Il Myanmar due anni dopo il colpo di Stato

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  Melissa Cortese
  04 February 2023
  3 minutes, 41 seconds

Il primo febbraio 2021, esattamente due anni fa, l’esercito del Myanmar, chiamato Tatmadaw, ha imposto un cambio di regime nel Paese. Il colpo di Stato si è svolto tramite l’arresto dei vertici della Lega Nazionale per la Democrazia, partito il cui potere era stato riconfermato due volte da libere elezioni. Tra essi c’era anche Aung San Suu Kyi, leader simbolo della lotta ai militari democraticamente eletta, che attualmente si trova in carcere con una condanna a 33 anni di detenzione. Da quel giorno si riaprì una stagione violenta in Myanmar, che dal 2011 sembrava dirigersi verso la pace e la crescita. Il golpe è stato guidato dal generale Min Aung Hlaig, capo delle forze armate birmane autoproclamatosi primo ministro.

Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da grandi scioperi guidati e partecipati dalle generazioni più giovani, che trovano insostenibile la dittatura militare instaurata. L’esercito ha risposto con una decisa repressione, procedendo con arresti, torture e uccisioni su base del tutto arbitraria, sino ad arrivare addirittura ad attacchi aerei e terrestri sulla popolazione civile. Amnesty International ha contato circa tremila vittime in questi due anni di agitazioni, ha stimato che le persone in stato di detenzione sono tredici mila e che si possa parlare di circa un milione e mezzo di sfollati.

Gli attivisti della democrazia per il secondo anniversario del golpe hanno indetto uno sciopero silenzioso, che consiste nel restare nelle proprie abitazioni e nel rifiutare di aprire gli esercizi commerciali: infatti, circolano numerosi video delle strade delle principali città del Paese incredibilmente vuote.

I militari stanno programmando delle elezioni definite dagli attivisti, con assoluta convinzione, “truccate”. Le fonti diplomatiche hanno fatto sapere che, con tutta probabilità, le “elezioni farsa” che verranno indette saranno tacitamente approvate dai Paesi vicini – India, Cina e Thailandia – mentre la Russia ha già comunicato apertamente il suo sostegno. A fine gennaio la giunta militare ha fatto le prime mosse riguardanti le elezioni approvando una legge che ostacolerà significativamente la presentazione di nuovi o piccoli partiti alle elezioni. Sarà necessario avere almeno centomila iscritti, possedere un fondo di almeno un milione di kyat - la moneta nazionale - e non avere legami con organizzazioni considerate dal regime illegali o terroristiche. La giunta militare che governa il Paese ha recentemente comunicato un’ulteriore proroga dello stato di emergenza per altri sei mesi. La costituzione birmana prevede che alla scadenza dello stato di emergenza sia necessario indire le elezioni nei sei mesi successivi, elezioni che con questo meccanismo sono state probabilmente rimandate.

Il Consiglio di sicurezza si è limitato ad esprimere una forte preoccupazione per il perdurare dello stato di emergenza in Myanmar e il Rappresentante speciale dell’Onu Thomas Andrews ha dichiarato che la ritiene una risposta insufficiente e che la comunità internazionale sembra essersi dimenticata della crisi in corso, complici la presa di potere dei taliban in Afghanistan e la guerra in Ucraina.

Gli interventi esterni, sino ad ora, sono giunti principalmente da Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Australia e sono consistiti in sanzioni di natura economico-finanziaria dirette alle aziende più vicine all’esercito. Il problema è che tali sanzioni si sono tradotte in un ulteriore indebolimento dell’economia del Myanmar: i prezzi dei prodotti, anche di prima necessità, sono aumentati, molti lavoratori stanno perdendo la propria occupazione e il kyat è crollato, conseguentemente sono diventate più costose le importazioni, tra cui quelle di carburante, da cui sono scaturiti enormi disagi ai trasporti interni e ai servizi pubblici. La crisi è ormai non solo politica, ma anche economica, alimentare e umanitaria.

Fonti consultate per il presente articolo:

“Myanmar: dichiarazione dell'alto rappresentante a nome dell'Unione europea in occasione del secondo anniversario del golpe militare”, 2023, consilium

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/01/31/myanmar-statement-by-the-high-representative-on-behalf-of-the-european-union-on-the-2nd-anniversary-of-the-military-take-over/

“La giunta militare del Myanmar ha approvato una nuova legge […]”, 2023, il post

https://www.ilpost.it/2023/01/27/giunta-myanmar-legge-elezioni-partiti/

“Myanmar coup anniversary: 'Silent strike' marks two years of military rule”, 2023, BBC

https://www.bbc.com/news/world-asia-64481138

“Myanmar junta prepares for poll, raising fears of more bloodshed”, 2023, channelnewasia

https://www.channelnewsasia.com/asia/myanmar-junta-prepares-poll-raising-fears-more-bloodshed-3243261

“Revealed: how world’s biggest fossil fuel firms ‘profited in Myanmar after coup’”, 2023. The Guardian

https://www.theguardian.com/world/2023/feb/01/myanmar-oil-gas-companies-profits-regime-coup

“Myanmar, a due anni dal golpe”, 2023, ISPI

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/myanmar-due-anni-dal-golpe-37386

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https://unsplash.com/it/foto/wsmCCh1F1uM

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Melissa Cortese

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