I tunnel di Hamas e la strategia israeliana

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  Redazione
  19 November 2023
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A cura del Dott. Pierpaolo Piras, studioso di Geopolitica e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Per Israele, la demolizione dei tunnel, l’infrastruttura difensiva e logistica di Hamas, è più importante che eliminarne i suoi leader. Attualmente non esiste da parte di Israele alcuna pianificazione per l’effettuazione di un assalto di terra nella Striscia di Gaza.

Tel Aviv deve bilanciare l’obiettivo dichiarato di eliminare le capacità militari sotterranee di Hamas con la necessità di proteggere le sue truppe in un ambiente altamente instabile e ostile: quanto meno deve farlo riducendo al minimo i danni sia alla popolazione innocente di Gaza che ai cittadini israeliani e ad altri che sono detenuti illegalmente in ostaggio.

Per tali ragioni, l’assalto via terra da parte di Israele sarà sicuramente un’operazione lenta e difficile.A favorire Israele giocano la schiacciante dimensione e capacità operativa del suo esercito.

Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, l'esercito israeliano ha bombardato pesantemente Gaza per tre settimane prima di inviare forze di terra. Oggi gli attacchi aerei israeliani continuano a indebolire le capacità e le infrastrutture di Hamas. Israele dispone di carri armati, di un’aeronautica e dei sistemi d’arma più avanzati al mondo, oltre al sostegno logistico e tecnologico degli Stati Uniti.

Finora i terroristi di Hamas sono riusciti a ridurre questa netta asimmetria vigente sul campo di battaglia riuscendo a nascondersi tra la popolazione civile e all’interno della sua rete disseminata di tunnel sotterranei.

Ipotesi di tattica

Affinché Israele mantenga il suo vantaggio strategico, dovrà evitare il più possibile i combattimenti sotterranei.

Sebbene l’attenzione si sia spostata sull’invasione terrestre di Gaza da parte di Israele, l’eliminazione della rete di tunnel di Hamas è attualmente un compito riservato maggiormente all’aeronautica israeliana che delle sue truppe di terra.

I compiti di quest’ultime dovrebbero essere quello di consolidare i risultati della vasta e mirata campagna aerea eseguita con le bombe di precisione, per verificare che le strutture sotterranee sono state effettivamente eliminate e infine distruggere quelle rimanenti. Non è secondo il fine di raccogliere informazioni utili e la soppressione di tutti i leader di Hamas sopravvissuti agli attacchi aerei. Se dovessimo tenere conto delle analoghe esperienze nella storia militare, la strada per raggiungere questi obiettivi sarà purtroppo lunga e cruenta.

La distruzione delle risorse militari di alto valore di Hamas, nascoste sotto la superficie potrebbero causare più vittime tra i civili innocenti che rimangono nella zona degli scontri a fuoco.

I metodi di evacuazione

Gli ordini di evacuazione dell’abitato hanno lo scopo di ridurre al minimo le vittime civili; lo stesso vale per i volantini e i messaggi di testo calati con precisione nel tessuto urbano. Va da sé Il tentativo di mitigare le vittime civili rallenta anche il ritmo delle operazioni belliche.

I comandanti militari e i loro consulenti legali dovranno effettuare valutazioni complesse, richieste anche dal diritto internazionale e di guerra, per determinare se il danno collaterale atteso alla vita e alle infrastrutture civili sarebbe eccessivo rispetto al vantaggio militare concreto e diretto atteso dalle operazioni belliche. Ma alla fine, la dura realtà di questa guerra combinata sia a livello urbano che sotterraneo significa che numerosi civili verranno feriti, come è avvenuto in tanti conflitti nel mondo.

Di certo si sa che non esistono soluzioni magiche per superare le tali difficoltà operative, piuttosto singolari, inerenti a questo terreno di battaglia, per quanto tragico e spietato possa sembrare. Le azioni di Israele porranno inevitabilmente un grande rischio alle sue forze, ai palestinesi innocenti di Gaza e agli ostaggi. Nonostante la difficoltà di gestire questi rischi, la distruzione della rete di tunnel e strutture sotterranee di Hamas deve rimanere una priorità assoluta per l'esercito israeliano mentre questa operazione evolve.

I leader e i combattenti possono essere sostituiti, ma alla fine Hamas avrà serie difficoltà a riprendersi e riorganizzarsi essendo esposti e incapaci di nascondersi. Non in ultimo subiranno le reazioni poco favorevoli per tutte le problematiche che hanno creato agli altri stati arabi sotto il profilo delle relazioni ed affari internazionali.

