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MIPP - Cambiamenti climatici
A cura di Martina Maria Bruselles, Junior Policy Analyst.
Il piano climatico del Regno Unito, il “Carbon Budget Delivery Plan”, è stato bocciato per la seconda in due anni dall’Alta Corte di Londra. Nel 2022 la Gran Bretagna non ha infatti rispettato la legislazione progettata per aiutare a raggiungere l'obiettivo dell'Accordo di Parigi del 2015 di contenere le temperature entro 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali.
Secondo tre organizzazioni ambientaliste che hanno mosso l’azione legale - nello specifico, ClientEarth, Friends of the Earth e Good Law Project - la strategia dello Stato per combattere i cambiamenti climatici non è adeguata e la sentenza, emessa il 3 maggio, dà loro perfettamente ragione.
Il Carbon Budget Delivery Plan: perché viene bocciato
Il "Carbon Budget Delivery Plan" del governo, secondo il giudice Clive Sheldon dell’Alta Corte dei Conti, non aveva fondamenti solidi: le tecnologie utilizzate non erano ancora scientificamente certificate e, di conseguenza, le ipotesi effettuate erano da intendersi non affidabili o, addirittura, errate.
Il giudice Sheldon ha considerato la decisione del segretario di Stato troppo superficiale in quanto elaborata sulla base di una comprensione errata della reale situazione di fatto.
Per questi motivi, è stato ritenuto che il piano CBDP non rispettasse i requisiti della legge sui cambiamenti climatici del Regno Unito.
L’organizzazione Friends of the Earth ha annunciato di aver vinto l’azione legale ma ha anche dichiarato che «adesso ci serve un piano che sia adeguato agli obiettivi per il clima del Regno Unito e porti benefici alle vite delle persone».
Il governo Britannico dovrà riparare entro un anno
La sentenza prevede che il governo della Gran Bretagna debba presentare, entro e non oltre 12 mesi, un piano credibile, applicabile e sostenibile con un’apposita strategia climatica.
L’obiettivo postosi dalla Gran Bretagna è quello di ridurre le proprie emissioni clima-alteranti del 78% entro il 2035 rispetto ai livelli del 1990. Secondo le stime del Comitato britannico sui cambiamenti climatici (UKCCC), però, il piano del governo porterebbe solo a un quinto dei tagli alle emissioni necessari nel prossimo decennio.
Il primo ministro Rishi Sunak ha commentato che il Regno Unito ha fatto progressi significativi nella decarbonizzazione, reputando ciò come un gran successo, ma ha comunque ammesso che la nazione abbia l’impellente necessità di un approccio più pragmatico per raggiungere gli obiettivi net-zero.
Guardando al futuro: il percorso verso il 2027
Il Regno Unito si ritrova quindi ad accelerare la ristrutturazione del suo piano CBA che dovrebbe partire nel 2027. Questo comporterà una progettazione politica ampia e precisa, il coinvolgimento delle parti interessate e la diplomazia internazionale. Con questa sentenza, la Gran Bretagna può cogliere l’opportunità di dare l’esempio ad altre nazioni, dimostrando che un’azione ambiziosa per il clima può andare di pari passo con la prosperità economica e la cooperazione internazionale. Avvicinandoci al 2027, tutti gli occhi saranno puntati sul Regno Unito, che pone le basi per una nuova era di commercio globale responsabile e di tutela ambientale.
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