Il treno dei desideri sostenibili non ferma negli Stati Uniti

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  Marco Del Pioluogo
  16 April 2023
  6 minutes, 3 seconds

Sostenibilità del trasporto su rotaia

Il treno è il mezzo di trasporto più sostenibile. È stato calcolato che le emissioni di CO2 per Km percorso di un treno si attestano intorno agli 0,044 kg, un numero di gran lunga inferiore alla quantità emessa dalle auto, con una media di 0,118 kg/km, e dagli aerei (0,140 kg/km).

Il trasporto su rotaia si dimostra sicuramente una delle modalità più efficienti dal punto di vista energetico e questo vale sia per merci che per passeggeri. Il settore ferroviario, infatti, rappresenta solo il 2% della domanda totale di energia per i trasporti, pur muovendo l’8% dei passeggeri del mondo e il 7% del trasporto merci globale.

In Europa, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha dimostrato attraverso due studi come il treno risulti essere la soluzione più ecologica di trasporto motorizzato di passeggeri.

Per esempio, nel 2018 i trasporti hanno rappresentato il 25% delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE. Ma le emissioni di questo settore provengono principalmente dal trasporto su strada (72%), mentre la ferrovia occupa una quota infima che si attesta allo 0,4% del totale, senza contare che queste emissioni fanno riferimento soltanto ai treni diesel circolanti, i quali sono “in via di estinzione”.

Trasporto ferroviario nel mondo

Al giorno d’oggi, ben tre quarti dell'attività di trasporto ferroviario passeggeri si svolge su treni elettrici, un visibile aumento rispetto al 60% del 2000.

l settore ferroviario è l'unica modalità di trasporto oggi ampiamente elettrificata e questa dipendenza dall'elettricità fa sì che il settore ferroviario sia la modalità di trasporto più diversificata dal punto di vista energetico potendo contare su un’ampia gamma di energie rinnovabili, che per esempio in Italia valgono il 30% del totale.

La maggior parte delle reti ferroviarie convenzionali si trova oggi in Nord America, Europa, Cina, Russia, India e Giappone. Queste regioni rappresentano circa il 90% dei movimenti globali di passeggeri su rotaia convenzionale, con l'India in testa al 39%, seguita dalla Cina al 27%, dal Giappone all'11% e dall'Unione Europea al 9%. La Cina è il paese che ha visto la crescita maggiore in termini di lunghezza delle reti ferroviarie nell’ultimo decennio.

Per quanto concerne lo spostamento delle merci su rotaia invece, questo è concentrato prevalentemente in Cina e Stati Uniti, che rappresentano ciascuno circa un quarto dell'attività di trasporto ferroviario globale, e in Russia, che ne rappresenta un quinto.

Problema negli Stati Uniti

Nonostante il treno sia un’invenzione europea e le ferrovie si siano inizialmente diramate in modo capillare in Inghilterra grazie alla rivoluzione industriale, già da metà Ottocento lo sviluppo ferroviario degli Stati Uniti superava di gran lunga quello europeo, disponendo di ben 14.000 km di linee.

Oggigiorno però sono pochi gli americani che scelgono il treno per i loro spostamenti e gli Stati Uniti, tra i paesi sviluppati, sono quelli messi peggio per quanto riguarda l’alta velocità.

Eppure, le ferrovie arrivano un po’ ovunque e sono utilizzate principalmente per il trasporto merci, il quale risulta non solo essere molto efficiente ma, secondo quanto scrisse qualche anno fa’ l’Economist “universalmente riconosciuto come il migliore al mondo”.

E i treni passeggeri?

Un dato interessante è quello che mette in relazione passeggeri e chilometri. Per esempio, nel caso di un treno con mille passeggeri che viaggia per mille chilometri, il dato che vogliamo osservare è quello che si ottiene moltiplicando i passeggeri per i chilometri: mille x mille = un milione.

Nel 2010 l’Unione Europea raggiunse i 400 milioni di passeggeri-kilometri contro i solo 17,2 milioni degli Stati Uniti nello stesso anno.

