Rapporti UE-UK e il Windsor Framework

Lo Stormont Brake porterà ad una nuova distensione?

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  Sofia Ena
  26 April 2023
  6 minutes, 47 seconds

Dopo anni di negoziati e tensioni, l'Unione Europea e il Regno Unito hanno annunciato una proposta per risolvere il problema delle barriere commerciali tra Irlanda del Nord, Gran Bretagna e UE. L'accordo, sottoscritto durante un incontro tra la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen e il primo ministro britannico Rishi Sunak, ha l'obiettivo di modificare il protocollo riguardante l'Irlanda del Nord siglato nel 2020.  

Le origini

A causa della Brexit, il rischio di creare una barriera commerciale tra l'Irlanda del Nord e la Repubblica d'Irlanda, ancora parte dell'UE, avrebbe potuto causare una grave falla del sistema di protezione comunitario e la nascita di nuove tensioni politiche e religiose tra cattolici indipendentisti e protestanti unionisti. Per evitare tale scenario è stato stabilito il Protocollo sull’Irlanda del Nord (2020), il quale sottopone la regione alle leggi comunitarie UE riguardanti dogane, imposta sul valore aggiunto, accise, sovvenzioni e commercio marittimo.

Tuttavia, benché si sia evitata una rigida frontiera tra i due territori irlandesi, il protocollo ha creato una barriera doganale lungo il Mare d’Irlanda, la quale ha provocato un periodo di difficoltà di approvvigionamento e rigorosi controlli sulle merci in entrata.

Il protocollo è stato quindi motivo di caos politico in Irlanda del Nord, ottenendo pesanti critiche da parte del Partito nord-irlandese DUP, il quale ha espresso preoccupazione per le leggi doganali e gli accordi post-Brexit. La conseguente dimissione, nel febbraio 2022, del primo ministro Paul Givan (DUP), ha causato l’impossibilità di formare un nuovo esecutivo - previsto bicefalo dal Good Friday Agreement del 1998 - rendendo necessarie nuove elezioni che si terranno nella prima metà del 2023, dopo più di 589 giorni senza governo.

Diventato uno dei punti più spinosi del post-Brexit, il governo Sunak ha dovuto dunque trattare con l’UE sul funzionamento del Protocollo, cercando una soluzione vantaggiosa per entrambe le parti.

Il Nuovo Accordo

Il Windsor Framework Agreement è stato stipulato il 27 febbraio 2023 tra l'UE e il Regno Unito al fine di garantire il rispetto dell'integrità del paese e del mercato unico dell'UE. L'accordo, definito da Sunak come il “World’s most exciting economic zone”, mira a modificare il vecchio Protocollo dell'Irlanda del Nord e comprende aspetti come dogane, IVA, accise, il settore agroalimentare, medicinali, aiuti di Stato e trasporto di animali da compagnia.

In linea generale, l'obiettivo è quello di ridurre l'onere e l'invasività dei controlli sui beni che attraversano il confine tra Gran Bretagna e Irlanda, prevedendo l'Irlanda del Nord come parte di entrambi i mercati, ovvero il Mercato Unico dell'Unione Europea e l'Internal Market britannico. Tale scelta è stata effettuata appositamente per evitare di riaprire vecchie ferite, garantendo stabilità economica e politica alla regione.

Attraverso le nuove norme, le merci in arrivo nel territorio irlandese viaggeranno su due corsie diverse: una verde e una rossa. La corsia verde sarà adoperata per il trasporto di merci destinate esclusivamente all’Ulster, su cui si applicheranno gli standard e le regole UK con controlli e burocrazia ridotti. Sulla corsia rossa, invece, passeranno le merci dirette alla Repubblica Irlandese. Anch’esse approderanno nei porti nord-irlandesi ma saranno soggette alle consuete norme e controlli sanitari comunitari. 

Il Quadro di Windsor eviterebbe, quindi, una possibile disputa commerciale, semplificando la spedizione di merci e beni di prima necessità e consacrando un passo importante verso una maggiore cooperazione economica con l’UE, la quale copre ancora circa il 50% delle importazioni ed esportazioni del Regno Unito. Nonostante ciò, una delle clausole citate all’interno dell'accordo potrebbe causare future difficoltà politiche ed economiche.

