Dopo il Mali, anche il Burkina Faso chiede il ritiro delle truppe francesi

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  Melissa Cortese
  29 January 2023
  4 minutes, 7 seconds

La lotta al terrorismo nel Sahel è ormai traducibile in un fallimento non solo militare, ma anche politico e diplomatico, anche a causa delle complicazioni portate dai mercenari russi.

Il Burkina Faso, colonia francese fino al 1960, ha deciso di estinguere l’accordo militare raggiunto nel 2018 con la Francia, che autorizzava la presenza di circa 400 militari francesi sul territorio. I militari della missione chiamata “Sabre” avevano il compito di affiancare l’esercito nazionale nella lotta ai militari jihadisti, molto attivi nel Paese dal 2015. Jean-Emmanuel Ouedraogo, portavoce del governo, ha invece dichiarato che “il Burkina conta sui propri mezzi per vincere la guerra”, dando alla Francia un mese di tempo per ritirare le truppe dal Paese. “Quello che estinguiamo è l’accordo che consente alle forze francesi di essere presenti in Burkina Faso. Non si tratta della fine delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi”, ha chiarito Ouedraogo. Il Paese guidato da Ibrahim Traoré, presidente in carica a seguito di un golpe, sembra seguire le orme del vicino Mali, che nel 2022 ha ordinato il ritiro dei militari francesi e si è alleato con la Russia nella lotta al terrorismo tramite i mercenari del gruppo Wagner. Tre settimane prima del ritiro delle truppe francesi dal Mali, i militari maliani avevano invitato l’ambasciatore francese a lasciare il Paese.

La storia si ripete: durante una manifestazione che si è svolta nei giorni scorsi nel centro di Ouagadougou, capitale burkinabé, la folla ha sventolato bandiere russe e cartelloni che recitavano “No alla Francia/Ladro d’Africa”, chiedendo anche il definitivo ritiro di Luc Hallande, ambasciatore francese. Come riportato da un’intervista di euronews, un manifestante ha dichiarato: “Noi siamo il Burkina Faso, un paese indipendente! Il Burkina Faso è un Paese sovrano! Abbiamo deciso, vogliamo guidare questa lotta, la guerra che stiamo conducendo, il Burkina Faso ha deciso di guidare la lotta con buoni alleati”.

I due colpi di stato militari – il primo a gennaio del 2022 e il secondo tra settembre e ottobre – che l'ex Alto Volta – nome del Paese fino al 1984 – ha vissuto hanno ostacolato fortemente le relazioni tra Ouagadougou e Parigi, fino a farli crollare. Il Burkina Faso, guidato ora dal "presidente di transizione" Ibrahim Traorè, non riesce a frenare la violenza jihadista che dilaga nel nord del Paese e ha rafforzato i legami con la Russia, grazie, anche in questo caso, alla presenza del gruppo mercenario Wagner.

Il ritiro delle truppe francesi dal Paese, che dovrà avvenire entro un mese, è stato richiesto tramite l’invio di una lettera da parte del ministro degli Esteri del Burkina Faso. Il presidente Emmanuel Macron attende chiarimenti dall’omologo burkinabé Ibrahim Traoré.

Le immagini del Donbass e quelle del Sahel si confondono, portando a riflettere. Le truppe francesi erano in Mali dal 2013 e, dopo essere state accolte come unica salvezza, sono state accusate di tutti i problemi e addirittura imputate di collusione con i jihadisti. Le motivazioni risiedono certamente nella disinformazione e nell’illusione che la Russia negli anni ha portato nella regione, ma anche nell’atteggiamento paternalista che la Francia adotta da sempre nei rapporti postcoloniali. Inizialmente fu il governo locale a rivolgersi a Parigi per contrastare i ribelli Tuareg e i gruppi armati legati ad al-Qaeda che, dopo aver conquistato le regioni del nord, stavano marciando sulla capitale Bamako. Si sono susseguite numerose operazioni, tra cui alcune con il supporto di altre nazioni e delle Nazioni Unite, come l’operazione MINUSMA. Nonostante la presenza massiccia di truppe, le potenze europee e internazionali hanno avuto scarso successo in Mali e, in generale, nell’intera regione del Sahel, non riuscendo a placare insicurezza e terrorismo. Gli scarsi risultati si sono tradotti sul piano sociale in un aumento progressivo del malcontento popolare e della sfiducia nella presenza europea.

Il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu ha dichiarato che la Francia rispetterà “le regole e la sovranità di questo Paese. Se il governo del Burkina Faso non vuole avere truppe francesi sul proprio territorio e rescinde l’accordo che ne ha autorizzato la presenza, è ovvio che le truppe saranno ritirate in conformità con il programma approvato dal presidente del Burkina Faso”, confermando quanto detto precedentemente da un portavoce del ministro degli Esteri.

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Fonti consultate per il presente articolo:

“Le Maire’s presidential ambitions rankle Macron as succession battle heats up”, 2023, Politico

https://www.politico.eu/article/bruno-le-maire-france-president-emmanuel-macron-elysee-palace/

“Il ministro della Difesa francese conferma […]”, 2023, agenzia nova

https://www.agenzianova.com/news/il-ministro-della-difesa-francese-conferma-ritireremo-le-truppe-dal-burkina-faso-entro-un-mese/

“Il disastro lasciato dai mercenari della Wagner in centrafrica”, 2021, internazionale

https://www.internazionale.it/reportage/neil-munshi/2021/10/28/centrafrica-mercenari-wagner

“Parigi deve ritirare i soldati”, 2023, internazionale

https://www.internazionale.it/magazine/2023/01/26/parigi-deve-ritirare-i-soldati

“Colpo di stato a Ouagadougou”, 2022, internazionale

https://www.internazionale.it/magazine/2022/01/27/colpo-di-stato-a-ouagadougou

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