Andare sottoterra ?

Distribuite in questa giungla urbana e sotterranea si trovano le oltre 200 persone che Hamas detiene in ostaggio a Gaza. La loro presenza limita maggiormente le opzioni di Israele. L’ opinione pubblica di Israele percepisce il rapimento di un qualsiasi numero di propri soldati e civili come un evento ineludibile di valenza strategica.

Hamas ha preso in ostaggio bambini, neonati, donne e anziani, oltre a un numero imprecisato di soldati.

Fino al rilascio di tutti gli ostaggi, le operazioni anti-tunnel a Gaza – attraverso attacchi aerei a penetrazione profonda o incursioni di terra – mettono a rischio la loro vita e aggiungono un ulteriore livello di complessità all’efficacia dell’operazione militare israeliana.

In questo contesto, i tradizionali dilemmi associati alla guerra urbana vengono amplificati in modo esponenziale.

Hamas ha intenzionalmente collocato il suo intero apparato militare all’interno e al di sotto delle infrastrutture civili, dalle linee di rifornimento e vie di trasporto nei tunnel che attraversano le città di Gaza ai centri sotterranei di comando e controllo, depositi di munizioni, alloggi, lanciarazzi e persino ospedali militari.

Le principali basi militari di Hamas sono situate sotto gli ospedali e le scuole di Gaza, in particolare l'ospedale Al Shifa nel cuore della città di Gaza, e sotto molte strutture gestite dalle Nazioni Unite.

Utilizzando civili, ospedali e scuole per proteggersi dagli attacchi, Hamas ha certamente commesso crimini di guerra; ma ha anche reso molto più difficile tecnicamente per Israele ottenere sostanziali vantaggi militari.

La percezione di Israele su come affrontare questa minaccia è cambiata radicalmente nel corso degli anni. Israele dava per scontato che gli scavi di Hamas si sarebbero fermati dopo il ritiro degli israeliani da Gaza, avvenuto nel 2005.

Questa ipotesi si è rivelata tragicamente ottimistica : approfittando di tale tregua, Hamas ha solo aumentato la sua dipendenza dai tunnel negli ultimi due decenni.

Quando Hamas rapì il soldato israeliano, Gilad Shalit, nel 2006 attraverso uno dei suoi tunnel tra Gaza e l’Egitto, Israele attribuì l’accaduto ad un’impropria preparazione militare piuttosto che ad una valutazione errata della minaccia posta dai tunnel.

Israele vedeva i tunnel semplicemente come un altro metodo utilizzato dai terroristi per lanciare attacchi, non come la minaccia strategica che stavano rapidamente diventando.

Questa percezione è cambiata con la guerra di Gaza del 2014, nota anche come “Operazione Protective Edge”, in cui Israele ha lanciato una campagna aerea seguita da un’operazione di terra di due settimane all’interno di Gaza.

Una volta dentro Gaza, l'esercito israeliano è rimasto sorpreso dalla portata delle operazioni sotterranee di Hamas e si è concentrato sulla distruzione dei tunnel transfrontalieri appena terminati.

Ora, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, durante il quale il gruppo ha ucciso più di 1.400 persone di Israele, è diventato chiaro che il degrado delle capacità di Hamas richiede la distruzione dell’intera rete sotterranea, o, più realisticamente, di una parte significativa ed essenziale di essa.

I tunnel sotterranei neutralizzano le capacità militari di Israele.

La sfida per l'esercito israeliano sarà quella di fare questo evitando di combattere all'interno del labirinto di tunnel non mappati, bui e claustrofobici di Hamas. Su questo terreno Hamas ha il sopravvento: ha perfezionato l'arte di manovrare, comunicare e sopravvivere sotto la superficie.

I tunnel sotterranei neutralizzano le capacità militari di Israele e servono da grande equalizzatore tra le due parti: il campo di battaglia divenuto tridimensionale diventa un ambiente nel quale qualsiasi esercito sofisticato farebbe fatica a prevalere.

L’esempio da imitare !?

A prima vista, si tratta di un conflitto completamente asimmetrico tra uno Stato e un gruppo terroristico, ma la guerra sotterranea riduce questo squilibrio, rendendo la guerra sotterranea un esempio più che attraente per i gruppi terroristici di tutto il mondo.

Con la proliferazione sul campo di battaglia di capacità di sorveglianza avanzate, intelligence dei segnali e veicoli senza pilota, la clandestinità è diventata sempre più attraente per gruppi come al Qaeda, ISIS e Hamas.

