Il Granchio Blu nel Mediterraneo: un'invasione che minaccia ecosistema ed economia.

  Articoli (Articles)
  Marco Del Pioluogo
  25 August 2023
  5 minutes, 22 seconds

Identikit

Il granchio blu o Callinectes sapidus usando la sua denominazione tecnica, è un crostaceo decapode originario delle coste atlantiche di tutto il continente americano: dalla Nuova Scozia in Canada fino all’Argentina a sud. È estremamente resiliente e ciò gli permette di vivere tranquillamente in acque con temperature che oscillano tra i 3 e 35 gradi, di adattarsi sia all’acqua dolce dei fiumi che a quella salmastra delle paludi e di mangiare qualunque cosa.

È un animale onnivoro che può vantare 15 centimetri di lunghezza per 25 di larghezza, arrivando a pesare anche 1kg. Si nutre principalmente di vongole, cozze, crostacei, uova e pesci, in particolare gli avannotti, ovvero i pesci appena nati, andando così ad intaccare la popolazione futura delle sue prede.

Le femmine del granchio blu possono deporre fino a 2 milioni di uova all’anno.

Come è arrivato nel mediterraneo?

Il primo avvistamento risale al 1947 in Grecia, nel mar Egeo. Successivamente fu avvistato a Grado in provincia di Gorizia, solo due anni più tardi.

Sasa Raicevich, esperto di risorse acquatiche marine dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ha dichiarato che è pensiero comune che i granchi blu siano arrivati in Italia attraverso le acque di sentina delle navi.

Più in particolare, questa specie di granchio sembra essere stata caricata casualmente insieme all’acqua che le navi cargo raccolgono come zavorra per stabilizzare lo scafo.

A fine viaggio queste navi scaricano le zavorre, riversando l’acqua nel mare senza prima filtrarla e di conseguenza il granchio blu diventa libero di popolare i fondali mediterranei e adriatici.

L’adattamento

Nel suo habitat originario il granchio blu rappresenta una fonte importantissima per il sostentamento dei suoi predatori, tra cui troviamo anguille, razze, squali, persici e, ovviamente, l’uomo. Le acque oceaniche pullulano di animali in grado di cibarsi di questo crostaceo.

Cambiando ecosistema e guardando ai ben più piccoli (rispetto all’oceano) mari che bagnano la nostra penisola, notiamo che questo granchio beneficia dell’assenza dei suoi naturali predatori ed è libero di riprodursi invadendo i fondali e scalando la piramide alimentare.

I meriti non sono certo tutti suoi. Secondo Alberto Luca Recchi, anni di pesca intensiva e irrazionale nelle nostre acque, il cosiddetto “over-fishing”, hanno ridotto le riserve marine al 5%, rendendo così vita facile a questa peculiare specie di crostaceo.

I danni che sta provocando

Secondo la chef Chiara Pavan, una stella Michelin al ristorante «Venissa», quella del Granchio blu era una catastrofe annunciata. Come ricorda Recchi, il granchio blu è una specie infestante da anni ma adesso che il problema da ecologico è diventato economico, tutti ne parlano. In entrambi i casi la gravità della situazione non può lasciare indifferenti.

Gli allevamenti di vongole nel delta del fiume Po sono stati irrimediabilmente colpiti: un biologo marino locale ha dichiarato alla testata giornalistica “Reuters” che i granchi hanno mangiato fino al 90% delle vongole giovani, decimandone la produzione futura.

"Il novellame è stato quasi completamente predato, sicuramente l'anno prossimo avremo una crisi molto forte e carenze sul mercato", ha dichiarato a “Reuters” Emanuele Rossetti della Cooperativa Pescatori del Polesine, parte dell'area del delta del Po.

Il danno economico pare essere enorme, basti pensare che secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, nel 2021 l’Italia era il maggior produttore di vongole in Europa e il terzo nel mondo dietro a Cina e Corea del Sud.

Coldiretti ha dichiarato che nel delta del Po l’invasione del granchio blu mina la sopravvivenza di oltre 3000 aziende a conduzione familiare.

Secondo Fedagripesca-Confcooperative, il danno economico attuale causato dal granchio blu in Italia si attesterebbe attorno ai 100 milioni di euro e questo per il solo settore delle vongole.

Secondo quanto riportato al Sole24ore da Pierluigi Piro, presidente della Cooperativa Orbetello pesca lagunare, oltre alle vongole, questi granchi mangiano anche piccole orate e cozze che sarebbero proprio gli alimenti delle orate andando a generare un cortocircuito alimentare. Nondimeno, la pesca delle anguille è diminuita del 30% perché questo crostaceo è in grado di reciderne le reti.

Cosa si sta facendo?

L’allarme è stato raccolto dal governo che ha stanziato nel Decreto Omnibus, l’ultimo prima della pausa estiva, 2,9 milioni di euro per sostenere i consorzi e le imprese di acquacoltura che provvedono alla cattura ed allo smaltimento del Callinectes sapidus. A finanziare la guerra al granchio blu sarà il ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

È stata quindi aperta una stagione straordinaria di pesca al granchio, fruttata già 326 tonnellate di raccolto solo in Veneto, secondo il Resto del Carlino.

E se il mercato italiano non è ancora pronto al granchio blu, negli Stati Uniti questo prodotto è molto commercializzato ed è ritenuto una vera e propria leccornia, caratteristiche che ne fa salire il costo fino a 30 dollari al chilo. Un’informazione che certamente non è sfuggita alla startup di rimini Mariscadoras che, nata nel 2021 con l’obiettivo di promuovere l’utilizzo alimentare e gastronomico delle specie aliene marine invasive, ha appena spedito il suo primo container di crostacei semilavorati con direzione florida.

Secondo l’esploratore e scrittore Alberto Luca Recchi però, la soluzione ideale non sarebbe quella di promuovere il consumo di questo prodotto, bensì quella di aumentare le riserve marine dal 5% attuale al 30%, anche smettendo di cibarci di super predatori come gli squali (di cui siamo i primi consumatori in Europa) e i pesci spada. Sempre secondo Recchi, la pesca invece che incentivata con sussidi nelle sue attività malate andrebbe radicalmente ripensata per garantire proteine e benessere per le generazioni future.

Conclusioni

In conclusione, l'invasione del Granchio Blu nel Mediterraneo costituisce una minaccia complessa per l'ecosistema e l'economia. Questo crostaceo alieno, proveniente dalle coste americane, ha avuto un impatto devastante sui delicati equilibri marini e sull'industria della pesca. I danni economici sono evidenti, con la produzione di vongole gravemente colpita e migliaia di aziende in crisi. Mentre si cercano soluzioni come la cattura e lo smaltimento, riflettere sulla necessità di una gestione sostenibile delle risorse marine e sull'evitare un consumo irrazionale potrebbe fornire un percorso verso un futuro più equilibrato.

Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2023

Share the post

L'Autore

Marco Del Pioluogo

Categories

Ambiente e Sviluppo

Tag

granchio blu Mediterraneo pesca Food