Il "2021 Work Programme" della Commissione Europea

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  Redazione
  24 October 2020
  4 minutes, 47 seconds

A cura di Leonardo Cherici

La Commissione Europea ha pubblicato in settimana il “2021 Work Programme, un programma di lavoro che individua le principali azioni che Bruxelles porterà avanti, o cercherà di farlo, nel 2021. Il documento è importante perché definisce una chiara strategia di azione, in un momento in cui il continente europeo è investito dalla seconda ondata di Covid-19, con lockdown parziali sparsi per tutto il territorio. Ciò diventa ancora più rilevante se pensiamo al contesto geopolitico in cui ci troviamo. Da una parte abbiamo gli Stati Uniti, profondamente lacerati dagli ultimi avvenimenti e dalla campagna elettorale. Dall’altra è presente una Cina molto attiva in politica estera che sfrutta il proprio peso finanziario, investendo strategicamente in tutto il mondo.

La strategia della Commissione Europea è riassumibile nella frase “Repairing the world of today by shaping the world of tomorrow”. Il primo intento, quindi, è quello di risolvere la crisi sanitaria e cercare di farlo nel modo più unitario possibile. Bruxelles rivendica la capacità di agire velocemente e secondo il principio di solidarietà. Numerosi strumenti sono stati introdotti dall’inizio della crisi, soprattutto economici, ma adesso è ora di pensare al futuro. L’azione che la Commissione vuole portare avanti si concentra su sei principali ambiti che vale la pena analizzare brevemente:

  • Green Deal: l’ambiente è sempre stato uno dei temi portanti della Commissione von der Leyen. Una delle azioni principali proposte riguarda la famosa carbon tax, chiamata nel documento carbon border adjustment mechanism. L’idea è quella di responsabilizzare i produttori stranieri e gli importatori europei sulla riduzione delle emissioni, assicurando un level playing field alle imprese comunitarie. Questo potrebbe causare non pochi problemi geopolitici con i nostri vicini, ma anche con i nostri storici alleati americani. Il tema del level playing field è anche uno dei contrasti fra Bruxelles e Londra che più volte ha bloccato i negoziati sulla Brexit;
  • Digitale: il digitale è un altro ambito nel quale la Commissione Europea vuole ampliare la propria azione. Fra Stati Uniti e Cina è in corso una sfida sullo sviluppo tecnologico, in particolare sui semiconduttori. In questo, l’Unione Europea è un po’ carente e manca di quei giganti high-tech che caratterizzano gli USA e alcuni Paesi asiatici. Nel documento si legge che la prima azione da intraprendere è quella di un Data Act, ovvero una legislazione che assicuri un maggior controllo e un miglior utilizzo sui dati, sia dei cittadini sia delle imprese. La questione può sembrare irrilevante se pensiamo alle informazioni che ciascuno di noi cede sui social-network, ma le cose cambiano se si parla di business o di intelligence. In questi campi, c’è ancora molto da fare. Un ulteriore aspetto su cui la Commissione Europea vuole lavorare è un accordo internazionale su un sistema di tassazione equo per i giganti tech. In caso di fallimento, si procederebbe con una web tax a livello europeo che nel documento viene rinominata digital levy;
  • Sociale: uno degli aspetti più interessanti è sicuramente lo European Child Guarantee: un fondo per ridurre la disuguaglianza economica e di opportunità per i bambini che nascono in condizione di povertà. Numerosi studi hanno sottolineato come negli ultimi anni l’eredità sia un fattore sempre più centrale nella possibilità di accesso all’educazione e ai servizi sanitari;
  • Politica estera: centrale, in questo ambito, è la pandemia. Bruxelles vorrebbe essere leader a livello globale nel garantire l’accesso sicuro ad un vaccino contro il Covid-19. È sicuramente un obiettivo importante che aumenterebbe il peso europeo nell’arena internazionale. Accanto a questo, la Commissione desidera rilanciare il multilateralismo, prevedendo una riforma del funzionamento del WHO e del WTO. Infine, l’aspetto più rilevante dal punto di vista geopolitico è l’Artico. La recente situazione climatica richiede un cambio di politiche nei confronti di questa regione. Ciò che emerge dal documento è comunque sempre la solita concezione di Europa come “potenza civile”. Si parla poco di integrazione militare o di politica di difesa comune. Questo potrebbe essere penalizzante nel contesto futuro con una Turchia molto attiva in politica estera e le tensioni in Nord Africa;
  • Valori europei: anche sulla promozione e sulla difesa dello stile di vita europeo troviamo alcuni spunti interessanti. Il primo è sicuramente la creazione di un’agenzia per la ricerca e lo sviluppo in campo biomedico. La pandemia ha reso evidente la necessità di un maggiore controllo sulle produzioni strategiche e l’agenzia dovrebbe garantire l’accesso costante a medicine di alta qualità. Un altro punto degno di nota è la lotta all’antisemitismo. La Commissione vuole presentare un piano di supporto ai governi nazionali per contenere un fenomeno che trova sempre più spazio, soprattutto sui social network;
  • Rafforzamento della democrazia: il deficit democratico è un problema da più di qualche anno e ha sicuramente contribuito all’allontanamento dei cittadini dalle istituzioni. Per mitigare questo problema la Commissione prevede una strategia di lungo periodo sulle zone rurali dell’Unione Europea per cercare di garantire standard di vita minimi e per rilanciare economicamente queste aree. Uno degli aspetti più interessanti è sicuramente l’analisi dell’impatto dei provvedimenti europei sulle regioni. Una vera e propria valutazione delle politiche pubbliche che permetterà ad ogni territorio di sentirsi più rappresentato.

I punti su cui lavorare sono molti e ciascuno presenta delle difficoltà. È un bene che la Commissione presenti una strategia di lungo periodo, dimostrando di avere un’idea chiara di Unione Europea e del suo ruolo nel mondo. La ripresa della pandemia potrebbe rallentare oppure rilanciare quest’azione. La politica europea è un complicato gioco di equilibri fra Istituzioni, governi nazionali e gruppi di interesse e più volte è capitato che la Commissione indicasse una strategia non supportata dal Consiglio Europeo. Sarà così anche questa volta?

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