Anche gli eserciti più sofisticati trovano i tunnel a dir poco inquietanti.

La presenza di gallerie sotterranee suscita profonde paure dell’ignoto e condiziona tutti gli aspetti di un’operazione militare, dalla capacità di proteggere il territorio alla raccolta di informazioni e alle eventuali operazioni di salvataggio.

Il combattimento nei tunnel nega – e per alcuni aspetti contraddice - la dottrina militare di base degli eserciti moderni, che hanno investito quasi tutto nella tecnologia per sconfiggere nemici meno sofisticati e per competere ad armi pari nella guerra informatica peer-to-peer.

Il danno inflitto alle forze statunitensi durante la battaglia di Iwo Jima alla fine della seconda guerra mondiale serve a ricordare quanto possa essere mortale la guerra sotterranea messa in atto dai giapponesi.

Quei tunnel, a differenza di quelli di Gaza, si trovavano in un terreno montuoso, all’interno di intere montagne e lontano dalla popolazione civile.

Quando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu annunciò la distruzione di 32 tunnel, di cui 14 transfrontalieri, nel 2014, più altre 62 miglia di tunnel nel 2021, era chiaro che solo una piccola parte dell'immensa rete sotterranea di Hamas era stata colpita.

Questa è stata una battuta d’arresto che Hamas è poi riuscita a superare.

IL PROBLEMA NASCOSTO

La distruzione delle infrastrutture sotterranee di Hamas a Gaza deve rimanere un obiettivo centrale per l'esercito israeliano, indipendentemente dai costi e dalle difficoltà operative.

Sarà importante per Israele eliminare, anziché neutralizzare, i tunnel di Hamas.

La neutralizzazione, mediante un getto di cemento nei tunnel o la spessa sigillatura delle loro aperture – qualche altro suggerisce di renderli perennemente inospitali e inabitabili - non può eliminare in modo permanente la minaccia alla sicurezza.

È dispendioso in termini di tempo ma non impossibile perforare il cemento. Solo un crollo dei muri e dei tetti delle strutture sotterranee, degraderà sufficientemente le capacità di Hamas a lungo termine.

I bulldozer possono essere utilizzati per esporre i tunnel durante un'operazione di terra. Droni, robot o cani possono aiutare a liberare i tunnel. Potrebbe essere necessario entrare nei tunnel per salvare gli ostaggi, come misura di ultima istanza.

Ma un'operazione di terra difficilmente porterà alla distruzione dell'intero apparato militare clandestino di Hamas.

Alcuni esperti militari suggeriscono che questo lavoro deve essere svolto principalmente dall'aria, utilizzando armi termobariche, bombe “bunker buster” e munizioni a guida di precisione, oppure dalla superficie utilizzando un'emulsione liquida (una combinazione di due liquidi innocui che si trasformano in un potente esplosivo se miscelati ) e altri e innovativi strumenti sviluppati dall'esercito israeliano.

Questo è il modo con il quale la maggior parte degli stati ha eliminato le minacce sotterranee in passato, e questo è ciò che dovrebbe fare anche Israele.

È probabile che emergeranno informazioni importanti quando le forze israeliane scopriranno come i tunnel vengono utilizzati da Hamas. Emergeranno dettagli su come i tunnel transfrontalieri tra Gaza e l’Egitto siano stati costruiti e così abbiano contribuito a proteggere e armare Hamas, e se i tunnel tra Gaza e Israele siano stati utilizzati il ​​7 ottobre scorso.

Hamas potrebbe utilizzare ulteriori gallerie terra-mare per infiltrarsi nel territorio israeliano. Forse la cosa più scoraggiante è che la minaccia dei tunnel transfrontalieri di Hezbollah potrebbe diventare ancora una volta rilevante nel caso di un’escalation anche al confine settentrionale.

Israele ha scoperto sei di questi tunnel durante l’operazione Northern Shield nel 2018. Altri tunnel transfrontalieri di Hezbollah, già operativi o che possano esserlo a breve, potrebbero essere utilizzati contro Israele per invadere, rapire e lanciare attacchi a sorpresa in un confronto allargato.

Distruggere la rete di tunnel di Hamas è oggi l'aspetto più difficile della missione militare israeliana, ma è anche tra i più importanti e d’importanza strategica.

È importante almeno quanto l'eliminazione della catena di comando di Hamas. La distruzione dei tunnel lascerà Hamas con un’infrastruttura compromessa e un arsenale impoverito, risorse più difficili da sostituire rispetto ai combattenti.

È fondamentale che Israele non lo perda di vista mentre i combattimenti si intensificano.

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