Esperienza di volontariato con African Impact

  Formazione - Lavoro
  10 maggio 2021
  6 minuti, 4 secondi

Informazioni chiave

L’esperienza

Sono partita per Città del Capo alla fine del mio quinto anno di liceo, dopo la maturità, il 30 luglio 2017: dopo il viaggio di maturità, ho pensato che fosse il momento adatto per mettermi alla prova in una realtà totalmente diversa dalla nostra.

Ho sempre voluto andare in Africa, e per questo motivo il primo step è stato quello di cercare una associazione che mi permettesse di andare in un paese africano come volontaria, ma che allo stesso tempo mi desse un alloggio e un supporto nella mia prima esperienza di volontariato. Per questo motivo ho deciso di rivolgermi ad African Impact: un’organizzazione giovane e proattiva, creata da ragazzi giovani per i giovani.


A livello organizzativo, African Impact ha la sua sede a Città del Capo ma opera in diversi Paesi africani. Ho subito apprezzato la loro organizzazione: mi hanno aiutata a completare tutte le pratiche amministrative in maniera piuttosto semplice e, avendomi assegnato fin dal principio una referente diretta (che si trovava già sul posto), ho avuto modo di parlare via mail e via telefono con lei per chiarirmi i numerosi dubbi che ovviamente sorgono prima di un’esperienza del genere!

Per quanto riguarda la destinazione, Città del Capo è apparsa a me e ai miei genitori come un buon compromesso: una città africana che però non fosse eccessivamente “rurale”.

Sul sito di African Impact è possibile scegliere fra una ampia gamma di programmi: dal volontariato nelle scuole, al volontariato per il gender empowerment, all’assistenza medica nelle parti più povere delle città, al volontariato per la cura degli animali.
Personalmente, ho scelto di abbinare 2 programmi durante il mio percorso:

-la mattina lavoravo in una scuola materna/elementare (con bambini dai 2 ai 10 anni circa), in cui aiutavo le maestre a prendersi cura dei bambini più piccoli, e ad insegnare l’inglese ai bambini più grandi (progetto Early Childhood Development);
-nel pomeriggio invece, a seconda dei giorni, facevo principalmente 2 attività (programma Girl Impact)

  • Insieme ad altre ragazze, ci recavamo nella casa di una signora che viveva nelle baraccopoli, e dove aveva creato un gruppo di ragazzine che regolarmente andavano da lei per giocare, ballare e chiacchierare: una sorta di attività dopo-scuola per evitare che le ragazze entrassero a far parte di gang o facessero uso di droghe (purtroppo il Sud Africa è l’unico paese dove i malati di AIDS continuano ad aumentare, e molto spesso le bambine vengono violentate fin da piccole). In quei pomeriggi, io e altre ragazze prendevamo parte alle attività delle ragazzine, cercando di inventarci dei giochi per poter arrivare anche a discutere di temi più seri, quali l’empowerment femminile, il loro rapporto con i ragazzi, l’importanza di proteggersi, le loro prospettive per il futuro, i loro sogni e i loro problemi.
  • Altri giorni mi recavo in un orfanotrofio dove prestavo assistenza alle nannies che si prendevano cura degli orfani: oltre a dare una mano con i bambini, abbiamo insegnato loro a usare il computer e ad utilizzare registri elettronici

Consigli Utili per una esperienza di successo:

Sicuramente affrontare un’esperienza di volontariato non è semplice, ci vuole tanta buona volontà e una buona dose di coraggio.

La cultura è diversa, così come il colore della pelle e la religione, ma non per questo bisogna lasciarsi intimidire. Ciò che mi ha insegnato questa esperienza è che bisogna partire pronti ad abbracciare tutto ciò che si incontrerà e che si dovrà affrontare: mente aperta, e cuore ancora di più! L’amore che danno i bambini è incredibile, ma bisogna fare molta attenzione: ci sono regole (etiche e sanitarie) che vengono illustrate fin dall’inizio e che vanno rispettate per evitare di creare situazioni sgradevoli.

