di questo movimento è la destrutturazione della società odierna – che continua a essere sorretta da principi fortemente patriarcali – e assicurare l’uguaglianza in qualsiasi ambito a tutti gli individui, prescindendo dal sesso biologico che si presenta alla nascita, o dall’identità ed espressione di genere.

La donna, storicamente, ricopre all’interno della nostra società un ruolo subalterno rispetto a quello dell’uomo; la battaglia femminista cerca di sradicare questa imposizione di ruoli e di assegnare alle donne pari dignità e diritti, che nel corso della storia si sono il più delle volte viste negare.

Fenomeni come il femminicidio, il catcalling, le molestie e lo stupro, lo stalking e la violenza domestica sono al centro della discussione femminista e mettono in evidenza come l’essere donna sia ricollegato a un senso di possesso degli uomini e alla percezione distorta che la nostra società ha sul corpo femminile.

Il corpo della donna è uno dei temi più dibattuti a livello politico ormai da secoli; si pensi alle battaglie sull’aborto e sugli anticoncezionali, ai discorsi sulla prostituzione e alla dignità delle sex-workers, e alle divergenze quando si parla di stupro e al banalissimo luogo comune “Se l’è cercata”.

Il corpo femminile è quindi il fulcro alla base del discorso femminista: la donna è legata al suo corpo e alle sue forme sessualizate che la rendono oggetto nelle mani degli uomini. Oggetto di desiderio, di gelosia, di ammaliamento, di possesso. Corpo oggettificato attraverso il quale si esprime l’unico “vero” ruolo della donna in una società patriarcale: quello di contenitore e di accudimento materno.

Al giorno d’oggi, grazie alle lotte dei decenni passati, il movimento femminista sta diventando sempre più assordante, ma certe dinamiche di gerarchizzazione dei ruoli di genere si ripresentano continuamente.

Anche a livello di informazione pubblica, quando accadono fatti o episodi che riguardano le donne, si parte da una base ideologica che sottintende il ruolo subalterno della donna rispetto all’uomo e

spesso si tende a romanticizzare l’accaduto, e deumanizzare in maniera più completa i colpevoli – gli uomini coinvolti nel delitto – fino a spostare l’attenzione del lettore e non fargli percepire il fatto accaduto come prova tangibile della disparità di genere, ma come raptus di follia di esseri a dir poco umani e socialmente disturbati. La struttura narrativa che la maggior parte delle volte si adotta per descrivere vicende del genere è la fiaba della “Bella e la Bestia”, che porta ad una de-umanizzazione del femminicida che diventa un animale o un mostro e alla feticizzazione della violenza. In altri casi, invece, si arriva a parlare di “giganti buoni” che vengono giustificati per i loro atti violenti rimandando la colpa alla vittima e alla sua inadeguatezza all’interno della dinamica di coppia, e inquadrando il loro comportamento come raptus inaspettati o sconvolgimenti emotivi giustificati dall’ambiente in cui sono immersi.

La donna emancipata, forte e indipendente, che accoglie la potenza del simbolo del corpo femminile e che si slega dalla mera funzione di oggetto di desiderio sessuale, inizialmente, e accuditrice della prole e angelo del focolare, in seguito, è sempre stata vista come pericolosa e sovversiva; basti pensare alla figura della strega e a come sia stata deumanizzata e perseguitata per secoli. Come afferma Kristin J Sollee nel suo libro Witches, Sluts, Feminists: Conjuring the Sex Positive.

"Streghe, zoccole e femministe sono il terrore del patriarcato […] Per me, l'impulso primordiale dietro ognuna di queste identità contestate è l'auto-sovranità [...] Streghe, troie e femministe incarnano il potenziale di potere femminile auto-diretto e la libertà sessuale e intellettuale".

Ma all’interno dei gruppi femministi, nonostante l’ideologia alla base sia l’uguaglianza e la pari dignità degli individui, esistono derive di tipo estremista e non inclusive. Uno dei movimenti più controversi all’interno dei gruppi femministi è quello delle TERF e delle loro teorie non-inclusive.

Lo stesso termine TERF indica la natura escludente di questo gruppo; questa sigla sta infatti per “Trans exclusionary radical feminism”. Alcune esponenti del movimento hanno scritto in un documento intitolato Argomenti contro le teorie che negano la realtà delle donne: “Il sesso è un fatto biologico e il genere una costruzione. Il sesso è un fatto biologico. Si riferisce alle caratteristiche corporee, biologiche e fisiologiche che definiscono e differenziano gli umani come uomini e donne. Il sesso con cui nascono le donne determina il loro posto nel mondo, in cui viene definito e delimitato lo spazio che occupano e il modo in cui lo fanno. Determina i loro diritti e la loro cittadinanza, anche nei casi estremi di maltrattamenti, violenze e uccisioni. Il genere è la costruzione sociale del sesso biologico con cui si nasce”.

