La fine dell'Affirmative Action

La storia e l'abolizione della diversità etnica nelle università statunitensi

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  Gaia De Salvo
  06 July 2023
  5 minutes

La settimana scorsa, la Corte Suprema ha dichiarato illegale l’inclusione dell’etnia come criterio di selezione per l’ammissione alle università del paese: la cosiddetta affirmative action, policy di discriminazione positiva per minoranze iniziata negli anni ‘60, ha trovato la sua conclusione dopo oltre mezzo secolo.


La storia dell'affirmative action

Il 6 marzo del 1961, il Presidente John Fitzgerald Kennedy usa per la prima volta il linguaggio dell’affirmative action in un decreto che proibisce la discriminazione nei progetti finanziati federalmente. Il suo successore, Lyndon B. Johnson, promotore e pioniere dei diritti civili firma tre anni dopo una delle più importanti leggi contro la discriminazione razziale, il ‘Civil Rights Act’ che appunto previene l’esclusione basata sull’etnia a più ampio spettro.

Lo stesso LBJ definirà famosamente nel 1965 il concetto di affirmative action; in un discorso a un’università storicamente afroamericana, egli insiste che non è abbastanza semplicemente proibire la discriminazione, vanno prese misure proattive per porvi rimedio:

“You do not take a man who for years has been hobbled by chains, liberate him, bring him to the starting line of a race, saying, ‘You are free to compete with all the others,’ and still justly believe you have been completely fair”

“Non prendi un uomo che per anni è stato appesantito dalle catene, lo liberi, e lo porti alla linea di partenza di una corsa, dicendogli ‘Sei libero di competere con gli altri’, credendo di essere stato completamente equo”

Seguendo la scia di LBJ, alcune università americane inizieranno a provare attivamente a includere più studenti afroamericani nelle loro istituzioni, servirà però l’uccisione del Reverendo Martin Luther King del 1968 per spingere nel mainstream l’idea di affirmative action, partendo dall’università di Harvard: portando a una crescita del 76% di studenti afroamericani l’anno dopo (dal 4% al 7% della classe) e coinvolgendo le rivali Yale, Princeton, e Columbia poco tempo dopo.

Dai tardi anni ‘70, l’uso delle quote per ‘tenere il posto’ agli afroamericani, porta a casi legali contro il sistema, visto come una “discriminazione vero la maggioranza”. Con il caso University of California contro Bakke (1978) la Corte Suprema rende illegali i sistemi di quote fisse, seppur mantenendo che l’etnia possa essere considerata nelle ammissioni universitarie. Negli anni a seguire vi saranno numerose battaglie legali all’interno degli Stati stessi, con nove stati che ora vietano la preferenza su base razziale, importanti fra questi la California e il Michigan.

Nell’ottobre 2022, la Corte Suprema ha esaminato due casi che andavano contro il precedente Grutter v. Bollinger del 2003 - che riaffermava la costituzionalità del sistema affirmative action. In entrambi i casi (Students for Fair Admissions, Inc. v. President and Fellows of Harvard College e Students for Fair Admissions, Inc. v. University of North Carolina), i querelanti ritenevano il precedente dovesse essere ribaltato in quanto questo permetteva discriminazione razziale intenzionale.

Specificamente la politica di ammissioni di Harvard è vista da questi come in contrasto con il Civil Rights Act stesso in quanto premette discriminazione da un’istituzione che riceve fondi federali, e quella della University of North Carolina è vista come in contrasto con questo e con la clausola di equa protezione di fronte alla legge del Quattordicesimo Emendamento (1868) - l’emendamento nato dopo la guerra di segregazione che dona cittadinanza e uguali diritti agli afroamericani e agli schiavi.

La "corte repubblicana"

La decisione 6-3 della Corte infatti denota che entrambe le università non rispettano la clausola di equa protezione in quanto - per i sei giudici repubblicani - i programmi operano sulla base di stereotipi sulle minoranze, fanno che l’etnia influisca negativamente su alcuni gruppi, e non abbiano una fine predeterminata. Questi sarebbero i criteri per un tipo di affirmative action legale, quasi impossibile da portare avanti senza altre lunghe e probabilmente perdenti battaglie in tribunali statali e federali.

La presenza di una maggioranza repubblicana, con ben tre giudici scelti dall’ ex presidente e ora nuovamente candidato Donald J. Trump, ha portato in tempi recenti a numerosi verdetti rivoluzionari nel loro conservatorismo, il più famoso sicuramente l’overturning di Roe v. Wade, che ha rimosso la protezione federale al diritto di aborto.

Dei 9 giudici 2 sono afroamericani, e questi hanno votato in maniera opposta. Il giudice Thomas, repubblicano, commentando l’omologa democratica, scrive “lei (la giudice Jackson) ci vede come inesorabilmente intrappolati in una società razzista, con il peccato originale della schiavitù e delle soggiogazione storica degli afroamericani ancora determinante oggi”. Jackson risponde al collega “L’opinione del giudice Thomas dimostra un ossessione con chi è cosciente dell’impatto della razza che eccede la comprensione olistica mia o dell’U.N.C. (Università del North Carolina) che la razza può essere un fattore che influisce sull’esperienza di vita unica dei candidati”.

Il futuro delle università statunitensi

Le università, incluse Harvard e U.N.C., hanno affermato che seguiranno il verdetto, cambiando i loro criteri di ammissione per renderla race-neutral, concentrandosi su criteri come la povertà o l’essere la prima generazione che si iscrive all’università per attrarre diversità e fornire opportunità a categorie che hanno affrontato particolari difficoltà - che statisticamente è più probabile siano minoranze. In ogni caso si prevede che il numero di studenti neri e ispanici diminuirà significativamente; in California, dove l’affirmative action è stato bandito già negli anni 90, gli studenti neri della U.C. Berklee corrispondono solo al 3.4% dell’ultima classe di freshman. Avere numeri esigui di studenti neri e ispanici, che rappresentano il 30% circa della popolazione americana, in college che creano la futura classe dirigente del paese, potrà contribuire a creare nelle università una visione parziale e una penuria di prospettive rilevanti riguardo alle condizioni di vita nel paese di tutti i suoi cittadini.



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Fonti consultate per il presente articolo:

(foto) https://pixabay.com/it/photos/... 

https://www.nytimes.com/2022/10/31/us/politics/affirmative-action-history.html

https://www.ilpost.it/2023/06/29/affirmative-action-corte-suprema-illegale/

https://www.nytimes.com/2023/06/29/us/politics/supreme-court-admissions-affirmative-action-harvard-unc.html?name=styln-affirmative-action-scotus®ion=TOP_BANNER&block=storyline_menu_recirc&action=click&pgtype=Article&variant=undefined

https://www.britannica.com/topic/affirmative-action

https://www.britannica.com/topic/Fourteenth-Amendment

https://www.nytimes.com/2023/06/29/us/affirmative-action-college-admissions-future.html?name=styln-affirmative-action-scotus®ion=TOP_BANNER&block=storyline_menu_recirc&action=click&pgtype=Article&variant=undefined

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