A livello pratico:

  • Partire con un’associazione affidabile, che organizzi prima della partenza l’alloggio e il vitto, che dia informazioni sulle pratiche amministrative e su eventuali vaccini che vanno fatti prima di partire
  • Scegliere una posizione che possa essere adatta a te: non buttarsi su ruoli eccessivamente complicati (come assistenza medica alle baraccopoli) se non si hanno le competenze necessarie.

La città

Città del Capo è una bellissima città, ma piena di contraddizioni: da una parte il centro, moderno e ricco di ristoranti, grattacieli, uffici, ma appena si esce dalla zona centrale ci si ritrova in zone più dissestate e povere; la città è circondata da baraccopoli, che si vedono subito appena atterrati in aeroporto.

Ovviamente la città porta ancora i segni del periodo dell’Apartheid: sono numerosi i tour che si propongono di visitare i luoghi storici della città, come il luogo dove Nelson Mandela ha fatto il suo primo discorso pubblico dopo la scarcerazione, o semplici panchine con insegne che riportano la scritta “whites only”. Inoltre, a pochi km di distanza è possibile visitare bellissime spiagge di surfisti, oppure spiagge di pinguini o ancora partecipare a safari in mezzo alla natura. Ci sono molte attività che si possono fare nei weekend: parapendio (super consigliato!), air-diving, hiking sulle montagne, per i più coraggiosi c’è anche la shark cage diving.

La città è relativamente sicura di giorno, ma poco di notte: ad eccezione del centro città è fortemente sconsigliato girare da soli (soprattutto in gruppi di sole ragazze), anche nei dintorni della casa dei volontari.

Lavoro

Per fare volontariato in Sud Africa è sufficiente un visto “visitatori”, che è valido per un massimo di 90 giorni. Non ci sono vaccinazioni obbligatorie, tuttavia alcune sono fortemente consigliate da African Impact, specialmente l’antitifica.

Dove trovare casa:

African Impact offre una casa a tutti i volontari, suddivisa in camere con letti a castello (le camere non sono miste, ma separate ragazze - ragazzi), un soggiorno comune, bagni separati fra ragazzi e ragazze. Consiglio fortemente di non trovare casa da soli, in quanto vivere con gli altri volontari è parte integrante dell’esperienza ed è una grande esperienza di crescita, che insegna a vivere e condividere i propri spazi con altre persone.

Inoltre, nella casa c’era un ragazzo locale che preparava da mangiare per tutti pranzo e cena dal lunedì a venerdì, incluso nel costo dell’alloggio.

I trasporti

La casa in cui mi trovavo era poco distante dal centro, che si poteva raggiungere comodamente con i mezzi pubblici (bus) di giorno. Dopo le 18 circa però non eravamo autorizzati a spostarci autonomamente, nemmeno a piedi: African Impact ha un accordo con la polizia locale, per cui qualora avessimo voluto muoverci (anche solo per andare al supermercato o ad un bar dopo cena) dovevamo chiamare un numero apposito affinché un poliziotto ci scortasse fino alla nostra destinazione, infatti a ogni gruppo di volontari veniva affidato un cellulare apposito (vecchio e molto economico) per le chiamate, da portare ogni volta che si usciva autonomamente, per evitare di dover tirare fuori in pubblico il nostro cellulare più costoso/moderno e attrarre attenzioni non volute. Quando invece volevamo allontanarci dal nostro distretto la sera (ad esempio per andare in centro) non potevamo muoverci coi mezzi pubblici ma solo con i taxi (nello specifico, con la compagnia di taxi raccomandata dall’associazione).

Per quanto riguarda invece lo spostamento dalla casa al luogo di lavoro, era tutto organizzato dai ragazzi di African Impact con pullmini o macchine private.

A cura di Camilla Caberlon

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