Tirocinio presso l'Ambasciata d'Italia a Washington

  Formazione - Lavoro
  08 aprile 2021
  7 minuti, 23 secondi

Informazioni chiave:

  • Dove: Washington D.C. (USA)
  • Quando: Luglio-Ottobre 2017
  • Ente: Ufficio Culturale dell’Ambasciata d’Italia a Washington D.C., Fondazione CRUI, MAECI (Ministero degli Affari Esteri)
  • Programma svolto: Tirocinio MAECI - MUR - CRU
  • Retribuzione/rimborso spese: 2.100 euro, borsa di studio
  • Bando: https://www.tirocinicrui.it/programmi-bandi-definitivo/maeci/
    Nello specifico, il mio bando fu “Ca’Foscari in rete: diplomatica!”, la cui application era mediata dall’università con l’Ente ospitante e MAECI-CRUI. Il bando tuttavia non è più attivo ed ora si fa riferimento a https://www.unive.it/pag/9874

L’esperienza

Unica nella vita! Sono stato estremamente fortunato a livello professionale e personale. L’Ambasciata di Washington D.C. è la più grande Ambasciata d’Italia (fisicamente parlando) al mondo: quindi ho avuto l’opportunità di vedere al lavoro tutti gli uffici singolarmente (nelle ambasciate più piccole gli uffici sono ‘aggregati’) e parlare con personale che ricopriva diverse posizioni. Tutti i colleghi sono stati accoglienti e coinvolgenti: ho sempre potuto fare affidamento su di loro per dubbi e domande e sin da subito sono stato integrato nel team. Il mio responsabile (attaché culturale) mi ha delegato fin dal primo giorno responsabilità e mansioni, riponendo gran fiducia: ho inoltre potuto contare sull’aiuto dello stagista precedente (vademecum scritto che mi ha lasciato o tramite whatsapp). In totale eravamo 8 stagisti, quindi c’è stato parecchio supporto reciproco - principalmente nel primo periodo di permanenza, durante la fase di ambientamento - e abbiamo legato molto: il che ha portato parecchie opportunità per conoscere D.C. (o città limitrofi) insieme - aspetto da non trascurare, che arricchisce l’esperienza nel complesso. La comunità italiana di Washington D.C. è molto ampia, quindi ci siamo costruiti un buon giro di amicizie anche al di fuori dell’Ambasciata, che abbiamo mantenuto negli anni.

Lavoro full-time 9.30-17.30* con 1 ora di pausa pranzo (nel bar dell’Ambasciata: noi stagisti abbiamo sempre portato package-lunch per questioni economiche, eccetto la pizza del venerdì). Chiaramente l’orario poteva essere flessibile in caso di task urgenti da completare o eventi particolari. Gli stagisti hanno 2 giorni di ferie al mese da poter chiedere al proprio responsabile nell’arco dell’esperienza. In Ambasciata ricoprivo i ruoli di assistente personale dell’Attaché culturale e intern dell’ufficio Culturale. L’Ufficio Culturale è al quarto piano dell’Ambasciata insieme all’Ufficio Scuola e all’Istituto Italiano di Cultura, con cui c’era una stretta collaborazione; l’Ufficio Culturale collaborava anche con l’Ufficio Stampa e l’Ufficio Eventi (al secondo piano). Le mie mansioni erano: coordinare l’agenda dell’Attaché (tutte le mattine sulla scrivania gli facevo trovare l’agenda della giornata con la documentazione necessaria), mantenere aggiornato il database dei contatti, accogliere gli ospiti e partecipare ai meeting per potenziali collaborazioni redigendo report, gestire le conversazioni e-mail dei progetti in corso (come l’installazione di “Archeologia del futuro” di Fabrizio Plessi nella Hall dell’Ambasciata), svolgere ricerche di mercato (per esempio sull’offerta dell’arte italiana nei musei nazionali) per eventuali futuri progetti, traduzione di sezioni/revisione di cataloghi in corso di edizione (War&Art, Gangemi editore), presentazioni PowerPoint per le lezioni che teneva l’Attaché presso diverse realtà educative, contribuire al coordinamento dei progetti in corso sia dell’Ufficio Culturale sia dell’Istituto Italiano di Cultura.

La città

Città per niente americana esteticamente parlando: no grattacieli, perché gli edifici non possono essere più alti dell’obelisco e molto molto verde, ricca di parchi (basti pensare che per esempio l’Ambasciata sorge esattamente davanti a un bosco). Città molto piccola e perfettamente a misura d’uomo, con un’offerta ampissima di esperienze, dal lato artistico (National Gallery gratuita!), al cibo, sport (escursioni in Virginia e Maryland), musica (a luglio c’è stato il concerto dei Coldplay a Baltimore), ecc. - molti eventi anche offerti direttamente dall’Ambasciata (sulla cultura italiana precisamente). Le zone migliori secondo me sono Eastern Market (molte zone in cui fare brunch e la domenica c’è il plea market) e Georgetown (sia la parte di città sia il waterfront park). Molto costosa in generale (con la borsa di studio mi sono pagato cibo, assicurazione sanitaria, volo, medicine/cura personale… la sistemazione è stata 100% a spese della mia famiglia. Poi i viaggi extra in giro per gli US a carico mio con risparmi che avevo. In 4 ore di bus (Megabus, Greyhound) e 20 dollari si arriva a NYC (da lì in 2 ore si arriva in Connecticut e in altre 2 ore a Boston, sempre 20 dollari), in 2 ore e 20 dollari si arriva a Philadelphia, 1 ora e 10 dollari ad Annapolis, 1 ora e mezza di aereo e un con centinaio di dollari a Chicago.