Lo Stormont Brake: il freno all’UE

Il meccanismo dello “Stormont Brake” è un freno di emergenza che permetterà al governo del Regno Unito di ostacolare l’applicazione di nuove norme UE in Irlanda del Nord. Volto a limitare gli effetti dannosi delle leggi UE sul territorio, dovrebbe inoltre placare i timori della DUP e garantire una distensione del clima politico.

La richiesta di attivazione dovrà scaturire dalla firma di almeno 30 membri dell'Assemblea legislativa dell'Irlanda del Nord e deve contenere argomentazioni solide che dimostrino l'impatto dannoso "destinato a persistere" delle leggi UE sulla comunità. Non sarà richiesta la maggioranza dell'Assemblea di Belfast per attivare il meccanismo, consentendo sia agli unionisti del DUP che agli indipendentisti pro-Irlanda dello Sinn Féin di utilizzarlo senza bisogno di un accordo reciproco.

Nel tentativo di risolvere la controversia legale, funzionari europei e britannici dovranno riunirsi per discutere una soluzione comune. Tuttavia, nel caso in cui non venga trovata, la disputa sarà sottoposta ad un arbitrato indipendente che valuterà se l'attivazione dello "Stormont Brake" sia giustificata o meno. In caso di disattivazione del meccanismo, la legge europea modificata si applicherà all'Irlanda del Nord mentre, se l'attivazione sarà confermata, la nuova norma dell'UE verrà sospesa nel territorio.

Verso una nuova distensione?

Il meccanismo dello Stormont Brake ha immediatamente evidenziato le divergenti interpretazioni tra Londra e Bruxelles sul suo funzionamento e utilizzo legittimo.

Durante una conferenza stampa e su Twitter, il primo ministro Sunak lo ha definito come un "veto", il che consentirebbe al Regno Unito di rifiutare definitivamente l'applicazione di alcune future leggi europee. Tuttavia, la parola "veto" non è stata utilizzata in nessun documento ufficiale in materia, né dai funzionari UE. Si è invece fatto riferimento ad uno strumento di ultima istanza da utilizzare solo in circostanze eccezionali e giustificate, come previste dall’accordo.

La rappresentazione del meccanismo come veto potrebbe essere pertanto interpretata come una perdita di controllo dell'UE e causare preoccupazione per la possibilità che il Regno Unito tenti di evadere le regole comunitarie, utilizzando il freno come soluzione. La Gran Bretagna, infatti, ha fatto spesso uso del veto per bloccare importanti riforme comunitarie o per ridurne l'efficacia (dalla PAC alla tassazione armonizzata). Inoltre, ci sono dubbi sul modo in cui lo strumento verrà applicato a misure complesse dell'UE, come il meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio, sul concetto stesso di “impatto significativo” - unico limite all’utilizzo dello Stormont Brake - e sulle conseguenti divergenze normative tra Irlanda del Nord e la vicina Repubblica Irlandese.

L'entrata in vigore della clausola di emergenza rappresenta senz'altro una svolta significativa nelle relazioni tra Regno Unito e UE ma ha comunque suscitato preoccupazione e dibattito, specialmente riguardo una possibile pressione politica da parte del Regno Unito sulle decisioni dell'Unione Europea e una divisione tra l’Ulster e il resto del territorio britannico. Secondo alcuni esperti, l'impiego di una misura estrema come il "veto" potrebbe ulteriormente minare la fiducia reciproca tra l'Unione Europea e il Regno Unito, già fortemente compromessa dalle difficili trattative riguardanti l'accordo post-Brexit. Dall’altra parte, c'è chi interpreta la clausola come uno strumento che consente al Regno Unito di “proteggere la propria sovranità nazionale e di salvaguardare i propri interessi”.

Le conseguenze effettive della clausola sulle relazioni UE-Regno Unito rimangono ancora da vedere e solo il tempo potrà dimostrare quale sarà il suo vero impatto anche nelle relazioni con L’Irlanda del Nord. La diplomazia di Bruxelles si prepara, comunque, ad affrontare un periodo molto intenso.

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L'Autore

Sofia Ena

Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche all'università di Bologna.

Autore Framing The World


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Europe

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