Microplastiche e Sequestro di CO2: un problema emergente per l'oceano

Focus

MIPP - Cambiamenti climatici

A cura di Martina Maria Bruselles, Junior Policy Analyst.

Le microplastiche - frammenti di plastica inferiori a 5 mm - sono state rilevate in vari organismi marini come gamberetti, krill, balene e delfini. Questo fenomeno è allarmante non solo per la salute degli animali marini, ma anche per l'ecosistema oceanico e la sua capacità di assorbire CO2, un processo cruciale per contrastare la crisi climatica. Un recente studio pubblicato su Marine Chemistry ha rivelato come le microplastiche influenzino negativamente questa capacità, aggiungendo un ulteriore elemento di preoccupazione alla questione delle microplastiche negli oceani.

L'impatto delle Microplastiche sul Fitoplancton

Il fitoplancton, costituito da minuscoli organismi marini capaci di fotosintesi, svolge un ruolo chiave nella assimilazione del carbonio. Quando questi organismi muoiono, affondano verso il fondale oceanico, trasportando con sé il carbonio assorbito durante la fotosintesi. Tuttavia, la presenza di microplastiche altera questo processo.

Le microplastiche, essendo materiali galleggianti, si uniscono al fitoplancton formando biofilm (i biofilm sono delle aggregazioni complesse di microorganismi che secernono una matrice adesiva e protettiva). Aron Stubbins, uno degli autori dello studio, spiega che questa unione altera la capacità del fitoplancton di affondare. La "neve marina", costituita da materiali in decomposizione che normalmente affondano, trova maggiore difficoltà a raggiungere il fondale, rallentando così il sequestro del carbonio.

Esperimenti sulla galleggiabilità del fitoplancton

Per comprendere meglio l'impatto delle microplastiche, i ricercatori hanno condotto uno studio in due parti:

  1. Esperimento di competizione tra Plancton: due tipi di plancton unicellulari sono stati coltivati in recipienti separati, uno dei quali contenente microplastiche. Successivamente, i ricercatori hanno osservato quale dei due affondasse più rapidamente. Risultato: il fitoplancton associato alle microplastiche affondava il 20% più lentamente rispetto a quello senza microplastiche.
  1. Osservazione del comportamento delle microplastiche al Sole: nella seconda parte, i ricercatori hanno esaminato come le microplastiche si comportano alla luce del sole sulla superficie dell'acqua. Le microplastiche si sciolgono parzialmente, rilasciando carbonio organico che i batteri possono usare come nutrimento. Tuttavia, questi batteri necessitano anche di nitrogeno e fosforo, elementi ottenibili dal fitoplancton, il cui rallentamento della crescita è un effetto collaterale di questo processo.

Nonostante non sia ancora possibile affermare con certezza che le microplastiche comprometteranno significativamente la capacità dell'oceano di assorbire carbonio, l'impatto osservato è abbastanza preoccupante. Aron Stubbins sottolinea che l'influenza delle microplastiche sul ciclo del carbonio richiede attenzione e ulteriori riflessioni su come affrontare questo problema emergente.

Riflessi sulla Crisi Climatica

La capacità dell'oceano di assimilare CO2 è un elemento cruciale nella lotta contro la crisi climatica. Le microplastiche rappresentano una minaccia significativa per questo processo naturale, richiedendo azioni urgenti per ridurre l'inquinamento da plastica e proteggere gli ecosistemi marini. Questo studio evidenzia la necessità di politiche ambientali più rigorose e di una maggiore consapevolezza pubblica riguardo l'impatto delle microplastiche sull'ambiente e sul clima globale.



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