I motivi

Uno dei principali problemi che ostacolano lo sviluppo dell’alta velocità e quindi di un adeguato servizio che migliori il trasporto passeggeri negli Stati Uniti è la conformazione del territorio. I treni ad alta velocità si sono dimostrati efficaci nelle zone del pianeta altamente popolate come l’Europa continentale, il Giappone e la Cina orientale. Ma negli Stati Uniti sono poche le aree con un’alta densità di popolazione e il resto sono aree scarsamente abitate. Ciò comporta un disincentivo iniziale nell’investire in questa tecnologia perché significherebbe doversi sobbarcare costi per migliaia di chilometri senza rilevanti centri abitati tra un punto e l’altro.

Inoltre, la presenza di vaste periferie nello spettro urbano statunitense comporta una difficoltà di accesso alla stazione per gran parte degli abitanti di una città. Se un individuo deve fare molta strada in macchina per prendere un treno è probabile che prenda in considerazione l’idea di effettuare tutto il tragitto in auto.

Un altro problema è quello dell’esproprio delle terre per la costruzione delle ferrovie. I treni ad alta velocità hanno bisogno di terreni specifici, privi di grandi curve e scollinamenti. Essendo la proprietà privata considerata sacra negli Stati Uniti, effettuare un esproprio per la costruzione della linea ferroviaria comporta l’affronto di una complessa burocrazia e di una spesa onerosa.

La maggior parte del trasporto ferroviario passeggeri del paese è gestita da Amtrak, una società controllata dal governo federale. Ma le linee ferroviarie su cui Amtrak passa sono gestite da altre società che fanno i loro principali guadagni grazie al trasporto merci e non hanno alcun interesse ad incentivare il trasporto passeggeri. Per questo motivo l’offerta di treni passeggeri risulta scarsa e non competitiva.

Tra l’inizio e la metà del XX secolo, le compagnie ferroviarie statunitensi scelsero di passare dalle locomotive a vapore a quelle diesel. Non optarono per le locomotive elettriche per via dei costi iniziali molto più bassi del diesel, anche se i sistemi elettrici costavano e costano tutt’oggi molto meno in termini di funzionamento e manutenzione.

Il risultato è che meno dell’1% delle ferrovie statunitensi sono elettrificate mentre nel mondo l’elettricità muove un terzo del trasporto su rotaia.

I treni a idrogeno

I treni a idrogeno potrebbero essere la soluzione per evitare la massiccia elettrificazione delle linee ferroviarie degli Stati Uniti. Rispetto ai treni diesel la tecnologia a idrogeno permetterebbe di abbattere i gas serra del 40%. Essi possono correre fino a 18 ore continuative e richiedono una sosta di soli 20 minuti per il rifornimento. Dal lato economico, inoltre, l’idrogeno risulta essere estremamente più competitivo del gasolio.

Si stima che nel 2030 in Europa un treno su cinque sarà equipaggiato con tecnologia a idrogeno.

Per concludere

Aumentando la percentuale degli spostamenti ad alte performance ambientali come il trasporto su rotaia, il trasporto collettivo su gomma, i sistemi condivisi, è possibile contribuire significativamente alla riduzione delle emissioni in favore di una cultura dei trasporti più sostenibile.

Il settore dei trasporti va’ riequilibrato per non impattare in maniera negativa sull’ambiente e ciò è possibile incrementando l’efficienza energetica, ridisegnando i cicli produttivi in maniera sostenibile, sfruttando le energie rinnovabili e incentivando l’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale.

Sotto il profilo energetico e delle emissioni il trasporto ferroviario è senza dubbio tra i più efficienti, non soltanto per le emissioni ridotte a differenza dei suoi competitor ma anche perché può beneficiare di un mix elettrico nazionale che impiega sempre più fonti rinnovabili.

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L'Autore

Marco Del Pioluogo

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Ambiente e Sviluppo

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