“Le TERF rifiutano qualunque cosa sia diverso da quel che è previsto dalla biologia al punto tale da ridefinire il proprio movimento (femminista) secondo un concetto secondo cui l’esperienza di essere donna è legata solamente al sesso biologico di nascita”. [Dal blog Abbatto i muri] Esiste quindi una corrente di femminismo-radicale-bigotto e anti-trans che nega diritti ad alcune donne e individui che si riconoscono nel genere femminile, perché biologicamente non sono nati come tali, o persone che si riconoscono in un genere fluido; questo modo di pensare rinforza e riproduce la concezione binaria del discorso patriarcale.

I movimenti femministi radicali in Italia sono guidati dalle linee di pensiero della Dworkin e di MacKinnon; e nonostante le avanzate del femminismo anche nella cultura popolare, c’è il rischio che i filoni radicali di questo tipo, oltre a portare avanti teorie escludenti come quelle delle TERF, riportino in auge un bigottismo censorio/ proibizionista antiporno che ha fatto conquistare il diritto di dire no, togliendo quello di poter dire sì. Secondo questo filone di pensiero, le professioni in cui si usa il corpo femminile e in cui il corpo nudo è utilizzato per scopi lavorativi, vengono visti come mezzi di vittimizzazione delle donne e oggetificazione di queste, rischiando di riportare il discorso femminista su un piano di società patriarcale e dipingendo le donne in quanto tali come sessualmente passive, e non in diritto di usare il proprio corpo per qualsiasi scopo esse vogliano.

Le femministe pro-censura adottano una visione della donna che la vede come strumento del maschio, e questo è il concetto attorno al quale ruota il tema comune della loro “lotta”. In un’ottica del genere le donne che fanno parte dell’industria pornografica e praticano lavori di tipo sessuale, sono viste come marionette dell’uomo. Questo modo di rielaborare il ruolo della donna e del suo corpo secondo la loro visione porta ad un mondo in cui le femministe antiabortiste “credono che il diritto delle donne di scegliere l’aborto giovi solo agli abortisti, e in cui le femministe anti-porno credono che il diritto delle donne di scegliere le proprie espressioni sessuali giovi solo ai pornografi, come riportato nel blog “Abbatto i muri.

Alla luce di quanto riportato, si può affermare che il femminismo è un concetto complesso e stratificato, che mette al centro del suo discorso la società intera e il fatto che questa sia strutturata in modo non-paritario. Nonostante il femminismo parta da una base inclusiva e di destrutturazione della società e del patriarcato, questo presenta frammentazioni al suo interno con derive estremiste e non inclusive.

Conclusione

A fronte di quanto discusso fin qui, è possibile affermare che la questione di genere ha scatenato una “tempesta” di riflessioni e una molteplicità di punti di vista tale da polarizzare molto spesso il dibattito circa questa tematica. Allo stesso tempo, all’interno dei movimenti femministi e non, si sono generate delle dinamiche di violenza – molto spesso verbale, ma in alcuni casi anche fisica – nei confronti di quelle persone che possono essere considerate soggetto in minoranza o, viceversa, in difesa di chi percepisce la sua condizione come quella di minoranza.

Il caso degli Incel – gli “involuntary celibates” – risulta emblematico per spiegare quelle che sono delle vere e proprie distorsioni del tema e che possono dare origine a fenomeni di natura estrema. Come precedentemente spiegato, all’interno del mondo Incel esistono diverse e forti opinioni di carattere misogino, denigrante o discriminatorio che riguardano le donne.

I gruppi Incel hanno iniziato a vedere nel femminismo, soprattutto a causa dei movimenti di emancipazione della donna a partire dal 1968, alcune tra le maggiori cause che, secondo il loro modo di vedere, hanno portato alla difficoltà di parte del genere maschile di poter intrattenere rapporti con le donne perché più libere nella scelta, o selezione, del partner e quindi maggiormente escludenti. La donna viene quindi considerata un oggetto di desiderio e la sua mancata conquista porta l’Incel ad essere frustrato per le aspettative disattese. E questa situazione spesso si manifesta in forme radicali ed estreme di odio e violenza. Di conseguenza, ad accomunare le persone che si autodefiniscono Incel è un senso d’inferiorità, d’impotenza e di insicurezza nei confronti del genere femminile. Questo è lo specchio di un mondo maschile sempre più in crisi d’identità dovuta alle pressioni sociali di certi stereotipi (Volpari, 2021).

Come abbiamo visto, per i movimenti femministi la questione dell’estremismo di genere è molto più variegata. La loro nascita, infatti, è dovuta al ruolo subalterno nella società che le è stato storicamente conferito. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si è affermato il femminismo che ha iniziato a perseguire obiettivi di parità giuridica e politica tra i sessi; ha iniziato a battersi per la libertà e l’autodeterminazione dell’individuo, in generale, e per questo il movimento include anche persone di identità omosessuale, transgender, intersex e non binarie.

Possiamo fare due tipi di considerazione, in conclusione, sull’estremismo di genere accostato all’analisi dei movimenti femministi:

1. Questi movimenti nascono in risposta ad un comportamento estremista e molto spesso violento nei confronti di chi ne fa parte. La Dichiarazione dell’Onu circa l’eliminazione della violenza contro le donne identifica l’espressione “violenza di genere” per tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del c.d. “stalking” allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso, o meglio, al genere.