Arrivo in città

Per arrivare a DC hai 2 aeroporti: il Regan e Baltimore. Il Regan è internazionale, Baltimore per i voli interni di solito. Entrambi raggiungibili con la metro, taxi, Uber. Dal Regan in centro a DC sono circa 25 dollari di corsa taxi, o 2 dollari di metro; mentre per Baltimore bisogna arrivare fino alla Union Station con 2 treni (10 dollari in tutto circa).

Assicurazione sanitaria

Meglio in agenzia: per i tre mesi ne ho fatta una da 250 dollari (massimale di 5/10 milioni se non erro) mentre per le permanenze brevi intorno ai 100 dollari - investimento su cui non bisogna mai risparmiare

Visto

Visto da diplomatico (A2), tutto organizzato dal Consolato di Milano (14 dollari)

Vitto

Molto costoso, soprattutto se si cerca di mangiare ‘healthy’: gli alimenti che costano di più sono frutta e verdura. Ma con qualche magheggio si riesce tranquillamente a sopravvivere dignitosamente. Il cibo meno healthy è decisamente meno costoso; per la propria sopravvivenza si può anche cogliere buone occasioni con eventi vari (come il Taco Tuesday a DuPont Circle, dove un locale offre a 2 dollari 1 birra e 2 taco da riempire quanto vuoi).

Alloggio

Washington centro è molto cara (dai 900 ai 1300 dollari per una stanza in casa condivisa al mese). C’è chi si sposta in Maryland o Virginia (Washington è un punto tra i due stati, che con mezzi pubblici o Uber raggiungi in un attimo) per spendere meno, ma sotto i 500 a persona dollari per una doppia non ho mai sentito. Chiaramente più lontano abiti dal centro, più i costi per i trasporti aumentano - e i vincoli alla libertà di spostamento. La ricerca della casa l’ho fatta tramite conoscenze (grazie a cui alla fine ho trovato), gruppi FB (sia di ‘cerco casa a Washington’ sia del MAECI-CRUI), airbnb, siti dei college (che mettono a disposizione le camere per periodo estivi, fino ad agosto). Io poi ho fatto un contratto con l’agenzia immobiliare responsabile della casa (ho dovuto chiedere alla mia Università di produrre un documento ad hoc firmato che attestava la mia borsa di studio e il periodo di tirocinio per poi consegnarlo all’agenzia): tutto gestito via e-mail in modo super facile ed efficiente.

Trasporti

Carta della metro da ricaricare con i viaggi (non ci sono abbonamenti, il prezzo del biglietto va a tratta), Uber (il migliore), autobus, bicicletta* (ha molte salite e discese, non molto consigliata): ma io 90% andavo in giro a piedi dato che abitavo in centro. E’ una città super vivibile, poco trafficata, piuttosto piccola (a piedi in 1 ora e mezza arrivi da Nord a Sud) e molto sicura.

Sicurezza

Città super sicura e super pulita: nessuno dei miei colleghi ha mai avuto il minimo problema. Poco consigliato spostarsi fuori dal centro, oltre Columbia Heights, e nella zona oltre Eastern Market.

Clima

Non buono: estati estremamente umide e calde con piogge torrenziali quasi monsoniche, inverni freddi.

Piano telefonico

Molto costoso (dai 50 dollari al mese), ma non necessario: WI-FI ovunque (in tutti gli US)

Consigli per una candidatura di successo

Come anticipavo, il mio bando è stato sui generis. Ma dato che la scelta finale spetta all’ente di destinazione, in questo caso l’Ambasciata d’Italia a Washington D.C., la lettera motivazionale deve essere molto focalizzata e in linea con il lavoro di un’Ambasciata. Grande interesse per gli US a 360, e background inerente all’ufficio per cui ci si candida. Grande attenzione ai dettagli del bando da compilare correttamente (in genere i bandi non accettano procedure al di là di quanto richiesto… solitamente una grade scrematura è già fatta sulla base di documenti che non rispettano i criteri del bando). Attenzione alla forma in cui si presenta la documentazione, che può fare la differenza al momento della valutazione di profili di pari competenze. Fare scelte strategiche nella selezione delle destinazioni: se l’obiettivo è fare esperienza in un’istituzione del genere, bisogna cercare di mediare le proprie ambizioni con le possibilità effettive di vincere il bando - senza scendere a compromessi, ma con flessibilità. Prepararsi per tempo - la lettera va redatta con criterio, studiando la realtà di destinazione (paese e istituzione) con precisione e completezza (quali sono le materie trattate dall’ufficio per cui ci si candida, chi è a capo dell’ufficio, chi è l’Ambasciatore e quale la sua vision/mission - cercare online le pubblicazioni -, quali sono le problematiche el paese di riferimento, qual è la situazione del paese di riferimento ecc.)

A cura di Filippo Schena

Condividi il post