Benché grazie alle lotte e alle proteste dei movimenti femministi in tutte le parti del globo si siano raggiunti “grandiosi” obiettivi – che dovrebbero essere invece considerati normali e naturali – come la Convenzione di Istanbul del 2011, primo strumento internazionale giuridicamente vincolante “sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”, la violenza contro le donne rimane una piaga ancora da debellare.

2. Persino all’interno dei movimenti femministi possono originarsi derive di tipo estremista e non inclusive, nonostante sembri paradossale per il tipo di battaglie che vengono condotte da questi gruppi. A questo proposito è stato analizzato, nella presente pubblicazione, il caso delle TERF: “Trans exclusionary radical feminism”. Si tratta di un sottogruppo di femministe appartenenti al ramo radicale del movimento, ovvero quella parte del movimento femminista che si propone di abbattere il patriarcato dalla radice. Secondo tale sotto-movimento è necessario dunque scardinare il concetto di genere e, di conseguenza, è necessario escludere le persone trans dalle loro battaglie.

In questo modo, quello delle TERF è un femminismo che rischia di cadere negli stessi stereotipi transfobici e transmisogini di cui molto spesso è proprio portatrice la nostra società patriarcale e ancora troppo maschilista. In questo modo si rischia di escludere dal dibattito le esclusioni strutturali, l’autodeterminazione e l’effettiva parità dai discorsi anti-sessisti: il sessismo, infatti, non riguarda solo le donne cisgender e per questo la disparità di trattamento dovuta alla transfobia e all’ostilità nei confronti delle persone intersex deve essere affrontata e caldeggiata dai movimenti femministi.


Contenuto dell’Informazione

1

Confermata

Confermato da altre fonti indipendenti; logico in sé; coerente con altre informazioni sull’argomento

2

Presumibilmente Vera

Non confermato; logico in sé; consistente con altre informazioni sull’argomento.

3

Forse Vera

Non confermato; ragionevolmente logico in sé; concorda con alcune altre informazioni sull’argomento

4

Incerta

Non confermato; possibile ma non logico in sé; non ci sono altre informazioni sull’argomento

5

Improbabile

Non confermato; non logico in sé; contraddetto da altre informazioni sul soggetto.

6

Non giudicabile

Non esiste alcuna base per valutare la validità dell’informazione.

Affidabilità della fonte

A

Affidabile

Nessun dubbio di autenticità, affidabilità o competenza; ha una storia di completa affidabilità.

B

Normalmente Affidabile

Piccoli dubbi di autenticità, affidabilità, o competenza, tuttavia ha una storia di informazioni valide nella maggior parte dei casi.

C

Abbastanza Affidabile

Dubbio di autenticità, affidabilità o competenza; tuttavia, in passato ha fornito informazioni valide.

D

Normalmente non Affidabile

Dubbio significativo sull'autenticità, affidabilità o competenza, tuttavia in passato ha fornito informazioni valide.

E

Inaffidabile

Mancanza di autenticità, affidabilità e competenza; storia di informazioni non valide.

F

Non giudicabile

Non esiste alcuna base per valutare l’affidabilità della fonte.



Fonti:

A. Volpari, Incel: la comunità dei “celibi involontari” racconta un problema, Parmateneo, 4 maggio 2021: https://www.parmateneo.it/?p=72894 ; (C-3)

R. L. O’Malley, K. Holt & T. J. Holt, An Exploration of the Involuntary Celibate (Incel) Subculture Online, Journal of Interpersonal Violence, 2020; (A-2)

S. J. Baele, L. Brace & T. G. Coan, From “Incel” to “Saint”: Analyzing the violent worldview behind the 2018 Toronto attack, Terrorism and PoliticalViolence, 2019 ; (B-2)

R. Ellis & S. Sidner, Deadly California rampage: Chilling video, but no match for reality, CNN, 28 maggio 2014: https://edition.cnn.com/2014/05/24/justice/california-shooting-deaths/index.html ; (B-2)

Toronto van attack: Minassian guilty of killing 10 people, CNN, 3 marzo 2021: https://www.bbc.com/news/uk-56269095; (B-2)

A. Merli, Violenza di genere e femminicidio, Diritto Penale Contemporaneo, 2015; (B-2)

Difesa della #Pornografia: se abbiamo perso il diritto di dire Si!, Abbatto i Muri, 5 marzo 2013: https://abbattoimuri.wordpress.com/2013/07/05/difesa-della-pornografia-se-abbiamo-perso-il-diritto-di-dire-si/ ; (C-2)

#TERF: il femminismo radicale trans-escludente, Abbatto i Muri, 29 Giugno 2019: https://abbattoimuri.wordpress.com/2014/06/29/terf-il-femminismo-radicale-trans-escludente/ ; (C-2)

R. Kodilja ,Che tempo di donna è? L’identità di genere oggi tra sessismo moderno e oggettivazione del corpo, Contenuto in: Donne, politica e istituzioni: il tempo delle donne, Forum Editrice Universitaria Udinese, 2013; (A-2)

Condividi il post